↻ 𝐆𝐥𝐨𝐫𝐢𝐨𝐮𝐬 - 𝐌𝐚𝐜𝐤𝐥𝐞𝐦𝐨𝐫𝐞
𝐼 𝑚𝑎𝑑𝑒 𝑖𝑡 𝑡𝒉𝑟𝑜𝑢𝑔𝒉 𝑡𝒉𝑒 𝑑𝑎𝑟𝑘𝑒𝑠𝑡 𝑝𝑎𝑟𝑡 𝑜𝑓 𝑡𝒉𝑒 𝑛𝑖𝑔𝒉𝑡,
𝑎𝑛𝑑 𝑛𝑜𝑤 𝐼 𝑠𝑒𝑒 𝑡𝒉𝑒 𝑠𝑢𝑛𝑟𝑖𝑠𝑒.Sparecchiai metà tavolo e mi sedetti di nuovo al mio posto guardandolo con una faccia compiaciuta.
«Non sei molto furba, tu» rise afferrando la tovaglia e rovesciandola nel lavandino.
«Dylan, avete sparecchiato?» domandó sua madre mentre lui gli urlava di sì.
Quella voce non era più quella di due anni prima, no. Era così bassa e forte che ogni volta che la sentivo, mi rimbombava nella testa.
«Dove stai andando?» mi domandó vedendo che stavo per incamminarmi verso le scale.
«Non sono affari tuoi, comunque a dormire» mentii socchiudendo gli occhi e continuando il mio percorso.
Chi volevo prendere in giro? Volevo solo cercare qualche modo di uccidermi, preparare la mia morte, il mio funerale.
«Sono solo le otto» constató lui guardando il lampadario e facendomi innervosire.
«Okay Mr. Comando Io, allora esco» lo informai facendo un finto sorriso.
Mi girai e mi diressi verso l'entrata, quando sentii una frase agghiacciante.
«Già che ci sei, porta fuori il cane» pronunciò il ragazzo, sapendo che io ero spaventata da quegli animali.
Avevo avuto una brutta esperienza da piccola. Il cane della nostra vicina di casa mi afferró per la gamba mentre correvo perché secondo lei ero "una preda che correva".
«Quale cane?» domandai aprendo la porta e trovandomi davanti un golden retriever.
Un dolcissimo cane che mi faceva tremendamente paura e che era grosso come... Me?
Spalancai gli occhi ma fu inutile cercare di scappare, infatti l'animale mi saltò addosso facendomi cadere sul pavimento.
Avrei potuto reggerlo, ma i miei riflessi non erano pronti e andò a finire che io mi ritrovai schiacciata contro il pavimento.
Il suo preso mi opprimeva e avevo paura.
Iniziai a strillare fino a quando qualcuno mi tolse il cane di dosso e gli ordinó di stare seduto.
Non poteva essere Dylan perché stava accasciato sul divano a ridere come un idiota.
«Scusami, non voleva farti male» sentii una voce e poi vidi una mano tesa verso di me, che afferrai.
Quando fui in piedi mi trovai davanti ad un ragazzo molto carino, dai capelli castano chiaro, gli occhi leggermente a mandorla e le guance bordeaux dal freddo.
«tu devi essere Scarlett» fece lasciandomi la mano e sorridendomi.
Annuii mentre cercavo di capire a chi assomigliasse.
Le sue iridi erano abbastanza scure, ma i suoi occhi sembravano parecchio simpatici.
«Io sono Alec, il cugino di Dylan, mentre questa cagnolina è Chintya» scherzó ridendo e così feci pure io dato che la sua risata era contagiosa.
Guardandolo, era molto simile a Dylan.
«Appena avete finito di flirtare, ditemelo» mi distrasse Dylan mentre saliva le scale.
Oh, Dylan. Povero illuso. Eri per caso geloso?
«Stavi uscendo?» domandó Alec e io annuii.
«In effetti sì» feci sapere afferrando la mia giacca e aprendo la porta.
«Ti dispiace se vengo anche io? È tardi e le strade qua non sono illuminate» si propose e io scossi la testa.
Fuori faceva parecchio freddo ed era già buio da qualche ora.
