«Jenna, vuoi togliere quella schifezza?» sbraita il preside. Jenna, la segretaria, spegne la radiolina sulla scrivania detronizzando le note di Toxic: «agli ordini, signor Duke.»
Seguo il signor Duke nel suo regno. L'anticamera è presieduta dalla postazione della sua segretaria, e una porta la separa dall'ufficio vero e proprio. Jenna indica in quella direzione, dove una donna è seduta con le gambe accavallate di fronte alla cattedra del preside. «La stanno attendendo, signor Duke,» dice Jenna senza smettere di ruminare la chewing gum.
La signora nell'ufficio del preside poggia il gomito sullo schienale della sedia e si volta a guardarlo. Indossa un completo scuro da uomo, ma il colletto largo della camicia bianca e il cravattino allentato denotano un tocco femminile. I lunghi capelli tinti di rosso fuoco le si richiudono sui lati del volto scarno e latteo come un cappuccio scarlatto, mentre i suoi occhi trasudano qualcosa di antico.
Il preside mi indica un sedile nell'anticamera: «aspetta qui mentre parlo con tua madre.» Mi tolgo lo zaino, lo metto fra i piedi, mi siedo e giuro che il passo deciso del signor Duke si fa sempre più insicuro man mano che si avvicina a Mercedes. Perché chiamo mia mamma per nome? Si è sottoposta a tanti e tali trattamenti di bellezza e ritocchini estetici che qualcuno potrebbe scommettere che abbia quasi la mia età, eppure io fatico a riconoscerla come quella di una volta. Prima che il signor Duke si richiuda la porta alle spalle ho il tempo di scorgere mia madre che mi fa l'occhiolino.
Sento il preside chiedere scusa per l'attesa, e subito dopo spezzare ogni preambolo incalzando Mercedes su tutti i motivi per i quali il mio ritorno alla Harper High School non è cosa fattibile. Sebbene non sussistano ostacoli legali perché io riprenda gli studi nella mia vecchia classe, i pareri medici hanno sconsigliato un rientro tanto repentino... Poi ogni parola che posso origliare viene silenziata dalla voce di Britney Spears. Jenna ha riacceso la radiolina nascosta sotto il monitor, mi schiaccia anche lei l'occhio mentre attacca Starship di Nicki Minaj.
Da dove sono seduta provo a sbirciare attraverso la porta finestra cosa succede nell'ufficio del preside. Mercedes gli sta mostrando i risultati degli esami che ho svolto da privatista quest'ultimo anno che sono stata lontana dalla Harper, e che ho superato con voti eccellenti (tranne forse in matematica). Vedo Mercedes di schiena, e la sua chioma rossa ricaderle sulla giacca nera, ma posso immaginare l'aria che si è messa addosso: quella romantica e ingannevole di una donna che ha bisogno disperato di affetto. Immagino questo e non mi accorgo che il signor Duke ha sollevato la cornetta del telefono.
«Jenna, hai sistemato come ti ho detto le lasagne di Fiona?» Il preside parla in vivavoce dal centralino della segretaria. Jenna scatta in piedi: «mi ero dimenticata, signor Duke. Provvedo subito.» Jenna stacca la conversazione interrompendo un'imprecazione a metà, raggiunge il mini frigo dove tiene il suo pranzo e quello del preside, le lasagne preparate da sua moglie Fiona. Poggia il contenitore sulla scrivania e scarta la stagnola maledicendosi: «non andavano nel congelatore. Fai questo, fai quello, mi fa dare di matto...»
Dal vetro della porta vedo il preside guardare fuori dalla finestra in direzione del parcheggio. Sta indicando a Mercedes la sua scalcinata Ford TD Country Squire. Mia madre avrà già dirottato la conversazione sulle convenienti polizze offerte dalla sua multinazionale. Dominano il ramo delle assicurazioni e offrono polizze su qualsiasi cosa, da un semplice incidente domestico a intere calamità naturali! Le assicurazioni automobilistiche sono il cavallo di battaglia di Mercedes. Nomen omen.
«Questo è un piccolo segreto fra noi,» mi dice Jenna. Prende con due dita la chewing gum dalla sua bocca e la infila nella lasagna fra uno strato di sugo e l'altro. «Così impara a trattarmi da babysistter.» Io accenno un sorriso, e penso che il signor Duke se la caverà al massimo con un brutto quarto d'ora.
