Corsa in taxi a mezzanotte

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La notte scorreva buia oltre il finestrino del taxi.

Millie, ancora? Ancora così incosciente, sì. A tratti, non mi ritrovavo nelle persona che ero stata durante tutti quegli anni.

Perché lo stai facendo, allora?

Perché era rimasto lì, incastrato tra i miei pensieri. Nonostante tutto e tutti.
Forse perché non mi era mai capitato di sentirmi tento determinata nel volere qualcosa, nel volerlo a tutti i costi.

E che cosa aveva Jaydon, di diverso dagli altri? Che cosa più di Victor, ad esempio?

Ma niente, non aveva niente di più. A dirla tutta, aveva qualcosa di meno. Eppure il mio mio cuore era lì, oltre lo schermo duro dei suoi occhi verdi. Oltre Betty, oltre le sue parole, oltre il fuoco. Batteva e batteva all''impazzata.

Avevo fatto una promessa a mio padre, è vero. E mentre il taxi correva parallelo all'oceano, mi rendevo conto che non l'avrei mantenuta. Avrei voluto, sì, avrei voluto non deluderlo. L'avrei voluto con tutta me stessa. Ma sentivo sotto le vene, sotto la pelle e ovunque dentro di me una voce che mi gridava, che mi implorava di non mollare la presa.

Non farlo, Millie. Non lasciarlo andare. Forse era un presentimento, forse era soltanto istinto.

Forse era tutto sbagliato, invece, ma non aveva importanza.

Mi voltai alla mia sinistra.

Alicia dormiva sul sedile accanto a me. L'avevo aspettata. Aveva fatto l'amore con Paul e io e Victor avevamo pensato di andare a disturbarli un po' nella loro cabina.

E per fortuna non avevano ancora ricominciato.

Paul era rimasto un po' deluso dal fatto che Alicia, pur se riluttante, alla fine avesse deciso di tornare a casa insieme a me. Così lei si era rivestita in fretta e l'aveva lasciato solo nel letto, mentre Victor rideva di lui. Prima di andarsene gli aveva dato un bacio sulla fronte. Non avevo idea di che significato potesse avere quel gesto, però. E come avrei potuto, d'altronde? Si trattava di Alicia.

Adesso era assonnata, un po' alticcia perché si era lasciata andare... parecchio sullo yacht. Aveva blaterato qualcosa circa quanto fosse stato bello ma un po' troppo veloce e poi si era addormentata, per risvegliarsi dopo pochi minuti.

<<Siamo arrivati. Ti accompagno a casa, su>> le dissi, aiutandola a scendere. Lei mi guardò cercando di aprire gli occhi e lentamente scese dal taxi.

<<Buonanotte, Alicia>> le dissi, appoggiando una mano sulla sua spalla.

<<Mills>> rispose lei, cercando i miei occhi. <<Stai andando a letto anche tu, vero?>>

Annuii, mentendo.

Era stupido, ma avevo bisogno di cercare di risolvere da sola quella questione. Non mi sentivo né stanca né spaventata; ero determinata. Era strano, ma... era una bella sensazione.

Alicia superò il cancello di casa, lo chiuse, mi sorrise, ancora un po' tentennante.

<Domani... beh, domani ti racconterò tutto, Mills>> disse, prima di voltarmi le spalle.

Le sorrisi, annuii e tornai verso il taxi.

Dieci minuti buoni dopo, ero di fronte alla casa di Jaydon.

Guardai l'ora sullo schermo del telefono.

Mezzanotte.

Chiesi al tassista se avesse potuto aspettarmi lì per qualche minuto. Non avevo un piano, ma ero sicura che in poco tempo avrei capito che cosa avrei dovuto o potuto fare.

<<Vada, signorina. La aspetterò qui>> disse lui, gentilmente. Era un uomo calvo, di mezza età. Sembrava davvero terribilmente annoiato.

Lo ringraziai e mi avvicinai verso la casa di Jaydon.

In un primo momento non me ne ero resa conto ma poi, avvicinandomi di più, mi accorsi che da una delle finestre proveniva una debole luce.

Una storia d'amore d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora