Pensiero 126: Amarezza

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Ecco, è successo di nuovo. La situazione si ripete continuamente ed io non posso impedirlo.

 Stavolta fa meno male perché la conosco da poco tempo.  

Nonostante ciò, ho la testa appoggiata sul banco e respiro l'odore del detersivo. 

Le buone abitudini non si interrompono mai, eh? 

Più che tristezza, è una situazione di amarezza. 

Mi chiedo se, un giorno, tutto questo finirà e qual è il senso della mia vita. Sempre che un senso ce l'abbia. 

Il biglietto con la frase misteriosa mi indica che tutto ha un significato ed è come se, metaforicamente, mi schiaffeggiasse. Anche lui, ormai, mi chiede di aprire gli occhi. 

Ma cosa devo vedere? 

Che Deb è invidiosa di me lo so, che io valgo e merito più di quel che penso l'ho capito. 

E, allora, cosa mi manca? 

La vita potrebbe essere più chiara a volte, e invece no, dobbiamo scoprire tutto da soli. 

Crescita personale, mi dice sempre zia Iris.

Beh, l'indizio del fogliettino non mi basta più. 

Tu, tu che sei al di sopra di me, facilitami le cose e dammi un altro segno. 

Una sensazione di colpa mi invade, eh già, lo so che non funziona così. Devo aspettare. A furia di aspettare, però, invecchierò. 

Okay, basta lamentarsi adesso. 

Decido di provare a far passare più velocemente  il tempo scarabocchiando qualcosa sul mio quaderno di scienze. 

La professoressa sta guardando qualche tesina dei miei compagni di classe. Sono felice di aver già concluso quella parte che, nel mio caso, è la principale. 

Disegno dei pianeti utilizzando la fantasia e do loro dei nomi strani. Voglio costruire la mia Galassia immaginaria. Chissà, forse esiste per davvero ed è il luogo da cui provengo. 

Quest'idea mi suscita una risatina soffocata. 

Sono sicura che il risultato sarà penoso, non so proprio disegnare. Potrei passare anni ad esercitarmi e sarebbe tutto inutile. Allo stesso tempo, però, mi piace. È una forma d'arte ed io ne ho grandissimo rispetto. Il disegno è un rifugio per molte persone come lo sono per me la musica e la scrittura. 

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