|53|》Chiudi gli occhi, sono lì con te.

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Molte volte nella vita sono stata delusa dalle persone che più amavo

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Molte volte nella vita sono stata delusa dalle persone che più amavo. Prendete come esempio mia madre.

Quella volta però era diverso. Quella volta mi era stato portato via Dylan da sotto gli occhi.

C'era un freddo pungente e quasi mi vedevo da fuori. Una povera disperata che piangeva per chissà che cosa.

«Gary portala dentro» aveva imposto Coralee a mio padre. Stava per sentirsi male pure lei.

L'uomo mi afferró per il busto e mi trascinò dentro, mentre io scalciavo e urlavo disperata.

I vicini erano tutti fuori e in piena notte il quartiere si era già illuminato come se fosse giorno.

«Perché cazzo lo hai fatto?! Dove è Dylan?!» urlai per tutta la notte, ma lui non mi diede una risposta fino a quando mi addormentai esasperata sul tappeto.

Fu il suono di una macchina a svegliarmi, il clacson precisamente. Non era nessuno, solo un rumore esterno.

Trovai Coralee e mio padre seduti di fronte a me con il viso preoccupato.

«Scarlett, stai calma» ripeté l'uomo allungando la mano verso di me per cercare di precedermi.

I due adulti avevano i vestiti sgualciti e gli occhi stanchi perché molto probabilmente non avevano dormito.

«Dove è Dylan, papà?» chiesi l'ultima volta con un tono così sofferente che la donna tornó a piangere.

» Dylan è a Nashville» pronunciò solamente, come se tutto quello avesse un senso.

«Lo hai mandato dalla mamma?!» strillai incredula alzandomi di scatto.

La testa mi faceva ancora male dal pianto di poche ore prime.

Mia madre si era trasferita a Nashville quando mi aveva abbandonata.

«Lo abbiamo mandato da suo padre» disse.

Silenzio.

Mi hanno sempre insegnato che uno più uno fa due e quella era una di quelle situazioni in cui spereresti che uno più uno faccia cinquantasei.

Spalancai la bocca e feci uno scatto su per le scale. Entrai velocemente in camera mia e afferrai il telefono.

Composi a memoria il numero di Dylan e lo chiamai.

Il panico. Sentii la vibrazione del suo cellulare sul mio comodino.
Sbiancai perché non c'era modo di sapere sue notizie.

Senza pensarci due volte composi un numero che non vedevo da mesi.

«Pronto?» mia madre rispose per la prima volta dopo due anni.

«Sei una bastarda! Bastarda! Bastarda!» urlai scoppiando di nuovo a piangere.

Di nuovo lei. Mi aveva tolto per l'ennesima volta ciò che amavo di piu.

«Sei una bastarda! Fai tornare immediatamente Dylan qua, bastarda!» strillai e sentendo dei passi salire le scale mi fiondai a chiudere la porta.

❁𝘽𝙚𝙨𝙩 𝙛𝙧𝙞𝙚𝙣𝙙𝙠𝙞𝙨𝙨❁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora