|Dylan's point of view|
Scarlett avrebbe solo dovuto dirmi una cosa che provenisse dal suo cuore. Una sola che mi facesse capire che di me si fidasse. Avrebbe ristabilito la nostra amicizia e avrebbe potuto contare su di me per sentire la dura verità che voleva sentire.
《Ciao ragazzi, vi siete divertiti?》domandò Gary appena ci sedemmo al tavolo fuori da una terrazza con vista sull'oceano.
《Tantissimo, papà. Voi cosa avete fatto?》chiese Scarlett, che era seduta vicino a me e non mi aveva degnato di uno sguardo per tutto il pranzo.
《Siamo andati alla spa, dovreste provarla》rispose mia madre sorridendo e leggendo il menù.
Durante il pranzo, sentii una mano posarsi sul mio ginocchio e pian piano alzarsi, fino ad arrivare all'orlo del mio costume.
Deglutii rumorosamente e lanciai un'occhiata a Scarlett che si leccava le labbra rosse dalla salsa della pasta.
Afferrai la sua mano e la rimisi al suo posto, dandole un'occhiataccia. Il contatto con lei, mi metteva in soggezione.
《Niente più giochetti》sentii, mentre ero sdraiato sul mio letto con gli occhi chiusi a riposare. Li aprii e mi trovai la ragazza esattamente davanti a me.
《Vuoi che mi esponga? Bene》iniziò mentre mi mettevo seduto per ascoltarla.
《Non ho mai fatto sesso da sobria. La mia più grande paura è di essere dipendente da qualcuno, non voglio sentirmi impotente di andarmene da qualcuno》scosse la testa, mentre sul suo volto era presente un'espressione amara.
《Non ricordo nemmeno come ho perso la verginità》continuò mentre la mia bocca si spalancava dalla sorpresa.
《Non dire niente, non voglio sentire il tuo odioso parere. I patti sono patti》concluse prima di cadere in qualche modo su di me, con le labbra premute sulle mie.
A causa del suo peso e della poca stabilità, mi ritrovai di nuovo sdraiato sul letto, con Scarlett sopra di me.
Non la respinsi, mi dispiaceva che lei avesse passato tutto ciò, molto probabilmente a causa mia. In quel momento non pensai lucidamente, le spostai i capelli dal viso che coprivano anche il mio a causa della gravità e li affrancai dietro l'orecchio, tenendole il volto con le mie mani.
Il suo corpo era perfettamente aderente al mio e le sue labbra sembravano più veloci rispetto alla volta prima. Feci un mugolio quando i suoi denti mi tirarono il labbro inferiore.
Senza pensarci le mie mani finirono sui suoi fianchi e la spinsero ancora più verso di me. Le nostre lingue si intrecciarono come se si conoscessero da sempre e avevo l'impressione che l'esperimento di Scarlett non stesse funzionando dato che a me era piaciuto come la prima volta.
Il silenzio che avvolgeva la stanza e il fatto che il mio volto stava andando a fuoco, mi regolarizzarono il respiro per qualche strana ragione.
Le mani della ragazza erano fisse sulla mia maglietta mentre il bacio stava scemando, diventando sempre più lento.
Le nostre labbra rimasero a contatto per qualche secondo, completamente ferme, fino a quando lei non si rimise i capelli a posto e notai che le sue braccia tremavano.
《No, cazzo. Non è possibile》esclamò prima di alzarsi in piedi con il viso più corrucciato di prima e di chiudersi in bagno.
Le dovevo dire la verità dopo che si era esposta in quel modo. Non potevo più continuare a nascondermi.
《Scarlett, apri la porta》la minacciai dopo che provai ad abbassare la maniglia inutilmente.
《Vai via, Dylan. Vai a sputtanarmi anche questa volta, non mi interessa. Basta che ti levi》alzò la voce che non era vivace come al solito.
《Io non vado da nessuna parte. Apri, ora》ripetei con un tono più duro, al quale la ragazza ubbidì, aprendo la porta e trovandomela a due centimetri dal volto con gli occhi bagnati e l'espressione cattiva.