Mercedes si è alzata in piedi, sento distintamente la sua voce: «Baby Lynn vuole solo lasciarsi tutto alle spalle e tornare alla vita di prima. Andare in un'altra scuola significherebbe per lei ricominciare daccapo. La Harper è invece la sua casa.» Il signor Duke l'accompagna alla porta: «non si dia pensiero, sono felice di riavere Baby Lynn con noi.» La porta si apre, Mercedes esce per prima. Sul suo volto quel caratteristico nonsoché losangelino si confonde con una sottesa espressione di vittoria. Jenna si affretta a spegnere la radiolina, ma non fa in tempo prima dell'attacco di Oh Yeah.
«La ringrazio per la comprensione, Angus» dice Mercedes. Il signor Duke si chiama Angus? Angus Duke? Che nome ridicolo! «Non lo dica neppure,» replica a mia madre il signor Angus Duke accompagnando la frase con uno sbarazzino gesto della mano. Mercedes ammicca un sorriso. Essere direttrice generale di una nota compagnia assicurativa significa pur qualcosa.
Mi alzo in piedi, prendo lo zaino, lo ruoto in aria per portarlo dietro la schiena e in questo movimento aereo faccio in modo di colpire il contenitore sulla scrivania di Jenna. Il recipiente cade per terra e la lasagna di Fiona si sparpaglia sul pavimento. «Non volevo,» mi fingo dispiaciuta, e in fondo l'ho salvato da un'intossicazione se non da qualcosa di molto peggio. Il signor Duke mi dice di non darmi pensiero e ordina a Jenna di pulire mentre mia madre mi accompagna fuori dall'ufficio.
«Ci vediamo a casa.» Mercedes ha sempre un qualche impegno di lavoro verso cui correre sui suoi plateau tacchi alti. Io invece vado nella direzione opposta.
Dopo un anno, finalmente, succede quel che deve succedere. Rientro nella mia vecchia classe. La lezione è già cominciata. L'insegnante di matematica si interrompe, mi invita a prendere posto. Tutti gli altri sono seduti, tutti quanti non mi staccano gli occhi di dosso, o meglio quasi tutti.
L'anno prima il banco al centro della prima fila era il mio. Ora è occupato da Barbie. Lei non mi degna di uno sguardo. Anche se vorrebbe con tutta se stessa. Ai suoi lati si allargano come un ventaglio Matt, Jimmy e Chris da un lato, Chloe e Mary dall'altro lato. La prima fila è sempre stata predominio della Cerchia, irradiata dalla luce della finestra come la vetrina di un negozio sempre tenuto a lucido. Esistono per essere guardati, e nessuno di loro osa considerarmi.
Non uno dai banchi più indietro mi rivolge la parola, così sono costretta a raggiungere l'ultima fila. Quella dei nerd, degli sfigati. L'ultimo gradino della catena alimentare. Nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile ricominciare.
«Libero?» domando a un ragazzo indicandogli il posto vuoto accanto al suo banco. «Ne sei sicura?» mi chiede lui. Ho già rinunciato da un pezzo ai privilegi della Cerchia. Annuisco. «È libero,» dice. Mi siedo, l'insegnante riprende la lezione.
Mi volto ancora verso quel ragazzo. «Come ti chiami?» Lui alza un sopracciglio, come se avessi fatto una battuta. «Siamo stati nella stessa classe per tre anni di fila,» dice lui offeso. Quando ero nella Cerchia non avevo mai nemmeno pensato di rivolgere la parola a uno solo dei compagni seduti dietro di me. Non insisto.
«Freddie,» dice: «sono Freddie Lomax.» Gli sorrido: «io sono Baby Lynn.» Lui fa di sì con la testa: «lo so chi sei.»
No. Tu non mi conosci. Tutti voi pensate di sapere chi io sia. Ma la Baby Lynn che conoscevate non esiste più. La domanda è: siete davvero pronti per conoscere la nuova Baby Lynn?
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WIZ GIRL (Completata)
Teen FictionChi è Baby Lynn? Un anno fa era una delle studentesse più amate della Harper High School. Fino al giorno in cui qualcuno ha pubblicato online un video che le ha rovinato la vita. Un video che l'ha spinta a tentare il suicidio. Da allora nessuno ha p...