Alla fine delle lezioni, i ragazzi lasciano la scuola o gironzolano nel cortile con il naso inchiodato su WIZ. Una ragazza però è diversa dalle altre. Non impugna il cellulare. Il suo naso è forse ingombrante, ma quelle narici decise combinate agli occhi da cerbiatta la rendono estremamente carina. Sottile e altera, Patricia Haggis attraversa il verde dei giardini ma nessuno purtroppo si sofferma a guardarla, elegante come poche con il castigato cappotto rosso lungo sino alle ginocchia sopra la larga maglia azzurra che una sbarazzina cinta nera lega ai leggings neri.
Patricia non è antimoda, non è pudica, ma non è nemmeno sensuale al punto da giustificare Jimmy che la avvicina sul sentiero acciottolato e la ferma per dirle: «abbiamo trenta minuti per scopare prima dell'allenamento di basket.» Patricia è interdetta. Jimmy, lo sciupafemmine della Harper, la guarda a malapena. Sarà anche attraente con il suo fisico eburneo e muscoloso, finanche affasciante con la maglietta nera con il teschio e il berretto rosso indossato al rovescio, ma con la faccia inebetita da WIZ, se non solletica neppure l'umorismo di Patricia come pensa di poterle stimolare dell'altro?
«Vedi di smammare, Jimmy. Io non sono una di quelle.» Patricia continua per la sua strada, ma Jimmy la insegue: «non secondo WIZ.» Patricia si ferma per capire. Lei non ha mai avuto WIZ, caso più unico che raro della Harper, e lo stato di isolamento che ne è derivato non l'ha mai scombussolata. Sin da sempre è stata scarsamente incline alla vita social, e dopo la prematura scomparsa del padre si è dedicata anima e corpo alle sue aspirazioni da scrittrice. Guarda il cellulare di Jimmy: WIZ ha effettivamente selezionato Patricia come partner per il rapporto occasionale infra allenamento di modo che il giocatore scarichi la tensione e possa dare il meglio di sé in campo.
«Il tuo WIZ è ubriaco. Io non sono la tipa per te, e non scaricherò mai quella diavoleria.» Patricia è disgustata da una tale oscenità. Il suo fare aggressivo ha come depresso l'espressione di Jimmy, un atteggiamento inedito per il playboy della Harper. Patricia ha abbastanza acutezza emotiva da rendersene conto, e addolcisce il tono: «Jimmy, non chiedere mai a una ragazza di iniziare quello che non può finire.»
«Patricia Haggis, non hai ancora imparato ad aprire la bocca solo se è un bel ragazzo a chiedertelo?» A prendere le difese di Jimmy è una impertinente Barbie, comparsa da dietro un arbusto frondoso. Patricia, di tutta risposta, simula uno sbadiglio, copre la bocca aperta mostrando il dito medio a Barbie, e si allontana.
«Quella sgallettata è solo un peso morto per te,» dice Barbie approcciandosi a Jimmy. «Pensa che danno ti avrebbe arrecato se le sue prestazioni non fossero state alla tua altezza.» Barbie poggia le mani sui fianchi scoperti dal top verde acqua scollato, e divarica le gambe sotto la minigonna rosa come i suoi nuovi capelli. «Io e te ci conosciamo da anni, Jimmy. Lascia perdere Patricia. Che ne dici di strapazzare me?»
Jimmy non si sbilancia se prima non consulta WIZ. L'app elabora velocemente i dati a disposizione: la duratura e pregressa amicizia con Barbie può portare a un'intimità sessuale migliore di quella con Patrica Haggis. Match found! Il volto di Jimmy si illumina in un sorriso: «sei pronta ad assaggiare un po' di Jimmy?»
Pochi minuti dopo Barbie e Jimmy raggiungono il parcheggio della scuola. Da bravo cavaliere, Jimmy apre lo sportello del passeggero e fa salire prima Barbie. Poi fa il giro della sua auto e sale dal lato guida. È stata Barbie a indicare il luogo in cui avrebbero dovuto consumare il loro rapporto, dicendo che era stato il suo WIZ a suggerire la macchina di Jimmy. Il ragazzo, senza tradire un minimo di emozione, comincia a sbottonarsi i pantaloni: «scaldiamoci un pochino prima della partita.»
Se posso raccontarvi tutta la scena nel dettaglio è perché ho assistito in prima persona. Prima li ho spiati da lontano, ma ora li sento da vicino. Per tutto il tempo sono stata nascosta nel bagagliaio dell'auto di Jimmy, che è un gioco da ragazzi scassinare per una come me. Due sere prima, quando ero evasa dalla Red Zone, avevo aspettato che Simon Murphy, il mio carceriere, corresse ad allertare Minimal Jack della mia fuga. Ne avevo approfittato per tornare brevemente alla Phoenix Tower con l'idea di scoprire se c'era qualcosa che potesse tornarmi utile. La puzza di scopolamina mi aveva fatto scoprire un kit medico dal quale avevo rubato una lozione di cloroformio. Lo stesso cloroformio di cui ho imbevuto il fazzoletto con il quale adesso tappo la bocca di Jimmy, dopo essere sbucata a sorpresa dai sedili posteriori. Jimmy prova a ribellarsi ma Barbie, seduta di fianco a lui, gli immobilizza le braccia. Il tempo necessario perché il cloroformio faccia il suo effetto e Jimmy svenga. Ora è lui il peso morto.
Aiuto Barbie a fare cambio di sedile. Mettiamo Jimmy al posto del passeggero, con la testa poggiata sul finestrino come se l'avesse colto un colpo di sonno. Prendo il cellulare di Jimmy dalla tasca e lo lancio fuori, dietro un cespuglio. Il trasmettitore satellitare di WIZ ci avrebbe fatto geolocalizzare in pochi secondi, non possiamo correre il rischio. Dopodiché alzo il cappuccio sulla testa e torno a sdraiarmi nel bagagliaio. Barbie mette in moto e ci porta via.
***
Quando Jimmy riapre gli occhi, poco per volta, fa fatica a riabituarsi alla luce. Le aperture senza inferriate del Black Hole fanno entrare violenti raggi di luce che sembrano ferirgli le iridi. Si guarda intorno rendendosi conto di non essere mai stato in quella specie di deposito spoglio e polveroso.
Barbie cammina avanti e indietro, pensierosa e preoccupata. Si è tolta gli stivaletti marroni e cammina scalza con i collant rosa incurante di beccarsi un chiodo sotto la pianta del piede. Io invece sono ferma, a braccia conserte, di fronte a Jimmy. Sono vestita interamente di nero, come una ladra o un personaggio di Matrix, con il cappuccio alzato della felpa, fatta eccezione per il led delle mie scarpe da ginnastica che si illuminano ogni volta che, fremente, batto i piedi per terra.
«Baby Lynn? Barbie?» Jimmy prova ad alzarsi dalla sedia ma si accorge di essere legato con una corda. Dimena i muscoli ma il nostro campione di basket non riesce a sciogliere i nodi da marinaio con cui l'abbiamo impacchettato. «Siete impazzite? Venite a liberarmi. Cosa vi dice il cervello?»
Mi ero preparata un discorsetto ma la sua reazione mi spiazza. Quello che abbiamo davanti non è un robot privo di emozioni, ma il solito antipatico Jimmy che conosco fin troppo bene. «A te sembra che abbia bisogno di essere de-manipolato?» mi domanda Barbie sperando che io abbia la risposta.
«Un estremo dolore può sconvolgere una mente debole.» Tutti e tre ci voltiamo verso l'ingresso del Black Hole, da dove proviene la ragazza che ha appena parlato. Entra silenziosamente, un tacco dopo l'altro, con le mani infilate nelle tasche del cappotto rosso. «Un dolore, o un'emozione violenta come di chi rasenta la morte,» dice Patricia Haggis: «può frammentare le funzioni cognitive. Può liberare una persona dai suoi schemi mentali.» Patricia ci sta dicendo che la nostra aggressione ha de-manipolato Jimmy? Di certo un'aspirante scrittrice deve aver letto parecchia roba a riguardo. Come fa a essere qui? Probabilmente ha visto Barbie allontanarsi con Jimmy, e poi ha visto me coglierlo di sorpresa. Deve averci seguito fin qui, spiato i nostri discorsi... «La Harper è diventata un nido di idioti. Mi sembra che voi abbiate le idee chiare su come ripulirla, ragazze. Vi ascolto!»
«Beh, che diavolo, anche io sono dalla vostra parte!» dice Jimmy. La sua voce è convinta, il suo sguardo speranzoso e insieme imbestialito. Sì, è il solito Jimmy! «Ora però liberatemi, dannazione!»
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WIZ GIRL (Completata)
Teen FictionChi è Baby Lynn? Un anno fa era una delle studentesse più amate della Harper High School. Fino al giorno in cui qualcuno ha pubblicato online un video che le ha rovinato la vita. Un video che l'ha spinta a tentare il suicidio. Da allora nessuno ha p...