Vento d'autunno

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Come erano stati bravi i giorni a volare via. Avevo sempre creduto che il tempo avesse delle scadenze da rispettare, dei limiti oltre i quali andare non fosse possibile, nemmeno per lui.  E invece mi resi conto che agosto aveva corso come un folle, tra silenzi nuovi che mi portavo dentro da quando avevo avuto quella discussione con Jaydon e nuvole che sapevano già un po' d'autunno, di partenza.

<<Vorrei chiamarlo, Alicia. E al tempo stesso vorrei non averlo mai incontrato.>>
Alicia mi guardò, con la testa appoggiata sulla parte superiore del telo e gli occhi chiusi contro il cielo. Stavamo prendendo l'ultimo sole di agosto giù a East Bay. Era la stessa spiaggia dove avevamo conosciuto Victor e Paul. Non li avevamo più rivisti dall'ultima volta, dalla rissa alla quale aveva partecipato anche Jay.

<<È complicato, Mills. Ma è Jay ad essere così. Lo è sempre stato. Oh, vorrei esserti d'aiuto, razza di squilibrata. Ma non ho davvero idea di come le cose possano andare. C'è un tale caos nella testa di quel ragazzo. E tu... sei un casino anche tu, beh, lo sai.>>

Non ero riuscita a tenere tutto dentro. Per quanto fossi triste per aver rotto la promessa che avevo fatto a Jaydon, alla fine ne avevo parlato con Alicia. Perché ero certa che fosse l'unica a poter osservare quella situazione da un punto di vista davvero esterno, lontano. Mio padre avrebbe preso posizione in modo tale da proteggere prima me e poi Jay. Ma non era ciò che volevo. Avevo bisogno di un consiglio sincero sulla situazione, senza che il pericolo che la delimitava potesse condizionarlo.

<<Non ha fatto ancora nulla, no?>> disse Alicia, sollevandosi sulle braccia e guardandosi il seno.

Era abbronzata, molto più di me. Ed era bellissima. Ancora più del solito.

<<No, non ha fatto nulla. Ma la pistola esiste. E ciò che mi ha detto sui fratelli di Betty non...>>

<<Mills, le possibilità sono due. Avvisi la polizia o fai finta di nulla. In entrambi i casi ti sentirai una stronza, lo so. Ma non vedo altre soluzioni.>>
<<Vorrei parlargli, Alicia. Vorrei essere con lui, perché mi manca da morire. E al solo pensiero di partire, di lasciare Portway e tornare a Washington, incominciare a frequentare il college e restare senza di lui, in quella vecchia vita, beh... mi sento male. Non ci riesco.>>
<<Mills, almeno tu hai delle prospettive. Guarda il lato positivo, maledizione. Vorresti essere al posto mio? Rimanere relegata in questa stupida cittadina per tutta la vita, a servire pop corn ai turisti che passano dal luna park? Perché guarda, guardati intorno.>>

Si alzò, indicò con un gesto eloquente delle mani ciò che ci circondava. La spiaggia, l'oceano, il cielo limpido sopra di noi.

<<Guarda, Mills, che a settembre tutto questo si prepara a svanire. Che cosa ci resta, qui? Hai un fottuto futuro incredibile davanti a te, e dovresti smetterla di rovinarti gli ultimi giorni d'estate per lui. Hai provato a restargli vicino, ma non puoi controllare la sua testa, i suoi pensieri. E se anche ti rivolgessi alla polizia, che cosa potrebbero mai fare? Non ha commesso alcun reato. Non che noi sappiamo, almeno. Non con delle prove. Cercare di farlo arrestare per salvarlo non può funzionare. Vuoi un consiglio, un consiglio proprio da amica vera? Beh, lascialo perdere, maledizione. Dimenticati di lui. Perché una cotta estiva può volare via assieme all'estate.>>
<<È di più, Alicia. È molto di più, lo sai.>>
<<E va bene, e allora? Anche se fosse? È l'amore della tua vita? L'hai capito davvero? Quanti anni hai? Diciotto? Diciannove? Hai una vaga idea di quante persone incontrerai di qui a due anni? Gente nuova, gente che non è Jaydon. Ragazzi. Persone che ti faranno battere il cuore. Probabilmente anche persone serie, non stronzi come Gregor o elementi sull'orlo del baratro come Jay. La tua vita può essere laggiù, con loro, Mills. E credimi, può essere una gran bella vita. Non c'è bisogno che tu renda tutto così complicato, diamine.>>

Mi voltai verso di lei. Aveva ragione, lo sapevo. Lo potevo sentire. Ma c'era qualcosa che continuava a non essere al posto giusto.

<<Diamine? Hai detto "diamine"?>> le chiesi, sorridendo.
Alicia annuì e sorrise a propria volta.
<<Ho detto "diamine", sì. Mi fai sentire vecchia dentro, Mills, con tutti questi consigli che ti devo dare. Chi credi che sia, tua madre? Tuo padre? Eh? Eh, stronzetta?>>

Scoppiammo a ridere. Appoggiai la testa al mio zainetto, sulla sabbia. Chiusi gli occhi. Lasciai che gli ultimi raggi di sole di quell'estate mi scivolassero addosso.

Come avrei potuto lasciare anche Alicia? Per la prima volta da quando ero arrivata a Portway, mi resi conto che il solo pensiero di dover tornare a casa mi faceva tremare come una foglia caduta sul marciapiede, sotto i colpi freddi del primo vento d'autunno.

Una storia d'amore d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora