Capitolo 23

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Camila l'aveva seguita.All'inizio credeva fosse la cosa sbagliata da fare ma alla fine lo aveva fatto. I suoi piedi avevano fatto tutto da soli e lei si era ritrovata nelle scale a seguire la grande.

Lauren era uscita da scuola e a piedi si stava recando in un luogo alla cubana sconosciuto. Camila manteneva il suo passo ma distanziandosi parecchio in modo che non potesse vederla. E cosi fù.
Lauren camminó senza fermarsi per circa quaranta minuti. Camila non capiva perché non avesse preso la sua auto, ma in contempo era infinitamente grata che non lo avesse fatto. Se Lauren fosse andata via in auto non ci sarebbe stato modo per Camila di seguirla dal momenti che non possedeva alcun mezzo di trasporto propio.

La cubana continuava a domandarsi dove la grande fosse diretta, Lauren aveva un passo veloce e deciso e per Camila non era tanto facile seguirla ed evitare di perderla tra la gente che affollava le strade. Lauren imboccó diversi vicoli e stradine strette per poi giungere ad una sorta di centro storico e salire. Camila non capiva cosa potesse fare seriamente la grande e dove potesse andare ma senza indugiare continuó a seguirla.

Dopo poco tempo si ritrovarono in un luogo deserto, la corvina si fermó ad un cancello in legno che faceva da porta ad un sentiero ripido e pieno di strane piante ed erbacce e lo aprí per poi imboscarsi tra la vegetazione, Camila la seguì a ruota e per poco non cadde quando il sentiero cominció a farsi piú ripido. Lauren non continuava ne a vederla ne a sentirla, portava le cuffiette alle orecchie con la musica talmente alta che nemmeno un urlo l'avrebbe fatta uscire dal suo mondo.

Camminarono ancora per qualche minuto fin quando la ripida salita non terminò facendo ritrovare entrambe le ragazze su di un terreno finalmente piano. Camila non conosceva quel posto cosí lasció che ancora una volta Lauren la guidasse involontariamente.

Al limite di quel terreno piano si trovavano delle rocce ed oltre queste era possibile ammirare il mare di sotto. Camila così capí che in realtà si trovavano su di un promontorio.
La piú grande continuó ad avanzare sino ad arrivare davanti ad una di quelle rocce ed appoggio le mani sulle superfice ruvida di quest'ultima.

Camila non avanzò oltre non volendo permettere a Lauren di accorgersi della sua presenza. Rimase al limite della vegetazione e si nascose dietro il tronco di un grande albero ad osservarla. Lauren continuava a passare la mano sulla superficie della roccia soffermandosi spesso in un determinato punto. La cubana vide delle lacrime scendere dagli occhi di Lauren e notó come quest'ultima le asciugava puntualmente con la manica della sua felpa. Lauren era orgogliosa pure davanti a se stessa, anche in presenza solo della sua persona. Nemmeno da sola riusciva ad essere se stessa ammettendo di essere fragile, togliendosi la maschera e lasciandosi andare alle lacrime e ad i veri sentimenti che provava.

Camila soffermó la sua attenzione ai gesti ripetitivi che la sua amica faceva sulla roccia, erano troppo uguali e precisi, il percoso era lo stesso, ed allora la cubana capí che probabilmente lí c'era scritto qualcosa. Lauren cominció a mormorare parole poco comprensibili dalla distanza della piccola cosí in maniera cauta Camila provó ad avvicinarsi di poco.

-" Mi dispiace. Mi dispiace di non essere stata la figlia che meriti "- Lauren lasció andare un singhiozzo
-" Ti avevo promesso che li avrei protetti ma non ci riesco. Lui mi fa male e lo fa anche a lei. Non riesco a fermarlo quando lo fa "-

Camila attentamente ascoltò ció che Lauren disse singhiozzando. Lui?
Chi era lui? E lei? E poi perché 'figlia'? Che cosa c'era scritto su quella roccia ?

La cubana voleva poter dare un nome, e magari un volto alle persone che Lauren stava nominando. Voleva sapere chi fossero cosí che magari potesse riuscire ad aiutare la corvina.
L'unica cosa che Camila riuscí a capire ed a dare una spiegazione era che lui aveva fatto male a Lauren. Lui le aveva procurato quella ferita, e probabilmente sempre lui le aveva causato quei lividi.

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