POWERBOMB #5

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«Tu che sei il tuttologo del perdono,» gli dico senza riuscire a nascondere la nota di antipatia verso il suo atteggiamento da perfettino. «Illuminami, venerabile Lomax, riesco ancora a capire come si possa perdonare chi si prostra ai tuoi piedi. Dimmi, come si può perdonare chi non mostra nemmeno un minimo segnale di pentimento? Spiegami come potrò mai perdonare Mercedes se lei stessa non ammette le sue colpe e pensa di avere agito sempre per il meglio. Come si fa? Come si perdona?»

Se esagero è forse perché provo un tratto di gelosia, ed è quello che io non voglio ammettere. Me la prendo con Lomax perché è l'unico che sento vicino, l'unico che c'è sempre per me. Lui non reagisce schermandosi o contrattaccando. Reagisce alla maniera di Lomax. Mi mette un braccio intorno alle spalle. Siamo seduti al tavolo dei giudici, sotto il ring, al centro della Catedral. Secondo i cavalieri di cartone io sto al posto del giudice Winston e lui in quello del giudice Spenser. Lomax adesso mi stringe con entrambe le braccia. «Non esistono colpe che non possono essere perdonate. Non tocca a noi decidere chi si debba perdonare e chi no. Però il tuttologo e illuminato Freddie Lomax può dirti che esiste una legge non scritta nel Sacro Trattato del Perdono. Questa legge dice che, anche se perdoniamo tutti, non siamo obbligati a dividere il nostro tempo con chi ci ha fatto soffrire. Perdonare una persona non significa conviverci per sempre. Tu avrai superato il male che ti ha fatto, lei rimarrà a patire le sofferenze che ti ha causato.»

«Mercedes è mia madre. Sono obbligata a vivere con lei.» Lomax mi solleva il mento con due dita. Ci guardiamo negli occhi. «Non puoi scappare da casa, lo capisco. Questo non significa che tua madre potrà continuare a usarti come più le aggrada. Mercedes dovrà fare i conti con la nuova Baby Lynn, con la nuova te, e questo non lo potrà cambiare nessuno.» Sento il suo alito profumato carezzarmi il naso. Sollevo ancora di più la testa verso di lui. Le dita di Lomax si infilano tra i miei capelli, dietro l'orecchio, mi scivolano sulla nuca. Stavolta non farò nulla per spezzare il momento. Sono sua. Lui è mio.

«Interrompiamo qualcosa, piccioncini?» Blanco Jr. e Tìa Soledad scelgono il momento sbagliato per entrare nell'arena vuota. Blanco indossa come sempre la maschera da tigre su smoking bianco, ma stavolta la maschera presenta delle rifiniture in oro e un restyling più minimale. Deve essere la maschera che indossa per le grandi occasioni, come per il party dato in suo onore per celebrare la vittoria. Lui e Tìa Soledad tornano proprio da lì, dal gran galà al Rental Noir. Hanno mantenuto la promessa.

«De-manipolarti non sarà un gioco da ragazzi, biondina» dice Blanco Jr. scivolando sotto le corde e salendo sul perimetro del ring. «Soprattutto per te, sarà molto doloroso. Dovrò applicarti un rognone a mò di cuffia, simile alla retina per i capelli. Spero che il tuo gel non rovini i ricettori squid.» Tìa Soledad fa il giro del quadrato e ci raggiunge alla seduta dei giudici, mentre Blanco Jr. ci parla dal ring. «Il sistema si basa sulla matematica dell'elettroencefalografia che ho elaborato personalmente: prende il meglio dalle scienze degli elettro-neurologhi e dei neurochimici. In pratica ti applico il rognone tramite degli elettrodi all'occhio e al cranio, ti inserisco un disco sulla linea d'uscita del cervello e... zap, non è piacevole.» Me la sto facendo sotto. Blanco Jr. estrae una busta nera dalla tasca interna della giacca e la sventola in aria. «Ho tutto qui dentro. Ti avverto, se fai resistenza il rognone ti fonde le meningi. Può capitare che tu reagisca male all'amplificatore interno del disco e quello ti frigga le cervella. Rimarresti viva, ma in stato catatonico, per l'eternità.»

Batto i pugni sul tavolo e mi alzo in piedi. «Non mi fai paura con i tuoi paroloni. Vogliamo cominciare?» Lo raggiungo sotto il ring, Tìa Soledad ne approfitta per rubarmi il posto e si siede accanto a Lomax. Lui cerca di non guardarle nella scollatura, ma il suo sguardo incrocia delle macchioline scure sul suo elegante vestito scarlatto all'altezza del grembo. Lei se ne accorge e gli schiaccia l'occhio da dietro la maschera: «un piccolo souvenir. Non abbiamo giocato tutta la sera a black jack

