Da piccola guardavo documentari sugli animali in Africa. Mi piacevano, mi incuriosivano. Il leone, il re della savana, era il mio preferito. E che momento per pensarci, che avevo scelto.
Che tempismo, Mills.Il fratello di Betty, a un passo da me, muoveva la lama del coltello su e giù lungo la mia guancia. Scendeva poi lentamente verso il collo. Si posava, poi tornava a salire. Sentivo il suo respiro addosso.
Non avevo mai pensato che un momento simile sarebbe arrivato a bussare alla mia porta. Il fratello di Betty era il leone, quello che osserva la preda da lontano e poi parte all'attacco. La preda, però, non ero io. Era Jay. Io ero incidentale. Avrebbe ucciso me, fatto impazzire Jay e poi ripreso il proprio posto tra le gerarchie della famiglia agli occhi del vecchio.
La lama fredda, d'un tratto, scese dolcemente nella carne, sul mio viso. Non provai dolore, ma poco dopo sentii qualcosa di caldo correre lungo la pelle che nel frattempo aveva iniziato a bruciare. Sangue.
Provai a gridare ma non ci riuscii. Tutto ciò che usciva dalla mia bocca erano gemiti soffocati.Jaydon si agitava di fronte a me, legato alla sedia.
Sentivo le sue grida svanire nel buio ancora prima che potessero prendere vita. E il fratello di Betty rideva di fronte a me, rigirando la lama che mi aveva appena tagliato il viso tra le mani.
<<Oh. Adesso strilli, Jaydon? Strilli? E come mai? Non sei un duro, tu? Non sei stato un duro quando hai riempito mio fratello di botte? Eh? Mi deludi, ragazzino. Oh sì. Mi deludi davvero. Bene, adesso daremo il via alla festa per la tua amichetta qui. Come ti chiami, stronzetta? Eh? Oh, scusa, dimenticavo, non puoi parlare. Allora forse la lingua non ti serve più. Già, già. Adesso ci libereremo di lei. Apri la bocca.>>
Il cuore impazzì nel mio petto. Lui si avvicinò ancora di più a me, e portò il coltello di fronte alla mia gola.
<<Ti spiego ciò che succederà. Ora io ti taglierò la lingua. Capisci? La taglierò via. Dopodiché avvolgerò quella benda che ora stai mordendo alla base del taglio, per evitare che tu muoia dissanguata. Nel frattempo incomincerò a tagliare ogni dito della tua mano. Prima la sinistra e poi la destra. Perché è così che facciamo, da queste parti. Stupida gallina. E lui ti guarderà soffrire e poi morire. E se soltanto proverai ad urlare, ti lascerò fare, ma mi sfogherò sul tuo amato Jaydon qui presente. È tutto chiaro? Sì? Bene, cominciamo.>>
I documentari sui leoni il sabato pomeriggio. Papà e mamma ancora sposati, il grande, vecchio appartamento di Washington.
L'odore di frittelle dalla cucina. Il tramonto rosa oltre la grande porta finestra del salotto. La partita di baseball alla tv, i fiori di maggio e i pennarelli sul tavolo, per i miei disegni, da bambina.Sentii le mani dell'uomo spostare la benda che tenevo in bocca. Sapevo che se avessi gridato avrebbe ucciso Jaydon di fronte a me. Non sarei stata pronta a sopportare una scena simile, così rimasi in silenzio.
Sarei morta, non avrei gridato. Ero pronta?
I leoni.
I leoni.
Era per incoraggiarmi che la mia mente era scivolata su quei documentari?
I leoni e i fiori di maggio. Quelli che piacevano tanto a mia madre.
La sua mano strinse il mio collo.
<<Apri la bocca, adesso>> disse, con gli occhi iniettati di odio e follia, mentre Jaydon si dimenava senza più controllo sulla sedia.
Cadde a terra, ma ciò non fermò il fratello di Betty. Era determinato a fare ciò che aveva detto. Per la prima volta da quando mi trovavo lì ne fui terribilmente certa. Oltre, non sarebbe esistito più nulla.
<<La lingua!>> gridò.
Ed io obbedii. La tirai fuori.
Avrei accettato quel destino, maledizione.
Lo zucchero filato, il luna Park, Alicia, il parcheggio, l'aggressione, l'amore, il padre di Jay, mio padre, i temporali... e... le corse in bici, i leoni e i fiori di maggio e...
La lama fredda, appoggiata alla mia lingua, mi fece capire che il mio tempo sarebbe finito di lì a poco. Ma quell'estate, bellissima, mi avrebbe fatto chiudere il sipario con un sorriso.
È così che se ne vanno i leoni?
<<Ti ho amato, Jay>> gridai, stringendo i pugni e guardandolo mentre si dimenava a terra. <<Ti ho amato davvero, e con tutta me stessa, e come non ho mai amato prima. Grazie per...>>
Le parole si fermarono. La mia voce si spense. È andata? La lingua è...
<<Adesso basta!>> gridò una voce alle nostre spalle.
Chiusi gli occhi per un istante, poi li riaprii.
La mia lingua c'era ancora.
<<Getta quel coltello!>> proseguì quella voce. Era roca e profonda.
Cercai di voltarmi ma non vi riuscii.
Vidi che Jaydon stava fissando la persona che era improvvisamente comparsa alle nostre spalle, e non fui in grado di decifrare la sua espressione.
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Una storia d'amore d'estate
RomanceMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...