Capitolo 37

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Il giorno di Natale era passato, così come tutto il resto delle festività che sembravano esser volate in un attimo, tutti gli studenti si preparavano per tornare a scuola e di sicuro l'espressione sulle solo facce non poteva nemmeno lontanamente essere paragonata ad un sorriso. Come sempre, alle 6:30 del mattino la sveglia di Camila aveva iniziato a suonare costringendo la piccola ragazza a trascinarsi giù dal letto per cominciare una nuova giornata scolastica, la prima dopo venti giorni lontani da quell'edificio e da quei banchi odiati da tutti.

Per farsi la doccia impiegò qualche minuto ed una volta finito si diresse verso l'armadio per scegliere l'outfit adatto alla giornata, optò per un jeans nero attillato a vita alta ed un maglioncino bordeaux insieme alle sue inseparabili converse bianche. I capelli vennero lasciati completamente sciolti con le solite onde sulla schiena ed il trucco venne applicato in maniera molto leggera, Camila preferiva la naturalezza e la semplicità nel make-up, inoltre odiava dover passare tanto tempo davanti ad uno specchio per costruire una maschera da applicare in volto costituita da eye-liner, rossetti ed altre cianfrusaglie varie.

Come sempre, la colazione preparata fù molto sostanziosa e soprattutto buona ma quella mattina a tavola, Camila ricevette una notizia che nonostante sapeva prima o poi sarebbe arrivata, sperava non arrivasse.

-" Mija, papà adesso con il lavoro è più che stabile, abbiamo i soldi per poterci permettere una casa nostra quindi in settimana andremo a cercane una "- disse Sinu mentre spalmava della Nutella sulla fetta di pane che avrebbe dato a Sofia.

-" Dobbiamo proprio andare via da qui ? "- domandò Camila seppur già sapesse la risposta che sua madre le avrebbe dato. La cubana non voleva approfittarne o comunque trarre profitto dalla ospitalità dei suoi i zii, ma allo stesso tempo amava vivere in quella casa, le piaceva vivere con loro ma sopratutto con Ariana.

-" Non capisco perché dovremmo ancora stare qui se adesso possiamo avere una casa tutta nostra. I tuoi zii hanno già fatto abbastanza per noi ed adesso tocca smontare le tende "- intervenne Alejandro.

-" Camila tesoro, io ho parlato con i tuoi genitori dicendo che potevate continuare a vivere qua ma loro sono così orgogliosi "- Joan appoggiò una mano su quella della nipote accanto a lei. In effetti la donna aveva davvero tentato di persuadere la sorella dal trasferirsi ma questa era stata ferma sulla sua decisione, avrebbero trovato una casa loro.

Camila annuí a mò di ringraziamento verso la zia e comunicò alla madre che ovviamente l'avrebbe aiutata nelle ricerche per la nuova casa, non era contenta di andar via della villa ma di sicuro voltare le spalle alla sua famiglia non era un passo giusto da fare. Al termine della colazione i ragazzi si diressero tutti i tre a scuola e nel tragitto in macchina Camila cominciò a pensare a ciò che sarebbe accaduto una volta messo nuovamente piede nell'istituto, una volta rivista Lauren. Loro due non avevano avuto nessun tipo di comunicazione durante le vacanze natalizie, erano rimaste limitate a dei semplici auguri il giorno di Natale e Capodanno; la cubana aveva pensato molto a ciò che prima della sua partenza era accaduto, alla serata avvenuta con Lauren ed oltre a definirlo meraviglioso non aveva altro da aggiungere, non sapeva cosa sarebbe successo una volta che si sarebbe ritrovata faccia a faccia con la ragazza più grande ma di sicuro non era pentita di ciò che era successo. Era solo preoccupata che per Lauren non fosse lo stesso, che tutto ciò che era accaduto tra loro in realtà non aveva avuto alcun tipo di significato per la ragazza.

I corridoi alla Pacific Coast Academy erano come sempre pieni di studenti che affollavano ogni luogo, c'era chi stava ripassando per qualche interrogazione, chi chiacchierava con gli amici raccontandosi il trascorso delle vacanze, chi come i giocatori di Football che si passavano la palla da una parte all'altra del corridoio e poi c'era chi sostava davanti all'armadietto con la testa appoggiata all'anta di quest'ultimo e gli occhi chiusi in cerca di tranquillità per recuperare un po' di sonno. Ecco questo era ciò che si presentò davanti alle ragazze cubane, Dinah Jane che dormiva appoggiata all'armadietto con la bocca aperta e i libri tra le mani che da lì a poco sarebbero scivolati a terra.

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