Dovresti vederla, pa' - Jaydon's POV

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<<Lei è un incanto, pa'.>>

Jaydon guardò Richard Moore, suo padre.

Era disteso in quel letto da un paio di anni, ormai. Da quando l'aveva ritrovato.

Suo padre non gli rispose. Rimaneva immobile, ma aveva aperto gli occhi.

<<Ciao, Jay>> disse solo, in un sussurro strozzato.
<<Non volevo svegliarti, pa'. Avevo voglia di vederti.>>
<<Che ore sono?>>
<<È tardi. Mezzanotte, giù di lì.>>
<<Jay, non...>>
<<No, no, è tutto ok. L'infermiera all'ingresso, Silvie... lei è una mia amica, ricordi? È tutto ok.>>

Richard Moore era un uomo magro e alto. Il suo volto era scavato e dimostrava più dei sessant'anni che aveva. Rughe profonde e lunghe si aprivano come solchi su entrambi i lati della bocca. Gli occhi erano verdi come quelli del figlio, ma la luce era più fioca, più lontana.

Jaydon gli strinse la mano e poi guardò per un istante fuori dalla finestra.

Doveva farsi bastare quei momenti, quelli in cui tutto sembrava normale. Erano l'ombra di quello che la sua vita sarebbe potuta essere, in un mondo differente o in una realtà parallela. A volte gli piaceva pensare che davvero potesse esistere un altro universo; un posto in cui correre in un prato senza dover pensare a nulla, senza paure e senza solitudini.

<<Come stai, Jay?>> gli chiese suo padre.
<<Sto bene.>>
<<E questa ragazza? Chi è?>>

Il viso di Jaydon si illuminò nel buio della stanza. Sospirò, pesando le parole.

<<Sì chiama Millie. Ed è la ragazza più incredibile che abbia mai conosciuto. Non pensavo che avrei mai detto qualcosa di simile. Ma è ciò che sento. Non so nemmeno io che cosa fare, adesso.>>
<<E... Betty?>>

La voce di Richard Moore tremava. Jaydon aveva paura perché non sapeva per quanto tempo quella conversazione sarebbe rimasta così lucida, così chiara.

Purtroppo non puoi saperlo, Jay. È la vita.

<<Betty non sa nulla. Vorrei essere più forte, ma non è semplice.>>

Il padre gli strinse la mano, poi cercò i suoi occhi con un movimento fulmineo.

E quando li trovò, nessuno dei due ebbe bisogno di dire altro.

Perché era già tutto lì.

Richard si voltò verso la finestra aperta, nella direzione opposta.

<<Dovresti vederla, pa'. È incredibile. E so che manderò tutto all'aria.>>

Ci fu un lungo silenzio fra loro, poi il padre di Jaydon si sollevò sulla schiena e tornò a guardalo negli occhi.

<<Io sono stato un padre pessimo, Jay. E un marito pessimo. Credevo che la vita che avevo a disposizione non fosse abbastanza. Volevo di più, e di più, e sempre di più. Fino a che ho non ho perso tutto. E allora... allora ho capito che tutto ciò che serve è avere qualcuno accanto, e volergli bene. Non è amare; non si tratta nemmeno di amare. Amare è qualcosa che viene dopo. Ma voler bene significa... tenerci davvero, capisci?>>

Jaydon annuì nell'oscurità.

<<Beh, spero che tu possa essere capace di regalare del bene alle persone che ti circondano, Jay. Perché a un certo punto il tempo accelera, e fare i conti con noi stessi... non è mai facile.>>

Jaydon fu felice di sentire quelle parole. La vita l'aveva separato da suo padre quando era piccolo, e poi li aveva fatti incontrare di nuovo. La rabbia, il rancore e il dolore che aveva provato per lui e a causa sua si erano gradualmente placati, lasciando il posto a qualcosa di simile alla tenerezza, alla compassione e a una malinconia gigantesca.

Quella di una vita non vissuta, dopotutto.

<<Non avevo mai provato nulla di simile, pa'. Per nessuno.>> Si interruppe, sì alzò, poi riprese a parlare. Sembrava più che altro che si stesse rivolgendo a se stesso. <<Vorrei essere capace di non deluderla. Lo vorrei davvero.>>

Cercò gli occhi di suo padre ancora una volta, ma quando li trovò si rese subito conto che qualcosa era cambiato in lui.

<<Chi?>> chiese il padre, con un tono di voce che era diventato improvvisamente lontano, lontanissimo.

Jaydon non rispose. Sospirò lentamente.

<<Chi?>> chiese ancora Richard Moore, fissando d'un tratto il figlio con aria persa.

<<Niente, pa'. Dormi, adesso. Va tutto bene.>>
<<Chi...? Dove siamo? Dove siamo? Devo andare, devo andare a lavorare ed è tardi, è...>>
<<Chiudi gli occhi, pa'. Domani mattina sarà migliore.>>

Jaydon allora gli appoggiò una mano sul viso in un gesto dolce e triste al tempo stesso. Gli diede un bacio sulla fronte e poi Richard si girò verso la finestra e chiuse finalmente gli occhi.

Una storia d'amore d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora