Da sola con Victor

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Le luci che illuminavano il ponte dello yacht erano basse e calde. Ci trovavamo al porto di Gracetown, una piccola cittadina non tanto distante dalla più turistica Portway. Avevamo scoperto che i nonni di Victor e Paul vivevano laggiù, e lo yacht era ancorato lì da qualche mese; da quando Harold Grey e la moglie Gemma avevano deciso di acquistarlo durante la loro ultima visita a Gracetown, sul finire della primavera.

A bordo tutto era perfetto. Paul e Victor erano stati straordinari nel creare l'atmosfera per ... qualunque cosa avessero intenzione di fare.

C'erano camerieri vestiti di bianco e nero. Avevano apparecchiato una tavola imbandita di prelibatezze sul grande ponte principale, dove adesso ci trovavamo. C'era addirittura un'orchestra che suonava, mentre ci preparavamo a cenare.

<<Ragazzi, non... non sapevo che saremmo finite sul Titanic>> disse Alicia, scuotendo la testa strabiliata.
Non riuscii a trattenere una risata. Sembrava davvero di essere sul Titanic.

<<Vi piace?>> domandò Paul dopo che un cameriere ebbe versato a ciascuno di noi del vino bianco proveniente dal nord est dell'Italia.

<<È straordinario>> disse Alicia, quasi sottovoce. E lo era davvero. Le luci disegnavano forme suadenti e delicate di fronte ai nostri occhi.

L'orchestra suonava "Always" di Bon Jovi. Mi guardai intorno, esitai. A un tratto, inaspettatamente, non sapevo più che cosa pensare.

A rompere quel momento di interdizione, comunque, pensarono i camerieri. Ci chiesero che cosa desiderassimo mangiare.

Il menù era qualunque cosa.

Qualunque.

Fu in quel preciso istante che mi resi conto di quanto sfacciatamente ricca e potente dovesse essere la famiglia di Victor e Paul.

Scegliemmo del pesce, alla fine. E bevemmo del vino-parecchio vino. Ma l'aria era fresca e piacevole, la musica era bella. I loro sorrisi erano strepitosi, e forse questa era la cosa più importante.

Avanti, Mills. Victor è seduto accanto a te, adesso. Il suo braccio è intorno alla tua schiena. La sua mano... le sue dita... stanno scivolando giù, sotto la tua camicetta chiara, ma no, ancora più giù, sotto la chiusura del tuo reggiseno. Senti il suo tocco caldo, morbido, lezioso, malizioso. Lo senti e... ti piace.

Poi un brindisi.

<<A questa notte insieme>>, disse Victor.
<<A questa notte>> fece eco Paul, e io e Alicia alzammo i nostri calici e li spingemmo contro i loro.

Un bicchiere, due, tre. Poi un'altra bottiglia.

Un ballo lento, sul ponte, mentre l'orchestra continuava a suonare intorno a noi. Non conoscevo il nome del pezzo. Era una melodia dall'andamento vagamente country. Conoscevo però il modo in cui Paul guardava Alicia, accanto a me e Victor. E il modo in cui anche lei guardava lui.
Potevo percepire il desiderio di entrambi, mentre le mani di lui scendevano piano sul vestito aderente di lei, andandosi a posare poi sul suo sedere, risalendo fino alla sua vita e restando lì, con naturalezza.

Un bacio ancora tra di loro.

E un altro, e un altro.

Sapevo come sarebbe finita.

Accadde più in fretta di quanto avessi potuto immaginare. Lui la prese per mano; io e Victor li seguimmo sul ponte, baciandoci anche noi, ridendo ancora, mentre cercavo di non perdere l'equilibrio sui miei tacchi alti.

Una storia d'amore d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora