Mi ero rivestita in fretta, mi ero sciacquata il viso ed ero rimasta immobile nel grande bagno della cabina- suite ad ascoltare il mio respiro, a contare i battiti del mio cuore. Mi dispiaceva per Victor, perché era stato incredibile. Ma...
Non sarei stata io fino in fondo, se l'avessi fatto con lui in quel momento. Avrei voluto, é vero. Ma la mia mente, i miei pensieri... alla fine avevano vinto sul resto conducendomi altrove.
E il mio "altrove" era Jaydon.
La camicetta era fuori posto e Victor se ne accorse quando fui fuori da bagno.
<<Va tutto bene?>> mi chiese, aiutandomi a rimetterla a posto.
Era incredibilmente carino. Avrebbe potuto avere qualsiasi ragazza, ne ero certa. Eppure sembrava più dolce ancora dopo il mio rifiuto di quanto non fosse stato poco prima.
<<Sì, Victor. Scusami. Mi dispiace. Io...>>
<<È tutto a posto, Millie. Non c'è bisogno che ti scusi.>>Mi sorrise e questa volta non fu un sorriso che cercava di conquistarmi o di farmi andare su di giri. Era un sorriso che avrebbe voluto tranquillizzarmi. E ci riuscì.
Lo guardai. Era rimasto a petto nudo ma si era rimesso i pantaloni.
Mi passò una mano sulla guancia ancora arrossata, con dolcezza.
<<C'è un altro, non è vero?>>
Esitai. Poi abbassai gli occhi, li chiusi per una frazione di secondo e li riaprii. Non c'era bisogno che dicessi nulla perché naturalmente Victor aveva già capito tutto.
Uscimmo da quella enorme cabina insieme, e ci fermammo di fronte a quella in cui Alicia si era chiusa con Paul. Victor appoggiò l'orecchio e ridacchiò.
C'era qualcosa di incredibilmente romantico, antico e... infantile in loro, al tempo stesso. Era un bel mix. Fui certa, in quel preciso istante, che fossero davvero dei bravi ragazzi.
<<Non è carino!>> dissi a Victor tirandolo per un braccio.
<<Oh, volevo solo accertarmi che fosse tutto a posto>> rispose lui sorridendo.E lo era. Potevo sentire la voce di Alicia. Oh, se la sentivo. Fui felice per lei.
Io e Victor risalimmo sul ponte. I camerieri avevano sparecchiato la tavola dove poco prima avevamo cenato tutti insieme. L'orchestra si era ritirata e le stelle nel cielo sembravano aver preso a brillare ancora di più. Intorno a noi, cullate dal movimento pacifico dell'acqua, altre imbarcazioni di diverso tipo stavano trascorrendo la notte.
Ci appoggiamo al parapetto sulla prua.
<<Un'altra ragazza sarebbe arrivata fino in fondo. Lo sai, vero?>>
Victor parlava lentamente. Il suo tono era caldo e avvolgente, sincero.E aveva ragione, ma non ci avevo pensato.
<<Sì, beh. Non faccio fatica a crederti. Come potrei? Sei... bellissimo, e lo sai. Sei ricco. Sei anche schifosamente abile a far girare la testa e... beh, hai capito.>>
<<Sei davvero una brava ragazza, Millie.>>Annuii. Lo sapevo anche io. Era sempre stato così. Forse era per questo che Dustin, al liceo, alla fine aveva scelto le altre. Tutte le altre, tranne me.
Troppo brava. Quante volte me l'euro sentito dire, durante quegli anni. E adesso che ero stata a un passo dall'infrangere tutte le regole... adesso era successo ciò che era successo.<<Paul la tratterà bene, non è vero?>> domandi, anche se conoscevo già la risposta.
Ero certa che con loro due fossimo state fortunate. Stupide, probabilmente, ma anche fortunate.
Victor annuì continuando a fissare la notte di fronte ai nostri occhi.
<<Paul... lui... beh, è come me. Forse un po' più imbranato>> aggiunse, con un sogghigno. <<Ma sai, abbiamo avuto una buona educazione. Quando cresci in un ambiente come il nostro... beh, non è affatto scontato.>>
<<Già, immagino che sia così>> risposi, abbassando gli occhi sull'acqua oscura sotto di noi.<<Questo lui... ti ha spezzato il cuore?>> mi chiese Victor e io sorrisi.
In un certo senso lo aveva fatto.
Non ci fu bisogno che rispondessi; lui capì.
<<Come pensi che dovremmo...>> gli chiesi, senza sapere nemmeno davvero che cosa volessi dire.
Era qualcosa del tipo "non vorrei che ci perdessimo.>>
<<Io e mio fratello saremo a Portway fino a settembre. Ogni volta che avrai voglia o bisogno di vederci, saprai dove trovarci.>>
Esitai, confusa.
<<Perché tutta questa gentilezza?>> gli chiesi.
<<Non lo so. Sai, dicono che la prima impressione è quella che conta. E con voi... è stato bello, da subito.>>Sorrisi.
<<Ti posso chiedere un ultimo favore?>> gli chiesi, stringendo le dita intorno alla ringhiera fredda del parapetto.
<<Tutto quello che vuoi>> mi rispose, allargando le braccia.
<<Chiameresti un taxi per me?>>
C'era un solo posto in cui volevo andare.
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Una storia d'amore d'estate
RomanceMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...