WIZ GIRL (Completata)

TIME BOMB #8

L'ANNO PRIMA...

Quando il treno si fermò alla stazione non c'era nessuno ad aspettarmi. Beh, non avevo avvertito nessuno del mio ritorno. Tutti mi credevano morta, ricordate? Dalla fermata del quartiere povero di Winter Spell raggiunsi in pochi passi la mia vecchia casa. Quella dove i miei mi avevano tirato su, e dalla quale ero scappata l'anno prima.

Non avevo le chiavi. Suonai il campanello. Bussai alla porta. Con maggiore insistenza finché non venne ad aprirmi un'anziana signora. La signora mi disse che la precedente proprietaria le aveva venduto la casa e si era trasferita. Non sopportava più di vivere nella casa in cui tutte le pareti, ogni singolo oggetto, le ricordassero la scomparsa della figlia. Una ragazza che con tutta probabilità era stata rapita da una carovana straniera. La signora mi invitò a entrare, voleva offrirmi il tè, ma io rifiutai. Volevo solo sapere dove si fosse trasferita la precedente proprietaria. L'anziana signora cercò per me sull'elenco telefonico. Io non ne ho mai aperto uno, ma lei fu in grado di dirmi l'indirizzo esatto.

Chiamai un Uber e tornai in centro città. Non molto distante dalla stazione centrale di Winter Spell dove si nasconde la Tipping Wiz, dove ho vissuto nell'ultimo anno. Senza saperlo, ero vissuta a pochi chilometri dalla nuova splendente villetta di mia madre. Trovai Mercedes in accappatoio, distesa su una sdraio a godersi il sole. Aveva due cetriolini che le coprivano gli occhi e succhiava avidamente da una cannuccia un centrifugato verde scuro. Qualcosa di tonificante per l'organismo. Aveva la pelle arrossata, i segni dei numerosi lifting a cui si era sottoposta.

Mi sono annunciata con un semplice e distaccato: «salve, madre.» Dopo essersi tolta uno dei cetriolini ha aperto uno dei suoi occhi e mi ha squadrata in silenzio. Senza che avessi il tempo di fare nulla, mi saltò di sopra quasi rovesciandomi addosso la sua nauseante centrifuga, ma stringendomi nell'abbraccio più caloroso che mi avesse mai dato. Io rimasi ferma: fredda e paziente come una tarantola. Le ho raccontato la storia che avevo inventato insieme a MJ per giustificare i mesi della mia assenza: volevo allontanarmi da tutti, stare per conto mio, così sono andata a trovare gli unici amici che mi erano rimasti, in California, quelli che avevo conosciuto qualche anno prima durante un viaggio studio. Mi sono scusata per averla fatta preoccupare, ma era qualcosa che sentivo di dover fare per riprendermi dopo i fatti accaduti.

Mercedes si era versata dell'altro intruglio verde dalla bocca, l'ha succhiato via dal bicchiere da cocktail e mi ha aggiornata su cosa aveva detto a scuola e ai colleghi. La motivazione era più o meno la stessa, solo che nel suo racconto ero andata da amici in Europa: «perché "Europa" fa più effetto!» All'epoca della mia scomparsa aveva avvisato la polizia, quelli mi avevano cercato per qualche tempo, ma poi avevano gettato la spugna: avevano provato a convincerla che fossi scappata di mia iniziativa, proprio perché non sussistevano tracce di un possibile rapimento. Mercedes conclude dicendo di non essersi mai arresa, lei sapeva che un giorno sarei tornata a casa. Mi sono mostrata comprensiva e l'ho lasciata al suo bagno di sole.

Mi sono chiusa in casa tutta l'estate frequentando un corso intensivo online per recuperare l'anno scolastico perduto. Era indispensabile che fossi promossa, così da entrare nella stessa classe della Cerchia. Da alcuni account fake entravo su facebook o instagram per vedere come si erano comportati i miei ex amici. I successi che avevano ottenuto sotto il regno di Barbie. Mi costava ammettere che la leadership di Barbie era stata notevole, e che la Cerchia era arrivata molto in alto. Mi cullavo di questa idea: più in alto sarebbe arrivata, più rumore avrebbe fatto quando l'avrei distrutta.

Alla fine fui promossa a pieni voti, in tempo per il nuovo anno. Poi venne il gran giorno. Mi infilai gli shorts chiari, calzai le Dottor Marters rosso sangue e insieme a Mercedes mi diressi verso la Harper High School.

Era giunto il momento di tornare a casa.