Ero sdraiata a pancia in giù sulla sabbia, e Alicia era di fronte a me. Potevo guardarla negli occhi, con l'oceano dietro le sue spalle e i raggi caldi del sole che si schiantavano sulla sua schiena, perdendosi da qualche parte, chissà dove. Victor era cavalcioni sopra di me. Paul era sopra di lei.
Le sue mani sulla mia pelle scivolavano lente, delicate, intensamente. Provavo dei brividi lungo tutto il corpo. Non pensavo a nulla. La brezza trasportava il profumo salato dell'acqua fino alle mie narici e lo respiravo tutto, lo facevo diventare parte di me, del mio corpo. Di quel momento leggero forse ma bello, divertente, rilassante. Giusto.
<<Paul, che tocco>> disse Alicia in tono... languido. Paul rise e Victor fece lo stesso. Io la guardai e lei strizzò l'occhio.
Tu sei tutta matta, pensai. Ma mi piaci. Mi piaci così.
Victor aveva iniziato a spalmare la screma solare sul mio corpo.
E dalle spalle era sceso giù, lungo la schiena. L'aveva attraversata leggero e deciso al tempo stesso. Avevo sentito le sue dita infilarsi sotto la parte superiore del mio bikini, di tanto in tanto. Si erano mosse piano e poi le sue mani avevamo continuato a scendere, allargando la crema sul mio corpo. Era stato sulla schiena e aveva premuto di più con le mani. Intanto lo sentivo seduto sopra di me, che si muoveva lentamente per raggiungere ogni punto del mio corpo. Lo sentivo ed era... era strano ed era eccitante al tempo stesso. Le sue mani erano scivolate poi giù, fino quasi al sedere. L'avevano sfiorato, si erano fermate per un attimo, erano poi risalite velocemente lungo la schiena. Avevano toccato ogni sporgenza delle mi costole e la parte più esterna dei miei seni e ancora era stato bello, più di quanto avessi potuto credere.
Un paio di ore prima... come avrei potuto immaginare di ritrovarmi così, in quella situazione?
<<Continuo?>> chiese Victor appoggiando all'improvviso le labbra al mio orecchio.
Mi sentivo rossa, accaldata, con il cuore a mille. Eppure tranquilla allo stesso tempo. Volevo che...
<<Continua>>, sussurrai, chiudendo gli occhi.
E lui lo fece.
Sentii un altro fiotto di crema che scivolava sulla mia schiena e poi le sue mani che riprendevano a spalmarla e a massaggiarmi, lentamente , con dolcezza, con sensualità. Mi accarezzò il collo piano, procurandomi un brivido inatteso, forte, che aveva radici lontane giù... da qualche parte...Poi tornò a scendere, oltre il reggiseno e ancora giù, sul mio sedere, sulla parte che il costume lasciava scoperta per il sole, e non si fermò. Si mosse piano, lentamente, sulle mie gambe, sulla parte più interna e poi ancora giù, fino ai piedi per poi risalire e ricominciare da capo, ma ancora più intensamente, ancora più profondamente, in ogni punto che di me si poteva vedere. Sospirai, mi morsi il labbro inferiore. Sentii il cuore accelerare.
<<Victor...>> sussurrai.
Non volevo dire nulla. Il suo nome scivolò così fuori dalla mia bocca, con naturalezza. Sentivo il suo desiderio crescere, lo sentivo su di me e contro di me. Lo sentivo ed era... inatteso, stupido, folle, sbagliato... bello. Mi chiesi se Alicia stesse provando le stesse cose. A giudicare dall'espressione divertita e... rilassata che era stampata sul suo viso c'era da scommettere di sì.
Pensai a Jaydon per un istante, e ancora una volta tornai al modo in cui aveva baciato Betty davanti alla porta di casa.
(Perché quello ti ha ferita, Mills. Più di tutto il resto. Più di essere stata messa da parte, più dei segreti, più delle cose non dette. Quel bacio era stato un bacio... naturale).
Chiusi gli occhi, trattenni il fiato.
Le mani di Victor erano tornate a torturare la parte più interna delle mie cosce, per poi salire e scendere tra schiena e sedere come su una montagna russa, e risalire attraverso i miei seni e fino al collo, ancora una volta.
Ti prego, pensai, ti prego Victor. Fermati.
Continua....fermati...
Continua...
Mi voltai, lo guardai negli occhi, azzurri e sorridenti, pieni di vita e calore, voglia, libertà, pazzia.
Lo guardai ed eravamo più vicini di quanto pensassi perché si era abbassato sul mio corpo, tanto da far scivolare il suo petto contro la mia schiena.
Eravamo così vicini e così giovani e così stupidi che...
(Jaydon rappresenta forse qualcos'altro, Millie. Qualcosa che magari non può andare d'accordo con l'estate...)
...che le sue labbra erano a un passo dalle mie, senza che me ne fossi resa conto.
Sulle mie, adesso.
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Una storia d'amore d'estate
RomantikMillie ha diciotto anni. È l'estate dopo il diploma: quella in cui si diventa grandi, dicono. Quella in cui si dovrebbe pensare soltanto a divertirsi, un attimo prima di entrare definitivamente nel mondo degli adulti. Ma per lei, che ha dovuto assi...