Lasciare la presa - JAYDON'S POV

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<<Ciao, Millie>> disse Jaydon. Era seduto da solo sulla riva di una delle tante piccole spiagge che da Orange Bay si inseguivano fino a Portway, tra dune alte e basse e scogli di ogni dimensione.

<<Jaydon>> rispose Millie.

E la macchina dei pensieri di Jaydon si mise in moto, come un mare in tempesta.

Mi dispiace per oggi. Mi dispiace per le storie che avremmo potuto raccontarci e che forse invece terremo chiuse dentro di noi.

Mi dispiace perché la vita funziona anche così, qualche volta. E non c'è nulla che possiamo fare per modificare certe situazioni.

Mi dispiace perché per quei tuoi occhi avrei fatto l'impossibile, ma a quale prezzo, per te, Millie?

Mi dispiace perché ieri sera avrei voluto baciarti ancora. Una volta, due volte, mille volte. Chi avrebbe immaginato un inizio d'estate così? E come avrei potuto dopotutto?

C'è quella storia, un altro amore da tenere in piedi.
Ma è durato un solo istante, la prima volta. I tuoi occhi nei miei per un solo, maledetto, incredibile istante. Una frazione di secondo sospesa in bilico tra il mio mondo e il tuo. Il resto che cos'è?
Nulla.
Ma ti farebbe male, Millie.
Ho imparato a... lasciare la presa.

Lasciare la presa.

Ti vorrei chiedere come stai, ti vorrei chiedere che cosa stai facendo, con chi sei. Perché è così che ci si sente quando il cuore prende un battito diverso all'improvviso, e quante volte posso dire che sia capitato nella mia vita?

Così, mai. Che io sappia, mai.
Mai. Tre lettere. Tre fottute lettere. E poi tu.

Ma lasciare la presa... per non farti del male, perché non è giusto. Perché tu...

...Sei diversa.

(Da chi?)

Da tutti gli altri. Ho qualcosa da fare, ed è sempre stato così. È sempre stato tutto così incredibilmente chiaro nella mia testa. Fino a quel pomeriggio sulla spiaggia, fino a te.

Era qualcosa di cui avevo sentito parlare e di cui però non mi ero nemmeno mai interessato.

Sentirsi così vivi, vivi fino al fondo del midollo.

Ma uno sguardo ferma il mondo, ferma il tempo. Come una spugna cancella il gesso dalla lavagna, una lettera dopo l'altra, un'illusione dopo l'altra. Così è stato con te. Anche se ci sono mondi che non possono e non devono essere cancellati. Non ancora, almeno. Non...

<<Jaydon?>>

Non c'era ancora la sicurezza di dirle ciò che aveva in mente. O meglio, la sicurezza c'era. A mancare, forse, era il coraggio.

(Lasciare la presa, lasciare la presa, lasciare la presa. Lezioni imparate nella vita.)

Come posso dirtelo, adesso? Come, quando tutto ciò che vorrei fare è...

...correre. Correre come un pazzo, correre sotto casa tua. Baciarti, strapparti ogni vestito, fare l'amore con te. Una notte, poi una vita.

Non è tanto per dire. È perché l'ho sentito. Lo so. So che non desidererei più altro, più nessuna, più nulla di diverso da te e dal tuo mondo.

E allora...

(Betty)

(Non perdere di vista ciò che è da sempre AL CENTRO di tutto)

E tu e il resto non potrete mai correre su quel binario, perché è un binario che non termina da nessuna parte.

(Si schianta, alla fine.)

<<Jaydon?>> ripetè Millie, con un filo di voce.

Tutto ciò che vorrei dirle è che quella voce... la sua voce... non c'è una spiegazione. Millie mi è entrata dentro, infrangendo tutta la vita che mi portavo addosso, come il fulmine squarcia all'improvviso il cielo estivo preannunciando il temporale.

Magari ti sbagli, Jaydon. Magari è soltanto stato un bacio come un altro. Una storia mai nata e che quindi non deve nemmeno finire, perché non esiste.

(... Lasciare la presa)

Avrei voluto chiederle di uscire domani.

<<Jaydon?>>

<<Millie, non ci possiamo più vedere.>>

Una storia d'amore d'estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora