<<Dov'eri, tesoro?>> chiese mio padre offrendomi delle patatine fritte dal sacchetto che aveva comperato poco prima.
<<Laggiù, vicino alla ruota>>
Guardò verso la giostra e poi verso di me. Era un'occhiata che conoscevo bene, piena di sincera curiosità e... qualcos'altro. Come se stesse aspettando di sentire le parole che ancora non avevo pronunciato.<<Ho incontrato una ragazza e lei sembra davvero una tipa forte. Una tosta, come diresti tu>> dissi, addentando la prima patatina.
Sorrisi e mi resi conto che era proprio quella l'impressione che Alicia mi aveva lasciato.
<<Ah, però. Una tipa tosta, eh? E dove sarebbe adesso?>>
Guardai Rebecca che si era seduta di fronte a mio padre con sua figlia Jewel accanto, poi mi voltai verso il banco dello zucchero filato.
<<Beh, eccola lì.>>
Tutti allora si girarono verso di lei e tuttavia in quel momento fui io a sentirmi in imbarazzo.Osservammo Alicia mentre, in piedi dietro al banco, serviva un enorme batuffolo di zucchero filato rosa a due ragazze un po' più piccole di me. Poi mi voltai verso mio padre e per qualche motivo assurdo mi sembrò che avesse già smesso di guardare Alicia e che invece stesse osservando Rebecca.
Oh, per la miseria, papà. Ti sembra il caso?
Stavo lavorando con la fantasia, doveva essere così per forza.
Anche se Rebecca... era possibile che adesso -proprio adesso- stesse guardando mio padre nello stesso modo in cui mi era sembrato che lui avesse fatto con con lei?
Ma no, Millie, non essere ridicola. Non...
Poi i miei occhi tornarono a posarsi su Alicia quasi come se fossero mossi da una forza automatica. La vidi che osservava il mio tavolo e sembrava rivolgersi con lo sguardo a me. Aveva assunto un'espressione che era un misto di stupore, eccitazione e divertimento.
Sta guardando mio padre. Oh, per la miseria. Ma perché è tutto così assurdo?
Alla guardai ancora e la vidi fare un gesto con la mano in modo plateale, come per dire qualcosa tipo "per la miseria, chi è quello strafigo seduto con te al tavolo?!>>
Mio padre, ecco chi. Feci un cenno con la mano come per dirle di finirla, poi Rebecca blaterò qualcosa interrompendo quel sipario imbarazzante.
<<E così sarà meglio che io vada>> disse.
Oh, bene. Sarà meglio sì. Mio padre è single da meno di un mese, bellezza.
<<Dove alloggi?>> domandò lui, dimostrando di non seguire esattamente la mia linea di pensiero.
Papà, dai, dici sul serio? Che importanza avrebbe?
<<Qui vicino a dire il vero, Bruce.>>
Qui vicino a dire il vero, Bruce, ripetei nella mia mente imitando la sua voce. Ok, ok, Rebecca non era male. Anche a pelle non potevo dire che non mi piacesse. Ed era una bella donna, è vero, e anche sua figlia Jewel sembrava ok, ma... non è trascorso nemmeno un mese, caspita!
Caspita.
Pensai ad Alicia e scoppiai a ridere da sola, come una cretina. Improvvisamente mi resi conto che avevo voglia di trascorrere del tempo insieme a lei e alla sua... leggerezza, sì.
<<Ti accompagniamo, Rebecca. Sarà una passeggiata.>>
<<Oh, sì. Mi farebbe davvero piacere. Se Millie è d'accordo, naturalmente>> disse, guardandomi e sorridendo.
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Una storia d'amore d'estate
RomanceMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...