Capitolo 51

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Quella ferita aperta faceva impressione, il sangue che continuava a colare insieme al fatto che diverse parti della sua carne fossero spezzati in due la faceva sembrare una di quelle ferite amatoriali che gli attori di Hollywood usano come effetto per la scena. Solo che questa volta non era un'effetto o la creazione di qualche bravissimo make-up artist, il dolore era reale così come il sangue gelido che le impregnava la pelle e le macchiava i vestiti.

Lauren si guardò per un attimo il fianco e fece un'espressione disgustata, la ragazza era un soggetto facilmente impressionabile, soprattuto quando erano presenti sangue e ferite aperte. Nonostante erano due anni che il suo corpo veniva aperto e richiuso come carne da macello, non riusciva ancora ad abituarsi a quella visione. Ancora stesa sul letto capì che se non faceva qualcosa da lì a poco sarebbe morta dissanguata, il taglio andava tamponato e disinfettato, sapeva che l'ospedale non era nemmeno minimamente tra le opzioni da prendere in considerazione perciò fece come aveva sempre fatto: andò verso il mobiletto in bagno ed uscì da esso del disinfettante e della garza. Con delicatezza prese il medicinale e l'applicò sull'intera ferita, bruciava ma quello era il minimo dopo il dolore che la sua stessa carne aperta le causava; prese poi le bende e con attenzione applicando molta forza in modo da stagnare il flusso di sangue, se le mise sulla ferita facendogli fare tre giri sull'intero addome in modo così da essere più stretto e comprimere.

Una volta finito posò ciò che aveva utilizzato per medicarsi nuovamente nell'armadietto e si guardò allo specchio per vedere se aveva effettivamente messo dritta la garza. Un grande alone rosso si formava lì dove era presente il taglio, ma data la profondità di quest'ultimo era assolutamente normale.
Le lacrime iniziarono a bagnarle le guance, Lauren si sentiva impotente ed aveva come la sensazione che la sua vita stava finendo lí, non vedeva alcuna via d'uscita da quel labirinto quale la sua esistenza era diventata. Le figure di Victor e Ty le bloccavano ogni passaggio, se prendeva verso destra trovava il primo uomo, se invece andava verso sinistra trovava il secondo; non sapeva chi dei due appartenesse al male minore e non sapeva se sarebbe mai riuscita ad affrontarne almeno uno.

Era in gabbia, lo era letteralmente e metaforicamente parlando. Lo era perché in quel momento si trovava chiusa in pochi metri quadri di stanza, ed in più sentiva di esserlo perché non riusciva ad intravedere neanche l'ombra di un pizzico di luce ed una via di salvezza. Non poteva chiedere aiuto perché nessuno poteva aiutarla, Ty era solo un ragazzo e non c'era alcuna prova concreta che potesse incastrarlo e mandare in galera, Victor invece era un membro della mafia e della criminalità organizzata, era un pezzo grosso e se anche la polizia fosse riuscita a imprigionarlo, dietro le spalle lui portava diversi uomini che seguendo le sue tracce ed i suoi ordini avrebbero finito il lavoro che lui aveva iniziato. Anche se la corvina non sapeva esattamente quale era il suo scopo, non era troppo stupida da non capire che se lei lo mandava in galera diventava automaticamente un nemico da eliminare, e lei non poteva morire, non tanto per se stessa ma più che altro per il fatto che senza di lei i suoi fratelli non avrebbero avuto nessuno e sarebbero stati completamente soli dentro un modo troppo crudele che prima o poi li avrebbe schiacciati sotto il suo pugno.

Con la poca forza che possedeva in corpo si trascinò nuovamente verso la sua camera, improvvisamente stava sentendo freddo ed aveva bisogno di riscaldarsi. Senza liberarsi del top che prima aveva indossato, prese dal suo armadio una felpa grigia molto larga e se la mise addosso, forse era il fatto che aveva perso tanto sangue a non farla sentire bene. Andò verso il letto e vedendo come questo fosse ormai macchiato da numerose chiazze rosse, cambiò le lenzuola, nonostante il dolore aveva bisogno di fare qualcosa e distrarre il suo cervello, se si fosse fermata lì sarebbe stata la fine. Mentre metteva le coperte pulite si soffermò per qualche minuto ad osservare la parete accanto a letto, Lauren era sempre stata brava nel disegno ed amava la fotografia, per questo appesi a dei fili con delle lucine bianche, c'erano alcuni dei suoi disegni ed alcune delle fotografie più belle che avesse mai scattato.

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