«Figurati, mi farebbe piacere conoscerti un po' meglio» pronunciai in un sorriso che lui ricambiò.
Alec camminava vicino a me e ogni tanto spiccicava qualche parola, mi pareva un po' timido.
Camminammo per qualche isolato, fino ad arrivare davanti al Subemes, il bar più buono della città.
«Posso offrirti qualcosa?» domandó lui e io non rifiutai.
Karoline mi aveva insegnato tante cose, la prima era: mai rifiutare dell'alcool.
«Un cosmopolitan» dissi tranquillamente per poi dirigermi ad un tavolo.
Non sapevo resistere all'alcool, ogni volta che uscivo il sabato sera a ballare con Karoline, tornavo a casa completamente ubriaca.
Era come una droga per me.
«Non hai la faccia di una ragazza da alcolici» mi fece notare Alec guardandomi negli occhi.
Distolsi lo sguardo. Il fatto che lui sapesse per certo quello che era successo con Dylan mi faceva provare imbarazzo.
Ma lui mi sembrava diverso, lui forse capiva.
«Sí, in effetti l'apparenza inganna. Mi piace molto bere» risposi afferrando una patatina e portandomela alle labbra.
«Ecco a voi i due cosmopolitan» annunció la cameriera mettendoceli sul tavolo.
«Ti ringrazio, quanto ti devo?» domandai aprendo la borsa ma Alec mi richiamó.
«Pago io» annunció tirando fuori il portafogli, ma subito allungai una mano verso di lui per dirgli di fermarsi.
Una promessa che mi feci appena arrivai a Savannah, fu quella di pagare. Pagare, pagare, pagare sempre.
«Lascia che paghi io dato che sono un'ospite» insistetti e lui non mi venne contro.
«Sono dieci dollari» disse gentilmente la ragazza e io glieli porsi sorridendole.
«La prossima volta pago io» mi fece sapere Alec facendomi sorridere assottigliando gli occhi.
Conoscere un ragazzo e provarci, per me era un'arte. L'arte della seduzione.
Pesavo ogni parola, le parole sono tutto ciò di concreto che abbiamo. Se eri nelle mie grazie, in qualche modo lo capivi, se ti odiavo, pure.
«Stai presumendo che ci sarà una prossima volta? » domandai e lui annuí bevendo il suo cocktail.
«A te piace bere, a me piace bere. Tu abiti a casa di Dylan, io sono per la maggior parte del tempo lì... Quindi presumo di sì, ci sarà una prossima volta» mi spiegó e io finii il mio drink.
Bella mossa, Alec.
«Sai che io ho solo diciott'anni e non posso bere, vero?» domandai e lui annuí.
«Sembri molto più grande però, anche Dylan lo sembra. Non capisco cosa diano ai ragazzi del giorno d'oggi per sembrare così» scherzó e io sorrisi, ma venni distratta da un rumore.
Guardai fuori, dove mi pareva di aver sentito un tuono. Stava piovendo a dirotto e noi non avevamo l'ombrello.
«Chiamo zia Coralee e gli dico di passare a prenderci》mi informó Alec alzandosi ed allontanandosi, probabilmente vedendo la mia frustrazione.
Mi guardai un po' ingiro e notai un gruppetto di ragazzi che mi fissava.
Ne guardai uno che sembrava molto carino e poi tornai a farmi gli affari miei.
I ragazzi mi piacevano, mi piaceva essere guardata e ricevere attenzioni.
Ero diventata tutto ciò che non avrei mai voluto essere: una tipica adolescente.
STAI LEGGENDO
❁𝘽𝙚𝙨𝙩 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙𝙠𝙞𝙨𝙨❁
Romance«𝐒𝐚𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚? 𝐌𝐢 𝐟𝐚𝐢 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐟𝐨. 𝐍𝐨𝐧 𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐨𝐧𝐞𝐫𝐨̀ 𝐦𝐚𝐢, 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧. 𝐏𝐞𝐫 𝐦𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐞 𝐩𝐮𝐨𝐢 𝐦𝐚𝐫𝐜𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐟𝐞𝐫𝐧𝐨» Scarlett Jones è cambiata, non è più succube dell'opinione popolar...