Capitolo 49

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Vi è mai capitato di vivere le vostre giornate con la sensazione che queste siano troppo lunghe, che un giorno valga per due ed ogni cosa che facciate ha una durate diversa da quella abituale ? Ecco così era il modo in cui quelle quattro settimane dal giorno di San Valentino erano passate. Camila era uscita dalla sala operatoria dopo più di sei ore di intervento ed anche se i medici avevano detto che quest'ultimo era riuscito, avevano anche premesso che non era lo stesso sicuro che la ragazza potesse risvegliarsi, la piccola cubana infatti era in coma e non dava alcun segno di vitalità. I suoi valori erano stabili, seguivano una regolarità precisa con assenza di oscillazioni sia verso l'alto che verso il basso. Ciò teneva chi le stava accanto sotto continua pressione ed ansia, Camila era stabile ma perché non si svegliava ? Perché non dava nemmeno un segno ?

I medici erano stati chiari, le possibilità che potesse riaprire gli occhi erano davvero poche, seppur loro erano riusciti ad operarla il danno subito era stato comunque molto rovinoso, diverse parti della sua testa erano state contuse e non si sapeva se ancora i nervi erano stati colpiti e danneggiati. Per questo c'era la possibilità che Camila non si svegliasse più, poteva accadere che riprendesse conoscenza ma come sarebbe stata la sua vita dal quel momento in poi ?

Tutti i giorni la sua famiglia ed i suoi amici le facevano visita, Sinu e Joan si alternavano quotidianamente affinché la sedia accanto al letto della ragazza non fosse mai vuota anche quando i ragazzi erano a scuola ed i loro mariti a lavoro. Nessuno di loro voleva tornare alla normalità, nessuno ne aveva la forza ma secondo i medici era meglio iniziare ad abituarsi alla possibile assenza della ragazza e che non era salutare per la loro sanità mentale non vivere le loro vite come avrebbero dovuto, ovvero con il lavoro e la scuola. I ragazzi in quest'ultima avevano fatto fatica a tornarci, era dannatamente brutto sopratutto per Dinah e Shawn, vedere il banco della loro compagna vuoto; la ragazza polinesiana il giorno che rimise piede in classe ebbe un crollo emotivo ed aveva categoricamente impedito ad ogni suo compagno di occupare il banco di Camila, era arrivata anche quasi ad alzare le mani ad un ragazza che con prepotenza voleva occupare quel posto, alla fine Shawn era giunto in suo soccorso ed aveva impedito a Dinah di colpirla in volto.

I voti di Carlos erano nuovamente calati, all'inizio dell'anno il ragazzo era riuscito a rimettersi in sesto ma adesso a malapena ricordava di portare i libri a scuola. Era tremendamente stanco poiché passava le notti in bianco, le occhiaie erano sempre presenti sotto i suoi occhi castani tanto che un giorno Ally era stata costretta a coprirgliele con del trucco da quanto erano profonde e scure. Il ragazzo aveva anche cominciato a mangiare di meno, passava le sue giornate rinchiuso nella camera della sorella, sdraiato sul suo letto ad odorare quelle coperte che ancora sapevano di lei; l'unico modo che usava per distrarsi era il football il quale rappresentava per lui anche una valida valvola di sfogo per la rabbia. Affrontava i compagni da placcare come se questi fossero il mostro che aveva investito la sua sorellina.

Ariana pure non stava bene, anche lei studiava poco e niente, non ci metteva più lo stesso impegno nel curare la sua persona, non si truccava nemmeno più ed i suoi vestiti non erano più i soliti abiti attillati e sexy, bensì questi erano stati sostituiti da delle lunghe e larghe felpe che la coprivano fin sotto le ginocchia. Courtney era la sua forza in quel momento, l'unica che riusciva e supportarla e sopportarla durante le diverse crisi di panico che la ragazza aveva avuto; era una patologia di cui soffriva ma nell'ultimo periodo questi attacchi erano notevolmente calati, adesso invece erano sempre più frequenti e sempre più forti. La ragazza era infatti costretta a non lasciare Ariana da sola nemmeno per un attimo, la sera dormiva a casa sua affinché potesse esserle d'aiuto se la notte si sentisse male.

L'unico che in quella casa non aveva perso la lucidità era Frankie, il ragazzo si prendeva ormai cura di Sofia a tempo pieno. La bimba non aveva capito cosa fosse accaduto alla sorella, ma si erano tutti giurati di stare attenti a non farsi scappare nulla che potesse farle comprendere la situazione. Sofia aveva solo sei anni e ciò sarebbe stato troppo anche per lei, avrebbe rischiato di non rivedere più la sua sorellona.

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