|49|》Scambio di coppie.

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Il mattino seguente, andammo a scuola come al solito

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Il mattino seguente, andammo a scuola come al solito.

«Ti aspetto a pranzo, va bene?» le
domandai mentre annuiva.

Mi diede un bacio sulla guancia e sparí in mezzo alla folla. La stetti a guardare parecchio, fino a quando scomparve del tutto.

«Che faccia, sembri uno zombie» intervenne Logan, rovinando tutto come al solito.

«Ciao anche a te, Logan» lo salutai stropicciandomi gli occhi.

«Che è successo con Scarlett? Perché la guardi come un maniaco?» chiese passandomi una sigaretta che rifiutai.

«Ieri sera era strana, ci siamo avvicinati parecchio» sussurrai per non farmi sentire da nessuno.

«Più vicini del tuo wuster nel suo sandwich mi sembra improbabile» scherzó ricevendo un pugno bello forte sul braccio.

«Le ho detto qualcosa che fortunatamente non ha sentito» annunciai arrossendo, sembravo una ragazzina.

«Cucciolino, vuoi che ti asciughi le lacrime?» mi prese per il culo, facendomi ridere.

«È una cosa seria, Logan» spiegai guardando a terra.

«Tu sei rimasto sottone, capisco. C'è un piccolo problema che più o meno c'entra» mi risvegliò lui dal mio stato di tranche.

«Tutta la scuola non approva la vostra specie di relazione. Dicono tutti che tu sei troppo stronzo per lei e lei è troppo facile per te» annunciò mentre alcuni ragazzi mi fissavano.

«Solo chi sa può giudicare»

«Lo so, ma iniziano ad escluderla e a lanciarle bigliettini strani del tipo "Dylan si è preso un bel bocconcino anche se è un idiota" oppure "esci con me e ti faccio cambiare idea"» si interruppe per bere dalla bottiglietta.

«E sai perché non te lo dice? Solo per non farti fare brutti pensieri» chiarí alzando un sopracciglio.

Mi stava facendo sentire in colpa.

«Può uscire con chi vuole, te l'ho detto» cercai di cambiare argomento, nonostante non avessi idea di che effetto mi avrebbe fatto vedere Scarlett con qualcun altro.

A pranzo, incontrai la ragazza al solito posto.

«Ei, hai pensato a qualcosa per i nostri genitori?» domandai mentre lei annuiva, facendomi spazio da parte a lei.

«Mettiamo in giro voci su loro due. Ad esempio mio padre che sparla di tua madre, tu devi mettergli la pulce nell'orecchio e viceversa» mi spiegó mentre annuivo pensando già al piano.

Fecimo come disse lei quella sera e ne uscí un grosso trambusto.

«Io ti ospito in casa mia e tu dico queste cose di me?!» strillava mia madre, quasi piangendo.

❁𝘽𝙚𝙨𝙩 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙𝙠𝙞𝙨𝙨❁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora