Avete mai pensato a come sarebbe entrare nella mente di una ragazza vittima di bullismo psicologico?
Io lo so bene, perché quella mente era la mia.
Ho mischiato la storia inventata di una ragazza con i miei pensieri reali. Ricalca la mia esperienza...
Giulio ha vinto la sfida (che consiste nel giocare a "Sasso, carta, forbice") contro Tommaso. In questo modo si è aggiudicato il posto alla mia sinistra, mentre Roberto si è categoricamente rifiutato di cedere il posto accanto a me alla mia destra.
Quando ci sediamo tutti a tavola per il pranzo di Natale il piccolo scoppia a piangere.
"Se vinci avrai il posto accanto a Sarah e...dieci figurine" gli aveva proposto Giulio.
Tommaso, però, era visibilmente pentito. Aveva perso tutto, sia le figurine del cugino che la sedia accanto a me.
Non riesco a sopportare di vedere Tommaso così, allora vado da lui e lo consolo. Gli faccio capire che, anche se un po' più distanti, siamo comunque vicini e che io gli voglio sempre bene, non importa quanto lontani siamo. Lo abbraccio e lui smette di piangere.
Accetta tutto in silenzio, ma si vede la sua rabbia nei confronti di Giulio.
Con il pranzo iniziano anche i rumori delle posate e dei piatti. Ovviamente il chiacchiericcio non può mancare. Siamo una famiglia dalle voci squillanti. Nessuno di noi, e sottolineo nessuno, ha un tono basso e calmo. Questo trambusto, però, è musica per le mie orecchie.
Sto mangiano, è tutto buonissimo come al solito, ma sono un po' irritata.
Giulio continua a mangiare rumorosamente, a parlare a raffica e non manca neanche qualche gomitata.
Raccolgo tutta la pazienza che ho e sopporto la situazione mostrandomi felice ed interessata ai suoi argomenti.
Attenzione, non sto mentendo tacitamente, non del tutto almeno. Voglio godermi la presenza di Giulio, non lo vedo da mesi ed averlo qui è un sogno. Non voglio di certo litigare con lui. Le sue gomitate inconsapevoli, anche se mi innervosiscono, le sopporto volentieri.
Credo che Giulio mi abbia parlato di tutte le partite di calcio degli ultimi mesi e di tutti i calciatori di squadre italiane e francesi nel tempo di un pranzo.
-Okay, ora passiamo alle squadre tedesche e inglesi-.
-Dopo Giulio, adesso devi dire la poesia-.
Il bambino si alza, sale in piedi sulla sedia a capotavola...
-Attento a non cadere!-. Avverte nonna.
...e recita la poesia di Natale a memoria. Applaudiamo.
Tocca a Roberto che si posiziona davanti alla sedia. Pronuncia ad alta voce alcuni versi e poi torna al suo posto.
- Ora la più grande!-. Zio Luca è entusiasta.
Credo che farò bella figura con i miei parenti, ho preso da internet la poesia di Natale più bella che ho trovato. E' una poesia che dedico a loro e parla delle due cose che rendono magico il Natale.
-I regali!-. Urla Tommaso allegro.
Tutti ridono, alcuni sguaiatamente altri si trattengono.
-No Tommy. Sono la nascita di Gesù e la famiglia-.
-Mmmmh...- Ci pensa un po' -E' vero, ma anche i regali sono importanti-.
Altre risate riempiono la stanza.
Dopo aver recitato la mia poesia, è il turno del piccolo. Sale sulla sedia aiutato dalla mamma e, con la sua vocina sottile e dolce, pronuncia parole molto belle.
Ne manca solo uno all'appello, ma sembra essere sparito.
Matteo, infatti, ha deciso di nascondersi dietro alla tenda, si vedono le scarpe.
Matteo si rifiuta di recitare la sua poesia e diventa rosso, si vergogna a parlare in pubblico.
Alla fine gli adulti riescono a convincerlo. La voce diventa bassa come un bisbiglio.
La prima metà della poesia non l'ho proprio capita, ma non importa. Appena finisce scoppia un entusiasmante applauso.
Ancora intimidito si avvicina a me.
-Andiamo a giocare in cameretta?-.
-Si!-.
Il mio sguardo cade per l'ultima volta sulla tavola imbandita intorno alla quale gli adulti si passano i biglietti di Natale dei miei cugini. Li guarderò dopo.
Adesso, invece, esco dalla sala.
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Note d'autore:
Ciao, come va?
Eccomi di nuovo.
Anche voi quando eravate piccoli recitavate la poesia a Natale?
Lasciate una stellina e qualche commento se vi va!