|19|》Dylan il verginello.↻

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↻𝐏𝐨𝐯 - 𝐀𝐫𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐆𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞

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↻𝐏𝐨𝐯 - 𝐀𝐫𝐢𝐚𝐧𝐚 𝐆𝐫𝐚𝐧𝐝𝐞

𝐼'𝑑 𝑙𝑜𝑣𝑒 𝑡𝑜 𝑠𝑒𝑒 𝑚𝑒 𝑓𝑟𝑜𝑚
𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑝𝑜𝑖𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑣𝑖𝑒𝑤.

|Scarlett's point of view|

Il giorno seguente mi svegliai, ancora parecchio intontita.

Dylan stava ancora dormendo nel suo letto, stranamente. Così decisi di dargli un'occhiata nell'unico momento della giornata in cui sembrava un angelo.

Il suo respiro era cosí calmo che decisi di lasciarlo in pace e di scendere a fare colazione.

«Buongiorno, Scarlett! Strano, di solito è sempre Dylan il primo ad alzarsi» scherzó Coralee porgendomi due fette di pane e Nutella.

«Avrà fatto tardi ieri sera» constatai, anche se vagamente ricordavo di averlo visto.

A dir la verità non ricordavo come ero finita nel mio letto.

«Non saprei, non vi ho sentiti rientrare. Siete furtivi come due topi» annunciò, facendomi sorridere.

Sentii dei tonfi sulle scale, mi girai e vidi Dylan grattarsi un occhio e sbadigliare, con addosso una maglietta bianca che lasciava ben poco all'immaginazione.

Se vogliamo proprio dirlo, i suoi muscoli erano proprio quelli di un giocatore di football.

«Dov'è mio padre?» domandai, cercando di distrarmi dal ragazzo.

«È andato a prendere l'albero di natale! Lo so, siamo un po' in anticipo ma è fantastico il periodo natalizio» annunciò la donna aspettando una conferma da me, così annuii.

«Mamma, cosa c'è da mangiare?» domandó Dylan sedendosi al tavolo con gli occhi socchiusi e la voce leggermente più roca del solito.

Chi voglio prendere in giro? Era molto sexy quella voce.

«Ecco, Dylan» sua madre gli posò davanti un bicchiere di spremuta, due fette di pane con la Nutella e del latte con i cereali.

«Ciao, Dylan» lo salutai, dato che dal modo in cui mi avrebbe risposto avrei capito il suo umore.

«Ciao, Scarlett» fece lui, lasciandomi a bocca aperta.

Forse i suoi neuroni non si erano ancora attivati del tutto, lasciando spazio alla gentilezza.

«Come è andata la festa di ieri?» riprovai, incrociando le braccia e fissandolo mangiare.

Non mi degnava nemmeno di uno sguardo.

«Bene, era una bella festa» rispose tranquillamente, ancora mezzo addormentato.

Una volta finita la colazione tornai in camera per cambiarmi e rifare il letto.

«Sei pazza? Lo hai fatto di nuovo. Era l'ultima festa. Da settimana prossima puoi anche arrangiarti. Sei ubriaca? Bene, arrangiati» fece una scenata che mi spiazzó.

I suoi neuroni si erano svegliati, avevano fatto colazione e avevano deciso di mettersi al lavoro, rendendo di nuovo Dylan lo stronzo di sempre.

«Sei arrabbiato per Logan?» domandai ingenuamente mentre battevo la mano sul cuscino violentamente.

«Logan? No, Scarlett. Mi fido di lui, sai di chi altro non mi fido?» chiese retorico puntando un dito verso di me.

«Fidarti? Fidarti di cosa, scusa?» mi avvicinai a lui che sembrava cercare una scusa.

Conoscevo Dylan, non era molto bravo a dire bugie e a fingere.

«Fidarmi... Nel senso... Di bere» mentí rallentando e scandendo bene le parole.

Tipico di Dylan.

«Dimmi la verità» gli ordinai avvicinandomi a lui.

«È questa» si ostinó a ripetere, ma con me non attaccava.

«Dimmela oppure puoi scordarti la partita di stasera» lo minacciai con un filo di voce e un sorrisetto malizioso sulle labbra.

Non eravamo esattamente vicini ma nemmeno troppo lontani.

«Ecco... Io...» guadagnó tempo per poi scappare fuori dalla porta come un fulmine.

Mi catapultati fuori pure io e iniziai ad inseguirlo. Non ci volle molto prima che lo raggiunsi e gli saltassi in spalla.

Cercai di strozzarlo e lui cade a terra con me.

«Dillo!» ringhiai a denti stretti mentre l'altro cercava di liberarsi ridendo come un idiota.

«Soffoco!» fece lui cercando di togliere il mio braccio dal suo collo.

«Dillo!» ripetei stringendo più forte.

«Okay, okay! Gli ho chiesto di non fare sesso con te» sussurrò per non farsi sentire dai nostri genitori al piano di sotto.

Lo mollai e mi misi in ginocchio per guardarlo meglio.

«Quindi sei geloso?» lo provocai sorridendo e assottigliando gli occhi.

«Certo che no! Non volevo dartela vinta» mi informó rialzandosi irritato.

《E chi ti dice che io sia una facile?》chiesi, imitando la sua azione, per poi fissarlo.

《Si vede》sussurrò alzando le spalle, lasciandomi di stucco.

《Sai, Dylan. È normale provare attrazione per qualcuno, soprattutto alla nostra età. Sei tu lo strano apatico che frigna ogni volta che qualcuno lo tocca》lo provocai alzando un sopracciglio.

《Chi ti dice che io sia uno difficile?》domandó, riprendendo la mia affermazione.

《Si vede》constatai per farlo innervosire.

《Solo perché non bevo quanto te e sono una persona responsabile non vuol dire che io non abbia fatto sesso》spiegó e anche se la conversazione avrebbe dovuto prendere una piega imbarazzante, per me era solo divertente.

《Quando io me ne sono andata via però tu eri un verginello incallito》cercai di trattenere una risata vedendolo serio.

《Beh, pure tu eri una verginella, eppure le cose cambiano》rispose iniziando a fare due passi verso la nostra camera.

《Bei momenti quelli, ti racconto qualcosa dai》cercai di farlo sentire in colpa o di imbarazzarlo.

《Sto bene anche senza sapere》tagliò corto chiudendomi la porta della camera in faccia.

|Dylan's point of view|

Sono sempre stato un tipo parecchio tranquillo e responsabile.

Avevo diciotto anni, quasi diciannove, mentre Scarlett era a Savannah, ho fatto le mie esperienze, certo.

Nulla di cui vantarsi o di spettacolare. Solo cose da normalissimi adolescenti medi.

A volte mi mancava parlare con Scarlett di qualsiasi cosa, lei parlava come una macchinetta.
Sapevo persino a che età le era venuto il ciclo. Imbarazzante.

Stava cercando di farmi sentire in colpa, ma ci sarebbe riuscita anche solo guardandomi male.

Sí, cazzo. Mi sentivo in colpa, ma non potevo fare altrimenti. La famiglia era più importante di un amico.

❁𝘽𝙚𝙨𝙩 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙𝙠𝙞𝙨𝙨❁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora