<<Parlami di te, è il minimo.>>
<<Il minimo per che cosa?>> domandò Jaydon con quel sorriso che non accennava a nascondersi.
<<Come sarebbe a dire per che cosa? Per essere svanito senza neanche salutare oggi alla spiaggia. Non avrai creduto di potertela cavare così, non è vero?>>Camminavamo attraverso strade lunghe e strette, appena illuminate dalla luce calda e morbida dei lampioni e che profumavano di oleandri e oceano.
<<D'accordo, d'accordo. Hai vinto. Allora dunque... da dove cominciamo?>>
<<Non saprei. Da dove vuoi stupiscimi, avanti.>>Jaydon sorrise ancora e si infilò le mani nelle tasche dei jeans.
<<Sono nato qui. Ho ventitré anni. I miei genitori si sono separati quando avevo pochi mesi.>>
Fece una pausa, mi guardò, esitò per un istante e poi riprese a parlare.
<<A dire il vero non è stata proprio una separazione. Mio padre è sceso per comprare le sigarette durante una sera di primavera e poi... la classica storia. Lo sai, no?>>
<<Qual è la classica storia?>> chiesi.
<<Beh, la storia di chi esce per comprare le sigarette e poi non torna più. Ed è così che è andata. E mia madre... lei mi ha cresciuto come ha potuto, poverina.>>Rallentai. Provai un senso di tenerezza improvviso per lui.
<<Non è mai stato facile però per lei. Mio padre le aveva lasciato soltanto una valanga di debiti e di gente con il sangue agli occhi addosso. Persone cattive. Balordi, gente senza scrupoli, delinquenti. Sai, doveva qualcosa a chiunque.>>
Sospirai, cercando di nascondere la commozione. Non lo conoscevo ancora eppure mi faceva male sentire quelle parole.
<<Mi dispiace, Jaydon.>>
Lui annuì.
<<Non c'è nulla di bello da sapere su di me, Millie. Dico davvero. È una storia triste. Non voglio rovinarti la serata.>>
<<Non potresti mai farlo>> gli risposi in un sussurro.
<<Avanti, tocca a te.>>
<<Come?>> chiesi.
<<È il tuo turno di raccontarmi qualcosa.>>Sorrisi.
Ci pensai per un attimo, mi strinsi nelle spalle.
<<Amo il gelato alla fragola. E mi piace girare per i mercati. Anzi no, adoro vagare per i mercati.>>
<<I mercati? E che cos'hanno di speciale?>>
Esitai ancora per un attimo.<<Non lo so. Credo che sia per via dei miei ricordi. Qualcosa che mi piaceva fare quando ero ancora una bambina. In autunno durante il weekend i miei genitori mi portavano a tutte le fiere più belle delle città vicine a Washington. Fiere e festival. Credo di averne viste un centinaio almeno. Poi sono cresciuta e anche loro hanno smesso di andarci. Ma ho dei ricordi così belli di quei momenti. Sai... anche i miei genitori si sono separati. Voglio dire, loro si sono separati realmente.>>
Jaydon si girò verso di me e mi sembrò che per qualche attimo mi avesse davvero osservata con apprensione
<<Quando è successo?>> mi chiese, con voce bassa. Il suo tono era dolce, morbido. Era bello sentirlo così. Mi sembrava che fosse davvero vicino a me.
<<Durante quest'ultimo anno. I problemi esistevano già da tempo, ma si sono separati soltanto qualche mese fa.>>
<<Mi dispiace>> mi disse lui.Rimanemmo per un po' in silenzio. Avevamo da poco attraversato il piccolo centro di Portway. Poi Jaydon cambiò strada prendendo una direzione diversa da quelle che conoscevo.
<<Dove andiamo?>> gli chiesi curiosa.
<<È una sorpresa. Ho bisogno di conoscere ciò che pensi.>>
<<Ciò che penso di che cosa?>>
<<Lo vedrai, ragazza curiosa.>>Camminammo ancora in silenzio per un po'. Ed era incredibile, ma andava bene. Anche quando non c'erano parole tra noi, era come se ogni cosa fosse esattamente dove avrebbe dovuto essere. Era come se ogni piccolo pezzo di universo contribuisse a completare un disegno prestabilito, rendendolo perfetto in silenzio.
Ed ecco chi era Jaydon per me.
<<Ci siamo>> mi disse, poco dopo.
Ci fermammo di fronte a un grande cancello chiuso. Era alto e largo, e non sembrava nuovo, anzi.
<<Dove siamo?>> chiesi, curiosa e anche un po' turbata dal non sapere che cosa mi aspettasse.
<<Beh, stavo cercando di capire se oltre questo cancello si nascondesse il mio posto preferito.>>
<<Ah, il tuo posto preferito, eh?>>
Sorrisi ancora, cercando di rallentare i battiti del mio cuore.
<<Proprio così. Vedi, la gente non lo sa, ma è pieno di piccoli posti straordinari qui a Portway. Basta saperli cercare.>>
Feci un passo verso il cancello, lo sfiorai con le dita sottili della mia mano.
<<E immagino che tu sia molto bravo a cercare. Mi sbaglio?>>Jaydon si strinse nelle spalle.
<<Non lo so. Ti va di scoprirlo insieme?>>
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Una storia d'amore d'estate
Roman d'amourMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...