«Frena, biondina. Ho detto che ti avrei de-manipolata alle mie condizioni. Devi ascoltare la mia proposta,» dice Blanco Jr. Incrocio le braccia e metto il broncio. «Il tuo ragazzo ha detto...» Lo interrompo d'istinto: «non è il mio ragazzo.» Blanco Jr. sorride e riprende: «il ragazzo è disposto a tutto per il tuo bene. Ci ho pensato tutta la serata e ho trovato la soluzione. Io ti libererò dal condizionamento di Minimal Jack, a patto che il tuo ragazzo si batta contro Tìa Soledad!» Non mi sembra vero. Mi volto verso il tavolo dei giudici. La carnale combattente mascherata sta ridendo divertita, e non ho dubbi che sia stata un'idea sua. «Il tuo ragazzo non deve battere la mia chiquita. Riterrò la sfida vinta se riuscirà a resisterle per almeno dieci minuti di cronometro. Dieci minuti, che vuoi che siano?»

Sto per ribattere e dirgli un paio di paroline poco carine, quando anche Lomax si alza in piedi: «sfida accettata!» Stavolta sono io a domandarmi se non sia impazzito. «Non guardarmi così, Baby Lynn. Tìa Soledad è una wrestler professionista, ma in passato anche io ho seguito un corso di kickboxing. Dieci minuti passano in fretta. Vedrai.» Le ultime parole famose. Lomax quasi cade in avanti quando riceve una gioviale pacca sulla schiena direttamente da Tìa Soledad: «così mi piaci, hombre. È tutta la sera che sono circondata da narcosanti e narcodollari, un po' di botte con un tipo a posto come te mi tireranno su di morale.»

Non ci credo nemmeno quando li vedo sul ring. Tìa Soledad è con l'abito da sera e i tacchi neri. Lomax si è sfilato la camicia ed è rimasto in canottiera, agita lentamente i pugni uno dopo l'altro davanti al suo mento. Io sono seduta al tavolo dei giudici, posto Winston, quando Blanco Jr. abbatte una martellata sul gong in finto oro. «Tìa Soledad, la madonna di Winter Spell, e Freddie Lomax, il cavaliere dei miei stivali. Mostrate il vostro valore!»

Blanco Jr. viene a sedersi accanto a me, posto del giudice Spenser. Non so cosa ci trovi di tanto divertente. Lomax e Soledad si muovono in circolo nel perimetro delle corde. Lomax non sferra un solo pugno o calcio. Si limita a schivare i colpi della donna, saltellando su se stesso e spostandosi da un lato all'altro. «Devi muovere le gambe meno velocemente, ragazzo» gli urla Blanco Jr. dalla nostra posizione: «come se facessi l'amore.» Guardo il timer attivo sul banco, siamo già a cinque minuti. Sopra il timer, Blanco Jr. ha poggiato la busta nera contenente il dispositivo per de-manipolarmi.

La strategia di Lomax è quella di resistere per dieci minuti, senza colpire, senza farsi colpire, e mi auguro senza farsi ipnotizzare dal notevole sex appeal della messicana. Lei si muove agile e aggraziata, mettendo in mostra il suo lato sexy a ogni attacco. Lomax schiva l'ennesimo colpo a bordo ring, inciampa, e si afferra alle corde. Il cuore mi si ferma. Se dovesse uscire dal quadrato delle corde, perderebbe l'incontro. Lomax si sottrae al calcio rotante della donna e si sposta al centro del ring.

«Tìa Soledad è nella top three delle mie wrestler preferite. Lomax è nella top three dei tuoi liceali preferiti?» mi domanda Blanco Jr. Corruccio lo sguardo. «Non fare la schizzinosa, biondina. Tutti i nordamericani che si rispettino hanno una top three di ogni cosa: degli show dell'anno, delle canzoni... Persino io che sono un messicano ho le mie top three. Oh, guarda, arriva il momento della Powerbomb! È in cima nella top three delle mie mosse preferite.»

Prima di guardare il match, guardo il timer. Nono minuto. Poi assisto alla scena tragica. Tìa Soledad si appoggia sulle corde e si dà lo slancio necessario per rimbalzare. Acciuffa Lomax, e mi viene il sospetto che per tutto questo tempo lo abbia solo illuso di non riuscirci. Come io nella corsa con Jimmy. La donna piega Lomax verso il basso, gli prende la testa e se la infila sotto gli spacchi del vestito, fino a bloccarla con le gambe. Stronza libidinosa! Abbranca Lomax per i fianchi, con incredibile forza lo solleva sulle proprie spalle e, alla fine di tutto, lo schiena schiacciandolo a terra. «Powerbomb!» urla Blanco Jr. alzando i pugni al cielo.

Sento male per lui. Lomax è schienato sul tappeto del ring. Tìa Soledand lo immobilizza tirandogli la gamba. Guardo il timer. I dieci minuti sono appena scaduti. Blanco Jr. spegne il cronometro e ripone la busta nera nell'interno della sua tasca. «Cara la mia biondina infernale, sembra proprio che abbiate perso.»

WIZ GIRL (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora