Capitolo 55

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-" Quindi io e te eravamo amiche ? "- la corvina annuí ancora, per l'ennesima domanda che la cubana le aveva porto. Da quando Camila si era svegliata non smetteva un attimo di parlare e di fare confusione affinché qualcuno le portasse del cibo.

La ragazza non lo esprimeva ma era come se con le sue continue domande e con i suoi continui discorsi, anche insensati, cercasse di chiedere scusa alla sua famiglia ed ai suoi amici per averli fatti preoccupare riguardo l'incidente, per aver bloccato le loro vite per un mese e per non essere stata in grado di badare a se stessa. Erano passate quasi due settimane circa da quando la piccola ragazza aveva riaperto gli occhi ed aveva ricominciato a vivere, chi le stava intorno, compresi i dottori, non si capacitavano di come si fosse potuta svegliare e soprattuto di come sembrava non essere accaduto nulla, come se quella macchina l'avesse a malapena sforata. Per un impatto simile e per le conseguenze che questo aveva avuto sul corpo della piccola, a quest'ora Camila sarebbe dovuta essere come minimo paralizzata e/o in uno stato vegetativo, il suo cervello aveva riscontrato un' emorragia interna ed il suo sterno era stato compresso; in poche parole sarebbe dovuta essere stata più morta che viva invece l'unica cosa che lamentava era il dolore al braccio che si era fratturata in tre punti. Camila ormai si alzava pure da sola per andare in bagno e spesso abbandonava la sua stanza per andare al bar a prendere del cibo, oppure visitava i bambini nel reparto di pediatria e si metteva a giocare con loro; dentro l'ospedale era ormai riconosciuta da tutti come un pericolo pubblico, erano state innumerevoli le volte in cui medici ed infermiere non l'avevano trovata nella sua stanza ed avevano dovuto cercare ovunque, per poi trovarla come al solito a mangiare una ciambella al cioccolato con un qualche bambino.

-" Amiche ? Siete mai state amiche voi due ?"- intervenne Dinah scherzando guadagnandosi da Lauren uno scappellotto dietro la testa e da Camila uno sguardo confuso.

-" Che vuol dire ? "- domandò la cubana guardando Lauren.

-" Ti sta prendendo in giro Camz, Dinah è un'idiota"- le rispose la corvina passandole una mano tra i capelli.

-" Sta zitta Megan Fox dei miei stivali "- borbottò la bionda massaggiandosi il punto dolorante in testa.

Erano passate due settimane anche dall'ultima volta che Lauren aveva visto Victor, l'uomo non si era fatto più sentire nè vedere. La corvina era stata praticamente costretta da Joan a rimanere a casa Grande insieme ad i suoi due fratelli, e non c'era stato modo per la ragazza di farle cambiare idea. La donna era rimasta nella sua convinzione che fosse giusto che loro restassero lì e per quando Lauren le fosse grata per la sua ospitalità e per la sua protezione, sapeva che se solo Victor avesse voluto l'avrebbe trovata anche se fosse scappata al Polo nord, avesse cambiato identità, colorato i capelli e riempita di tatuaggi. L'uomo era un boss mafioso di alto calibro ed era più che logico che gli bastavano una serie di telefonate ed una serie di minacce per rintracciare chiunque sulla faccia della terra; Lauren infatti era sempre sull'attenti perchè era sicura che prima o poi lui si sarebbe ripresentato all'appello e molto più agguerrito di prima. Adesso oltre all'odio che sgorgava nelle sue vene l'uomo probabilmente aspirava alla vendetta, lei era scappata e come al suo solito lui doveva fargliela pagare facendola soffrire.

Ma nonostante ciò Lauren continuava con la sua vita. Da quando Camila si era risvegliata un minimo di luce aveva iniziato ad illuminare le sue giornate in quanto sapeva che in un modo o nell'altro poi avrebbe raggiunto la cubana e si sarebbe persa tra le sue braccia scordandosi di tutto il resto del mondo che le girava intorno. Camila però continuava a non ricordare, nonostante ci provasse la sua mentre sembrava essere ricoperta da una fitta e grigia nebbia che non le permetteva di guardare oltre di essa, la ragazza provava e riprovava a tornare indietro nel passato in modo da ricordare Lauren. La corvina le era piaciuta subito da quando l'aveva vista in ospedale e voleva ricordarla, voleva ricordarsi di lei così da capire se quello che quando la vedeva provava era lo stesso che sentiva prima dell'incidente.

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