Capitolo 41

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La pioggia batteva forte sui vetri della finestra facendo quasi paura con la sua forza, saranno passati anni da quando Los Angeles venne colpita da un acquazzone come quello, i fulmini, i lampi, le nuvole e la pioggia non sono mai stati qualcosa di caratteristico per la città degli angeli. Il clima di quel pomeriggio però, rispecchiava perfettamente l'umore di chi si ritrovava dall'altra parte della finestra ad osservare il mondo in tempesta. Mike era morto, il papà era morto ed adesso lei era sola. Sua madre non si sarebbe mai presa cura di lei o dei suoi fratelli, da quando aveva scoperto il tradimento del marito, Clara non era più la stessa. Ogni giorno, a qualsiasi ora le sue pupille erano dilatate, le sue gambe molli e la parlata incomprensibile mentre bottiglie di birra e brick di vino giacevano sparsi e nascosti nei vari angoli di quella casa che fino a poco tempo prima brillava come l'oro e che adesso invece era lasciata a marcire, così come i suoi abitanti, lasciati a marcire lì dentro senza nessuna cura e nessuna attenzione. Il giorno prima la bara di Mike era stata depositata al cimitero e calata dentro la fossa che sarebbe poi stata chiusa con una lapide in marmo.

Per l'intero pomeriggio Lauren restò lì a guardare la pioggia dalla finestra, i tuoni in quel momento erano la rappresentazione concreta della sua rabbia così come il cupo del cielo era uguale a quello del suo cuore e le gocce d'acqua le sue lacrime che però tratteneva per non apparire debole difronte ai suoi fratelli. Da quel momento in poi sarebbe dovuta essere lei ad occuparsene, a portargli il pane a casa ed a preoccuparsi per non far loro mancare nulla, non voleva finissero con degli assistenti sociali perciò era compito suo crescerli al meglio ed evitare che venissero portati via. Sarebbe stato semplice per la polizia o un giudice dichiarare che Clara non fosse più adatta ad un ruolo di madre e scortarli in una casa famiglia, ma Lauren non voleva, avrebbe fatto di tutto per garantire almeno a loro una vita normale.

Oramai il cielo era buio e guardando l'ora sul telefono la ragazza si rese conto di come fosse già l'ora di andare a lavorare. Lavoro, poteva mai quello essere un lavoro ?
Aprí l'armadio alle sue spalle recuperando tutta la roba che le sarebbe servita e dopo essersi preparata in bagno, prese la sua amata giacca di pelle ed uscì cercando di non fare rumore per addentrarsi nel cuore della notte. Un anno prima di morire ed un anno prima di cadere in miseria, Mike le aveva comprato un motorino, un semplice scarabeo bianco che le sarebbe servito come mezzo di trasporto per evitare di dover costantemente usare quelli pubblici. Lauren guardò quel bolide e sorrise al ricordo di quando suo padre glielo parcheggiò sotto casa con un fiocco rosa con su la scritta 'attenta a non sverniciarti la faccia', salí e mettendosi il casco partí a tutta velocità per raggiungere il posto di lavoro.

In qualche minuto si ritrovò nello stretto vicolo che dava sulla dodicesima strada, era lì che Travis ed il resto del gruppo si riuniva prima di cominciare le consegne. Parcheggiò come sempre il suo motorino difronte alla pizzeria che si trovava sul marciapiede accanto alla buia e stretta stradine e si infiltrò poi dentro quest'ultima per raggiungere i suoi "colleghi".
Seduti su dei gradini ci stavano Travis, Zayn, Liam e Kendall insieme ad un ragazzo prima dall'ora sconosciuto, a giudicare dall'aspetto fisico doveva essere un bestione: di carnagione scura, portava i capelli lunghi tutti raccolti in delle treccine afro e dei muscoli pompati ben evidenti dalla camicia che portava. Non era però tanto più grande di lei, si vedeva dai lineamenti che era abbastanza giovane. I suoi occhi erano di un verde intenso, cosa abbastanza insolita dato il colore della sua carnagione, e nelle mani teneva uno spinello accesso e fumante, le sue braccia erano interamente ricoperte di tatuaggi così come il collo sul quale c'era scritto 'Ty dolla Sign'. Lauren guardò quel ragazzo e notò come questo faceva lo stesso squadrandola da punta a punta mentre si passava la lingua sulle sue labbra scure e carnose.

-" Ehy Lauren "- la salutò Zayn sorridendole. Quel ragazzo era l'unico nel gruppo che nonostante spacciasse e non avesse una vita tutta rose e fiori, portava sempre il sorriso sul volto. Era di origini pakistane e per questo sempre tenuto sotto controllo da Travis il quale temeva che il ragazzo potesse tenersi qualcosa di ciò che guadagnava. Era l'unico con cui Lauren andava d'accordo, era molto dolce e simpatico e spesso si preoccupava di accompagnarla nelle consegne quando sapeva che i clienti non fossero molto clementi, era in pratica il suo migliore amico. Anche lui costretto a quella corrotta vita per poter permettere alla sua famiglia del cibo sulla tavola.

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