Se c'era qualcosa di cui potevo essere sicura, beh, era che la sfortuna sembrava aver deciso di scivolare ogni volta tra me e tutto il resto del mondo.
<<Betty>> dissi, guardando Jaydon e allontanandomi un po' da lui, quasi senza farlo apposta.
Lui sospirò. Prese in mano il telefono, osservò il display e rimase immobile così.
<<Non è carino non rispondere alle persone, lo sai, non è vero?>>
Non rispose neanche a me.
C'era sempre quel fatto. E non avrei dovuto scordarmene. Anche adesso - forse soprattutto adesso- adesso che eravamo stati a un passo dal baciarci. Si trattava delle parole di Alicia. Mi aveva detto di stare attenta a non farmi coinvolgere da lui, o qualcosa del genere. Poi, per qualche ragione che ancora non conoscevo, lei mi aveva comunque regalato quella serata con lui. Eppure... il suo primo istinto era stato quello di mettermi in guardia. Forse la causa era proprio lì, su quel telefono che ormai aveva smesso di squillare.
Betty.
<<Jaydon, dico sul serio. Il fatto che adesso io sia qui non ha importanza. Dovresti risponderle.>>
Lui aveva scosso la testa lentamente. Per qualche altro istante che mi era sembrato interminabile era rimasto immobile a fissare l'oceano di fronte e a noi.
<<Sei una brava ragazza, Millie.>>
Non dissi nulla.
Aveva ragione, credo. E allora? Che cosa voleva dire?
<<Forse è meglio se andiamo>> disse, quasi sussurrando quelle parole.
Era così scontato. Era stato bello fino a che era durato.
<<Sono d'accordo>> risposi.
Mi alzai, lui fece lo stesso. Rimasi ferma per un attimo a respirare quell'aria così profumata, così limpida. Ascoltai i rumori della notte, le cicale che scherzavano nascoste chissà dove. Poi per un attimo pensai a Clark e a come erano andate le cose al liceo.
A come non erano andate.
Jaydon mi superò, come se volesse mostrarmi la strada. Restai immobile così ancora per un istante e poi mi incamminai e allora fui io a superare lui.
Mi guardò stupito e in quel momento mi voltai fino a che il suo viso non fu di nuovo di fronte al mio.<<Ci ho ripensato, Jaydon. Non sono d'accordo. Non sono d'accordo per niente.>>
Lui mi guardò sorpreso e rimase immobile. Mi avvicinai di un passo ancora e poi all'improvviso smisi di pensare, smisi di commiserarmi, smisi di chiedermi che cosa fosse giusto e che cosa fosse sbagliato e lo baciai.
E fu un bacio incredibile.
Le mie mani premevano contro il suo petto, quasi lo spingevo lontano da me, mentre in realtà sentivo che lui era già parte di me.
Fu magico, fu forte, fu tutto ciò che non avevo ancora capito che esistesse.
<Millie>> disse lui, rispondendo al mio bacio con una foga incredibile.
<<Stai zitto>> risposi, mordendo le sue labbra, continuando a giocare con il suo petto, sentendo il suo calore contro il mio. Poi le sue mani scesero sui miei fianchi e un brivido nuovo si fece strada dal mio ventre e comincio a salire correndo a tutta velocità attraverso il mio corpo.Era incredibile. Sentirlo addosso era incredibile. L'avevo fatto davvero.
Era perfetto. Era il mondo che girava come avevo sperato, ma come non avevo mai osato chiedere.
Le nostre labbra si staccarono e le sue mani si fermarono un attimo prima di scivolare da qualche altra parte sul mio corpo. In parte ne fui sollevata perché avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere. In parte avrei voluto invece che non si fermasse mai.
Rimanemmo così, a guardarci in silenzio. A non sentire nulla che non fosse parte di quel momento che avevamo appena creato. Nulla che non fossimo soltanto noi.
<<Adesso lo so>> disse Jaydon, guardandosi intorno.
<<Che cosa?>> gli chiesi, senza capire di che cosa stesse parlando.
<<Ti avevo detto che avresti dovuto aiutarmi a scoprire se questo fosse il mio posto preferito. La mia risposta è sì, Millie. Lo è. Da stasera lo è.>>Sorrisi.
Avrei voluto dirgli che era uno stupido, ma non riuscii a smettere di pensare alle sue labbra. Ci avvicinammo di nuovo e il suo telefono, naturalmente, si illuminò ancora.Ma non mi importava più. Ero felice per ciò che avevo fatto. Per una volta nella mia vita, non avevo chiesto il permesso a qualcuno.
Questa volta era un messaggio. Jaydon lo lesse e la sua espressione, di colpo, cambiò drasticamente, diventando più scura della notte che avevamo intorno.
<<Devo andare, Millie. Adesso.>>
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Una storia d'amore d'estate
RomanceMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...