Capitolo 31

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La lezione di storia stava diventando sempre più noiosa, dalle labbra della professoressa Lipa non usciva più alcun suono, soltanto il labbiale era di poco leggibile. Camila stava mezza sdraiata sul banco, annoiata da quella lezione che sembrava non finire mai. La storia era sempre stata una materia che non affezionava la cubana, la studiava per dovere ma non per piacere, non era di suo interesse sapere quando e dove si era svolta una battaglia oppure come si fosse scatenata la guerra dei cent'anni, avrebbe preferito di gran lunga divorare un libro che narrava di due innamorati, piuttosto che di vita, morte e miracoli dei sovrani, regnanti, nobili e tutta quella merda che oramai non importava più a nessuno.

Tanto ormai sono morti, a chi importa cosa abbiano fatto nella vita

Che poi ad essere onesti, che senso ha più la storia ? Che senso ha studiare ed imparare dagli errori degli altri, seguire passo passo, attraverso un libro, come degli uomini buoni di cuore avevano reso i neri d'America liberi facendo marce, proteste e magari rimettendoci le penne se poi a tali gesti non viene portato onore durante il corso degli anni? Che senso ha studiare tutto ciò se poi i poliziotti uccidono gli uomini di colore per strada strappandoli alla loro famiglia e figli ? Assolutamente nessuno, eppure ogni insegnante sta lì intento a spiegare ed a raccontare la stessa pappardella ogni giorno, ogni mese, ogni anno e durante tutta la sua carriera sperando che possa con i suoi racconti influenzare positivamente le nuove generazioni portandole a valutare le persone in base alle azioni svolte nella loro vita piuttosto che in base al colore della loro pelle, dal Dio da loro amato o dalla sessualità che hanno.

Camila non sopportava più niente, nonostante si trovassero nel periodo pre- natalizio il clima di Los Angeles continuava ad essere caldo e afoso, ogni aula della scuola era praticamente una sauna e nè condizionatori nè ventilatori ci potevano.
Era il giovedì mattina del 22 dicembre, ogni studente presente alla Pacific Coast Academy era entusiasta di essere finalmente arrivato all'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie. I ragazzi del gruppo si sarebbero quasi tutti divisi durante le feste in quanto molti di loro, non essendo originari della città degli angeli, tornavano a casa dalle loro famiglie, e Camila era una di questi; il giorno successivo sarebbe tornata a Miami insieme alla sua famiglia e a quella di sua cugina, in quanto anch'essi tornavano all'ovile per festeggiare con i nonni, gli zii, ed i parenti tutti.

-" Non la sopporto più "- disse Dinah esasperata buttando un'occhiataccia alla professoressa Lipa che ancora era intenta a spiegare come Cristoforo Colombo avesse scoperto l'America senza rendersene conto.
Camila annuí all'amica, anche lei esasperata di quella lezione, e tornò a scarabocchiare sul suo quaderno fingendo di prendere appunti.

Dopo circa mezz'ora la lezione finalmente finí, e dopo aver assegnato i capitoli da studiare durante le vacanze, la professoressa congedò i suoi alunni così che potessero andare a pranzo. Dinah e Camila si recarono prima ai loro armadietti per depositare il carico pesante dei libri della prime ore che possedevano nello zaino.

-" Non capisco perché le chiamino vacanze se poi dobbiamo studiare ugualmente "- sbottò la ragazza più bassa -" che le chiamassero 'vacanze per gli insegnati' a questo punto "- continuò e Dinah annuí d'accordo con la sua amica. In effetti era buffo come ognuno definisse quel periodo lontano dalla struttura scolastica, come 'vacanze' o 'periodo di riposo' quando i compiti lasciati si triplicavano e la sveglia suonava allo stesso orario per poterli svolgere.

Una volta terminato il loro lavoro all'armadietto le due ragazze recuperarono i loro zaini e si incamminarono verso la solita terrazza dove era situata la zona della mensa, prima però che Camila potesse aprire la porta che l'avrebbe condotta all'esterno, una mano gelida le bloccò il polso, si voltò e davanti a se si ritrovò un ragazzo alquanto alto con dei tratti orientali, capelli nero corvino ed un accenno di barba sul volto.

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