capitolo 14

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Jaeden Pov's

Dormire a casa di Jack mi aveva sempre dato una sorta di sicurezza. Mi sentivo bene lì. Jack aveva di recente avuto un fratellino; Bowie Gavin Grazer.

Un fagottino pieno d'amore. Non faceva altro che dormire e quando si svegliava restava lì a guardarti con quei grandi occhioni azzurri, come quelli del padre.

Entrammo in casa e ringraziai Angela e Gavin. Come avevo già detto a Stanley io e Jack ci conoscevamo dalla culla quindi loro erano come degli zii per me.

Angela mi sorrise. Quel sorriso uguale a quello di Jack, quello capace di farti sentire a casa.

Il mio migliore amico mi guidò verso la sua camera.

Mi sentivo molto più leggero da quando avevo rivelato il mio segreto a Stan ed era piacevole sapere che mi volesse aiutare, anche se non ne capivo la motivazione. Cioè, lui dovrebbe volere che io non sia innamorato di nessuno, e invece, mi vuole addirittura dare una mano.

Ero davvero determinato a capire chi fosse. Ma in quel momento dovevo concentrarmi sul mio migliore amico, che si era seduto sul letto e mi stava guardando.

Deglutii pesantemente <Grazie Jack, di tutto quello che fai per me.> mormorai con un filo di voce guardando a terra.

Lui sospirò <Jae, devi capire delle cose. Ad esempio che non ti devi scusare se un bullo che ti perseguita picchia anche me, e non devi ringraziare quando succedono certe cose. Sono il tuo migliore amico, io voglio aiutarti. Queste sono cose che farei a prescindere da tutto.
Ma non posso aiutarti se non mi dici nulla.> continuò a guardarmi.

Io rimasi zitto pensando a ciò che avrei potuto dirgli <È solo Jacob...- aspettai un attimo per vedere una sua reazione ma lui stette in silenzio -È sempre Jacob.> aggiunsi abbassando la voce.

<Perché non mi dici mai niente?> domandò allora esasperato.

<Perché... Perché non voglio che ti preoccupi per me... Fai già molto e non voglio che tu faccia anche questo.>

<Per me 'molto' non è abbastanza. Voglio sapere quando ti senti male, quando qualcosa ti turba, quando pensi che per te sia troppo parlare con qualcuno... Voglio sapere quando ti serve aiuto, quando ti senti solo, quando i tuoi non ti calcolano, o quando semplicemente hai voglia di parlare. Non mi hai mai detto di soffrire di attacchi di panico.> replicò.

Io semplicemente annuii così piano che credetti che non mi avesse visto.

<In ogni caso stammi sempre vicino a scuola. I bulli non mi toccano se sanno di Finn. Quindi stammi vicino.> aggiunse e annuii di nuovo sedendomi sul letto vicino a lui.

<Devi promettermi che non avrai più segreti con me, ok?>

Lo guardai negli occhi <Ok.> sussurrai prima di poggiare la testa sulla sua spalla, sconfitto.

Lui mi abbracciò avvicinandomi a sé e in quel momento sentii delle calde lacrime ricadermi sulle guance.

Jack mi strinse ancora di più poggiando la testa sulla mia e accarezzandomi un braccio.

<Voglio sapere anche quando senti le farfalle nello stomaco guardando Wyatt.> sussurrò infine.

Io smorzai la situazione con una risatina <Va bene... T-ti dirò tutto!> dissi senza, però, muovermi dalla posizione in cui stavo: avevo il viso premuto tra il suo petto e la sua spalla, il naso che toccava il suo collo e gli occhi chiusi per smettere di piangere mentre il mio migliore amico continuava a stringermi tra le sue braccia.

Pensai a come si sentisse Jack ogni volta che si metteva in quel modo con Finn e immaginai di avere Wyatt accanto.









I'm In Love With You! || JyattDove le storie prendono vita. Scoprilo ora