《Cosa vuoi, Dylan? Dimmelo》chiese senza degnarmi di uno sguardo.
Le afferrai il polso e la feci sedere sul letto con la forza, inginocchiandomi davanti a lei.
《Ti ricordi che il sabato facevi i turni alternati al Black and Coffee con Stacy e Wendy?》domandai mentre il mio cuore stava per scoppiarmi fuori dal petto.
Annuì, confusa. Finalmente i suoi bellissimi occhi fissavano i miei e non avevo la minima idea di come continuare il discorso dato che mi mettevano in soggezione.
《Un sabato, avevo confuso l'orario del tuo turno. Ero andato a casa tua per farti una sorpresa. Trovai Celia, tua madre》le dissi e lei iniziò a capire di cosa si trattasse. Sembrava completamente affidata a me, nonostante poco prima aveva espresso la volontà di non pendere dalle labbra di nessuno.
《Tuo padre stranamente non c'era. Mi fece sedere sul divano e mi fece bere un po' d'acqua. Non mi parlò molto, il suo viso era duro》una lacrima le solcò la guancia. Iniziava a capire e a focalizzare la scena.
《Mi disse una cosa raccapricciante. Mi disse "se tu vuoi davvero bene a Carly, è il momento giusto di dimostrarglielo", aveva detto》continuai, ma mi dovetti interruppere perché la ragazza si era presa il volto tra le mani.
《Io non capivo, Scarlett. Io ero gentile con te, eri la mia migliore amica. Non capivo di cosa tua madre stesse parlando. Mi disse ciò che avrei dovuto dire a scuola》mi fermai e sul suo viso si fece largo un'espressione scioccata. Me ne accorsi prima che la sua mano colpì violentemente la mia guancia.
Si alzò di scatto, ma la trattenni afferrandola per il polso.
《Le dissi che era completamente pazza, mi alzai per aprire la porta e uscire. Sai cosa mi disse, Scarlett?》domandai mentre la voce mi si spezzava in gola dal dolore che anche io provavo.
《Mi disse "se tu non fai come ti dico, Scarlett non avrà più una madre". E lo sai cosa è successo, vero? Se ne è andata lo stesso, cazzo》le lasciai il polso, ma non si mosse.
Le lacrime cadevano silenziose a terra, non potevo guardarla. Quando però lo feci, i miei occhi si appannarono.
《E tu hai pensato bene di non dirmelo per due anni》commentò solo, sentivo la delusione nella sua voce. Aveva pienamente ragione, avrei dovuto parlarne con lei.
《Scarlett, io...》cercai di dire, prima che lei mi fermasse con la mano e si asciugasse le lacrime con il dorso della mano, impassibile.
《Non ora, Dylan. Più tardi》sussurrò camminando lentamente verso il suo letto, seguita da me.
《Ma...》dissi, non sapevo bene che fare. Ci pensò lei a farmi smettere, dandomi un'occhiataccia delusa.
《Dai, dopo. Non ora》ripeté infilandosi sotto le coperte e sprofondando la faccia nel cuscino.
《Dopo quando?》domandai guardandola sul letto immobile. Mi fece cenno di andarmene con la mano.
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❁𝘽𝙚𝙨𝙩 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙𝙠𝙞𝙨𝙨❁
Romance«𝐒𝐚𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚? 𝐌𝐢 𝐟𝐚𝐢 𝐬𝐜𝐡𝐢𝐟𝐨. 𝐍𝐨𝐧 𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐨𝐧𝐞𝐫𝐨̀ 𝐦𝐚𝐢, 𝐃𝐲𝐥𝐚𝐧. 𝐏𝐞𝐫 𝐦𝐞 𝐬𝐞𝐢 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐞 𝐩𝐮𝐨𝐢 𝐦𝐚𝐫𝐜𝐢𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥'𝐢𝐧𝐟𝐞𝐫𝐧𝐨» Scarlett Jones è cambiata, non è più succube dell'opinione popolar...