DO IT BETTER #4

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OGGI

Il football non ha mai conquistato il cuore di Winter Spell. C'è chi dà la colpa ai nostri inverni incredibilmente rigidi, che hanno reso impossibile praticare sport all'aperto negli anni passati. Ora, anche grazie al riscaldamento globale, si potrebbe pensare di mettere su una squadra e organizzare un campionato, ma ormai tutti sono abituati ad altri generi di sport. La Harper High School si è fatta un nome grazie al nuoto e al basket. Soprattutto al basket. Sebbene nessuno degli ex alunni sia mai diventato un professionista tutti ricordano l'odore di chiuso e sudore, le urla del coach Norris, le pesanti sessioni di allentamento, l'umiliante sconfitta nel campionato dell'89 e le vittorie consecutive tra il 2002 e il 2005.

Quando entro in palestra sento le urla che il coach Norris rivolge a Matt. Gli ricorda che esistono anche altri giocatori nella sua squadra, non solo Jimmy. Se Matt continua a servirgli un assist dopo l'altro anche gli avversari se ne accorgeranno. C'è da dire che Matt prova a seguire le istruzioni del coach, ma è più forte di lui. Non riesce a passare la palla a nessun altro. Jimmy fa altrettanto, snobbando i compagni di squadra in favore di Matt. La faccia del coach Norris diventa rossa paonazza a forza di urlare, ma alla fine dell'allenamento il "fantastico duo" Matt e Jimmy ha portato alla vittoria. I due sorbiscono il rimprovero del coach, che minaccia di separarli definitivamente. Matt e Jimmy cercano di trattenere le risate. Il coach Norris sa essere spaventoso. Il suo modo di fare ha piegato animi superbi e spezzato amicizie, ma per Matt e Jimmy sono parole al vento. Il coach Norris sarà anche severo, ma non metterebbe mai Matt e Jimmy in panchina. Ci tiene a vincere, e con Matt e Jimmy la vittoria è assicurata.

Il coach manda tutti alle docce. I ragazzi prendono asciugamani e cellulari dalle loro borse. Matt mi scorge fra gli spalti. Vede che ho le cuffie. Immagina stia ascoltando qualcosa. Non sa che ho appena attivato il microfono del suo cellulare così da sentire tutto quello che dice a Jimmy, il quale gli si è avvicinato dopo avermi notata anche lui.

«Matt, se non fai subito la doccia ti becchi un febbrone.» Jimmy tiene a Matt, ma vuole anche allontanarlo da me. Infatti aggiunge: «ricorda cosa ha detto Barbie!»

«Amico, io e lei dobbiamo parlare.» Matt sottolinea il più possibile la parola "dobbiamo". «Ho bisogno di stare solo con lei. Dieci minuti, non di più. Il tempo di chiarire alcune cose in sospeso. Per favore, coprimi.» Jimmy non capisce l'urgenza di Matt. Lui non ha mai dovuto affrontare una ex. Ma se il suo amico chiede un assist, Jimmy non può tirarsi indietro. Così se ne va. Io e Matt siamo soli, nella grande palestra. Stacco il collegamento al cellulare e mi tolgo le cuffie. Avanzo verso Matt, cercando di apparire insicura e ferita. Devo sembrare una vittima. Devo restare lucida. È difficile, Dio quanto è difficile! Matt era il ragazzo che mi dava il buongiono ogni mattina inviandomi l'emoticon di una rosa. Passavamo ore insieme a usare ogni filtro possibile su instagram. Le foto dei nostri baci hanno raggiuto quasi due milioni di like. È stata la mia prima storia seria, di quelle che ti spingono a cambiare il tuo status social in "impegnata". Eppure anche lui ha visto il mio deepfake prima che fosse caricato. Anche lui ha riso di me insieme agli altri.

«Mi dispiace. A volte Jimmy sa essere proprio uno stronzo.» Esordisce così, come a doversi scusare per una cosa detta da lui. Io la butto sullo scherzo. «Non puoi chiedere a Jimmy di non essere Jimmy.» Matt mi mostra il suo sorriso perfetto. Si accarezza la cresta rossa, il gesto che fa quando sa cosa dire ma non come dirlo. Lo conosco bene quel gesto. L'ha fatto tipo un milione di volte prima di trovare il coraggio di dirmi "ti amo". Dopo è stato tutto più facile, come una diga che si infrange. Me lo ha detto ogni giorno anche più di una volta.

«Voglio che tu sappia una cosa, ci tengo. Quando la Cerchia ha votato per buttarti fuori, io mi sono astenuto. Quando poi hanno votato per allontanarti, io mi sono opposto. Ho provato in tutti i modi a fargli cambiare idea. Avevi bisogno dei tuoi amici più che mai. Purtroppo non mi hanno ascoltato.» Matt sembra sincero su questo punto. Credo stia cercando il mio perdono, come l'assassino nel racconto di Lomax. Cerco di dargli quello che vuole. «Le cose sono sempre andate così nella Cerchia, anche prima di noi. Se qualcuno perde popolarità e rischia di trascinare con sé gli altri, la Cerchia deve buttarlo fuori e interrompere ogni contatto. Mi ha fatto molto male essere espulsa per una cosa di cui non avevo colpa, ma ho avuto tempo di riflettere quest'anno. Mi sono chiesta: se al posto mio ci fosse stata Barbie o Chloe o qualsiasi altra ragazza, non avrei fatto lo stesso per salvare la Cerchia? Matt, sono felice che tu abbia cercato di salvarmi. Ma è così che doveva andare.»

Riesco a vedere il sollievo prendere il sopravvento sul suo viso. «Per quanto riguarda quella cosa...» So dove vuole arrivare, ma non è ancora il momento. Dico a Matt che voglio parlarne con più calma. È un discorso complicato, e non possiamo farlo qui a scuola. Dobbiamo vederci io e lui, da soli, senza nessuno in giro. Matt è d'accordo. Mi saluta con un sorriso e anche lui, finalmente, va sotto la doccia. Mi allontano dalla palestra, disgustata. "Mi sono astenuto, Baby Lynn... te lo giuro, Baby Lynn, ho provato a far cambiare idea a tutti..." Pensi che basti, Matt? Pensi che questo ti salverà? Avresti dovuto combattere per me, Matt. Ero la tua ragazza una volta. Eravamo la coppia più invidiata della Harper High School. E cosa hai fatto per me? Un'astensione e qualche bella parolina? Troppo poco, Matt. Ero la tua rosa un tempo, ora le mie spine ti faranno molto male.

Esco dalla palestra e incontro Lomax. Mi ha aspettata per dirmi anche lui che Jimmy è uno stronzo. Mi invita a prendere un caffè, se dovessi avere bisogno di qualcuno con cui parlare. Gli chiedo se è libero, in questo momento. Sembra sorpreso che abbia accettato. Possiamo andare dove vuole tranne allo Speaky, il locale della Cerchia. «Conosco il posto giusto.»

Il locale dove entriamo si chiama VIX e a prima vista sembra una trattoria rustica. Tavoli apparecchiati per il pranzo. Tovaglie a quadri. Sedie e panche di legno scuro. Ci sono due clienti in un angolo che mangiano una quantità esagerata di pasta al pomodoro. Non sembra ketchup, ma vero pomodoro. Basta questo – e l'enorme bandiera italiana esposta su una parete – a farmi capire che tipo di locale sia. Lomax mi introduce a un uomo sulla cinquantina dalla pelle olivastra. È il proprietario: Arthur Margheriti. L'uomo rimprovera Lomax e il suo fare cerimonioso. Mi dice che posso chiamarlo "Arthur" come tutti. Poi si copre gli occhi. Non riesce a credere quanto io sia bella. Un angelo scappato dal paradiso. Mi fa sorridere il suo modo di fare. Ci accomodiamo a un tavolo. Lomax mi invita a provare il caffè aromatizzato al pistacchio. La specialità del VIX. Oggi mi sento in vena di provare cose nuove, e gli dico di sì. Lomax chiede due caffè al pistacchio allo "Zio Arthur", che si mette subito in moto.

«Sei italiano, Lomax?» Non lo avrei mai detto, visti i suoi capelli biondo cenere e il suo cognome. Lomax sorride e mi spiega la situazione: Arthur è nato a Winter Spell ma è fiero delle sue origini italiane. Lui e Nathan Lomax, il padre del mio vicino di banco, sono amici da anni. Per questo è come fosse uno di famiglia, uno zio. Lomax sta terminando la spiegazione quando mi squilla il cellulare. La notifica che aspettavo. Mary Goldberg, la santarellina, ha organizzato una nuova raccolta fondi per la Doing Better. Gli studenti della Harper High School sono invitati a partecipare.

Dicono che la vendetta abbia un sapore diverso per ognuno di noi. Oggi, per me, ha il sapore delizioso di un caffè aromatizzato al pistacchio.

WIZ GIRL (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora