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|Scarlett's point of view|
Apprezzavo che mio padre si fidasse così tanto di me, ma nemmeno io avrei riposto così tanta fiducia in una ragazzina.
L'ascensore si aprí e lentamente camminammo verso la porta giusta.
《421. È questa》constató il ragazzo infilando la chiave nella toppa e girandola lentamente. Ci furono un paio di secondi di silenzio prima di aprire e iniziare ad urlare come dei dannati.
C'erano due stanze con due letti matrimoniali e un bagno enorme, provvisto di vasca a vista mare e un doccia per almeno quattro persone, per non parlare del terrazzo con due lettini e gli ombrelloni.
《Io prendo questo!》mi catapultai sul letto più vicino al bagno, ma era già occupato da Dylan.
《Smamma, Satana》mi provocò allontanandomi con la mano, ma io ero troppo felice per ribattere.
《Dylan, ho visto una piscina gigante dal balcone!》lo informai uscendo e sporgendomi in avanti, forse fin troppo.
Corse fuori pure lui e guardó meravigliato sotto di lui. I nostri sguardi si incontrarono e capii subito cosa aveva intenzione di fare, come se ci fossimo letti nella mente.
Corsi verso la mia valigia per aprirla e prendere i miei costumi, ma Dylan era già senza maglietta che rovistava per trovare il suo costume nel suo bagaglio.
Feci la stessa cosa e una volta trovato, corsi in bagno ad indossare uno dei miei costumi preferiti. Non avevo idea di chi mi avesse fatto la valigia, ma da una prima e rapida occhiata, chiunque fosse stato aveva scelto tutti i vestiti e i costumi più belli e meno coprenti che avevo.
Spalancai la porta e notai Dylan che ormai aveva il telo in spalla, le ciabatte ai piedi e la mano sulla porta d'entrata.
Afferrai il mio asciugamano e corsi nell'ascensore insieme a lui. Mi presi il tempo di guardare i suoi muscoli che si muovevano su e giú per il respiro del ragazzo.
《Cosa guardi? In Georgia sono tutti secchi?》chiese cercando di trattenere un sorriso, anche se notai che i suoi occhi cercavano di non essere puntati sul mio corpo.
《In Georgia sono tutti più grossi di te》scherzai mentre le porte dell'ascensore si aprivano e continuammo la nostra corsa verso la piscina, imbattendoci di nuovo nei nostri genitori e non guardandoli neanche.
Alla fine di un corridoio finalmente arrivammo all'esterno. Io e Dylan continuavamo a spintonarci per arrivare per primi e alla fine cademmo nella piscina insieme.
L'acqua gelata mi circondó tutto il corpo e quando riemersi sentii una sensazione di libertà stupenda.
《Non ci posso credere! Mi hai spinto dentro!》strillai mentre guardavo il castano con i capelli fradici ridere.
《Ora ti devo uccidere》aggiunsi nuotando verso di lui e mettendogli le mani sulle spalle per riprendere fiato.
《Cosa vuoi fare con quegli stecchini che ti ritrovi al posto delle braccia?》chiese, facendomi imbufalire, tanto da saltargli addosso e cercare di affogarlo.
Inutile dire che dopo dieci minuti che lottavamo eravamo ormai allo stremo delle forze.
《Ti sei accorto che abbiamo saltato la colazione?》domandai nuotando verso il bordo della piscina. La gente stava iniziando ad arrivare con calma.
《Andiamo a mangiare, allora》disse, anche se la sua risposta non mi convinceva molto.
《Perché non esci prima te?》gli chiesi dato che stava nuotando intorno da parecchio.
《Prima le femmine》sussurrò con un sorrisetto stampato in faccia.
《Che adolescente medio, tu vuoi guardarmi il culo!》esclamai mentre dei ragazzi si giravano verso di me.
《Ma no! Cosa stai dicendo?》cercó di convincermi lui, cosí presi la palla al balzo.
Alzai le spalle e uscii dall'acqua salendo sulla scaletta che mi conduceva fuori. I ragazzi di prima avevano tutti gli occhi puntati su di me, anche se non si sbilanciavano troppo.
Forse credevano che Dylan fosse il mio ragazzo.
《Ti è piaciuto lo spettacolo?》domandai girandomi di scatto e trovandolo con gli occhi puntati sul mio fondo schiena.
《Che spettacolo?》fece finta di niente, così mi avvolsi nel mio telo e lui uscí.
《Sembra quasi che tu non abbia mai visto una ragazza in bikini, quindi sono sempre più convinta che il qui presente sia vergine》gli sussurrai facendogli un sorrisetto ed entrando, seguita da lui.
《Credi quello che vuoi》ribatté superandomi ed entrando in una sala con un banchetto lungo tre metri.
Facemmo una bella colazione prima che i nostri genitori ci trovarono.
《Avete già fatto un bel bagno? Non siete qua nemmeno da un'ora!》rise Coralee sedendosi vicino a suo figlio.
《Mamma, non ci ricapiterà mai più un'occasione del genere!》fece il ragazzo, con uno scintillio negli occhi.
《E non avete visto ancora il mare, è uno spettacolo》intervení mio padre, facendomi l'occhiolino.
《Possiamo andarci?》chiesi all'uomo e lui annuí.
Io e Dylan andammo in spiaggia così, senza prendere vestiti o niente, come se fossimo due barboni.
Alla fine scoprii che mio padre aveva prenotato per noi quattro lettini. Misi lí il mio telo e mi diressi verso il ragazzo che faceva i balli di gruppo, era carino.