Violenza - l'inzio dell'estate

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Lo sentivo sopra di me.

Cercavo di muovermi, di liberarmi ma ogni tentativo era vano. Sentivo la testa pulsare e il cuore correre all'impazzata. E sentivo lui. Era sopra di me. Sentivo il suo fiato contro il mio collo e quella puzza acre di alcool e sudore mischiati. Le sue mani premevano con forza contro i miei fianchi e scendevano senza che riuscissi a fare nulla.

Non può essere, non può andare così. Non può.

Quanto avrei voluto urlare fuori tutta la rabbia che mi portavo dentro. Ma la mano del ragazzo continuava a stringersi contro le mie labbra con forza mentre l'altra bloccava i miei polsi.

Sentivo che era pensante, il vecchio. Lo sentivo contro il mio corpo, e lo odiavo, io che all'odio non avevo nemmeno mai pensato prima. Ma forse più di tutto odiavo quella sensazione di umidiccio che si portava addosso e che sentivo mischiarsi lentamente al mio corpo.

<<Quanto ci divertiremo, adesso. Quanto...>> disse, appoggiando una mano sugli slip del mio costume.

E in quel momento chiusi ancora gli occhi e mi preparai a spegnare il mio mondo. Sapevo che poi da quel momento, con tutta probabilità, non sarei più tornata indietro. Era come se ci fosse una vocina a sussurrarlo nella mia testa.

Sta capitando adesso e dopo nulla sarà più come prima, Millie. La sfortuna, a volte.

La sua mano si mosse con una foga incredibile sullo slip nero del mio costume e mi resi conto che in pochi secondi avrei sentito il rumore secco di uno strappo e poi...

<<Adesso giochiamo un po' insieme. Oh, ma sei uno schianto. Guardala, Tom. Guarda quanto è bella la stronzetta. Guardala...>>
<<Stai zitto, idiota, stai zitto. Non mi devi chiamare per nome, che cosa ti salta in mente? Eh?>>

Il vecchio esitò e io sentii il peso del suo corpo contro il mio.

<<Va bene, va bene. Allora senti adesso che cosa facciamo, troietta. Questi li strappiamo>> disse, tornando a toccare i miei slip con le sue mani grosse e sudate <<e poi io e il mio amico ti facciamo divertire un po'. Oh ma non aver paura, vedrai che ti...>>

Fu in quel preciso istante che sentii un colpo atroce provenire da sopra di me, ma ero girata di spalle, a pancia in giù e con lo sguardo immobile a terra e così non riuscii a vedere subito che cosa stava succedendo.

Però sentii i colpi e sentii la violenza. Una violenza immane, atroce. Il ragazzo più giovane tolse la mano dalla mia bocca e l'altra dai miei polsi e così riuscii a rotolarmi su un fianco e ad allontanarmi di qualche metro. Ci riuscii anche perché il vecchio non era più su di me.

Era a terra, e in una frazione di secondo vidi ciò che rimaneva del suo vecchio volto da bastardo.

Una maschera di sangue che avrebbe reso impossible riconoscerlo.

Sopra di lui, una furia continuava a colpire, con una violenza e una velocità inaudite. Non gli dava respiro, non gli dava tregua. Nella confusione di quel momento riuscii soltanto a vedere che il mio salvatore era a petto nudo Emma non riuscii a scorgere il suo volto. Intanto il ragazzo più giovane, Tom, testimone di quanto stava accendendo, cercò di scappare. Per farlo, però, mi passò davanti, forse senza accorgersi di me.

Adesso non mi vedi più, maiale?

Così allungai una gamba e lo feci cadere. Rotolò verso il terreno duro e sterrato contro il quale fino a pochi istanti prima aveva tenuto premuto il mio volto. Lo guardai negli occhi, come per cercare delle risposte. Avrà avuto ventiquattro, venticinque anni al massimo.

Ma quali risposte, Millie?

Cercai di sollevarmi e mi resi conto che stavo ancora tremando. Intanto, chi mi aveva salvato aveva anche smesso di picchiare il vecchio e si era diretto verso il ragazzo. Continuavo a vederlo soltanto di spalle. Era alto, muscoloso, con i capelli neri e un po' lunghi, un po'...

Tremai ancora, e non più per la paura.

Prima che potessi pensare qualunque cosa, le urla del più giovane tagliarono il silenzio che ci circondava.

<<No, ti prego, lasciami stare! Non ho fatto nulla, è stato lui a...>>

Ma fu inutile perché un pugno colpì con una violenza inaudita il suo volto che era diventato bianco. Poi un altro, un altro e un altro ancora, fino a che non vidi quel viso giovane e pulito riempirsi di sangue allo stesso modo di quello del vecchio. E il vecchio intanto, raccogliendo le ultime energie che gli erano rimaste, si alzò. Raccolse la bottiglia di birra che teneva in mano prima di aggredirmi e si avvicinò barcollando al mio salvatore e al suo amico Tom. Alzò la bottiglia e quando fu sul punto di colpire gridai, lasciando uscire per la prima volta tutta la paura che mi era tenuta dentro fino a quel momento.

<<Attento!>>

Il ragazzo che mi aveva salvata si girò, blocco l'uomo con un gesto rapido, gli tolse la bottiglia di mano e gliela spaccò in testa. Lui cadde in ginocchio e perse i sensi. Con il vetro rotto, poi, tagliò il viso dell'altro ragazzo, dando vita a una voragine improvvisa di sangue che si unì a quello dei pugni.

<<Vai all'ospedale, adesso>> gli disse, spingendolo via con un tocco della mano. Il ragazzo, coprendosi il taglio e cercando di fermare il sangue, ascoltò il suo consiglio e corse via barcollando e tremando come un cane bastonato.

Io rimasi immobile per un istante che mi sembrò eterno.

L'inizio dell'estate.

Provai a camminare. Abbassai lo sguardo sul mio costume e mi resi conto che lo slip era rimasto incredibilmente intatto. Il vecchio non aveva fatto in tempo a strapparlo.

Avanzai lentamente continuando a tremare, fino a che lui non fu a pochi centimetri da me.

Si voltò ed io mi resi conto che poco prima avevo già realizzato chi fosse, soltanto che avevo paura di ammetterlo.

Il ragazzo della spiaggia.

Lasciò cadere la bottiglia rotta e fece un passo in avanti verso di me.

Una storia d'amore d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora