capitolo 95

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Jaeden Pov's

Il mio cellulare squillò risvegliandomi da quello stato di torpore e stordimento in cui mi trovavo.

Ero ancora seduto per terra con la schiena poggiata alla porta d'ingresso e le gambe strette al petto.

Sbattei più volte le palpebre mettendomi composto e poi afferrai il mio telefono che continuava a vibrare freneticamente.

Mi accorsi solo in quel momento che fosse mattina, per la precisione le 6 e 20 di mattina. Mi passai una mano sul viso, sentendo gli occhi bruciare per quanto erano rimasti aperti.

Sì, a quanto pare ero rimasto così per tutta la notte, senza rendermene minimamente conto. Ma ormai ci ero abituato.

Osservai lo schermo del piccolo oggetto, inerme, non riuscendo a toccarlo.
Ogni singola fibra del mio corpo mi chiedeva di non muovermi e di restare fermo lì perché pensavo che, in qualche modo, rimanendo immobile e senza fare nulla avrei sofferto di meno.

Ma c'era l'altra parte di me che aveva una voglia matta di rispondere alla chiamata di Jack. Ne avevo bisogno.

Così mi sforzai di muovere il pollice e misi in vivavoce buttando la testa all'indietro <Pronto.> feci con voce rauca.

<Jae! Fortunatamente sei sveglio. Volevo sapere come stai, andrai a scuola? Vuoi che passi a prendere te e Wyatt? O vi accompagna Jennifer? Bhe, se andate con la macchina di Wyatt...>

<No, Jack, a dire il vero...- lo interruppi scattando a sedere più diritto. Ma le mie parole si incrinarono rimanendo sospese tra il mio respiro e l'uscita della voce, incapaci di muoversi per conto proprio, incapaci di formularsi da sole e darmi una mano con tutto ciò che stavo passando. Ma dopo tutto, nessuno mi avrebbe aiutato, neanche me stesso quindi -Sono a casa mia...>

<Eh?> fece con voce stridula.

Da poco lontano da lui sentii uno schianto e la voce di qualcuno imprecare.

<Ehi! No, aspetta!> si lamentò Jack lottando evidentemente con qualcuno.

Poi tutto silenzio. Le lacrime ferme agli angoli degli occhi.

<Jae... Perché sei a casa tua? Che ci fai là? È tutto ok?> era Joe... E sentire la sua voce mi fece uno strano effetto.

Sospirai rilassando i muscoli contro la superfice legnosa della porta <Joe...- ansimai. E a quel punto tutte le mie difese inibitorie crollarono, di fronte all'imponente potere dell'unica altra persona che ritenevo come mio fratello. Singhiozzai -Puoi venire a prendermi?> la mia voce era umida, bagnata dal pianto e tremante.

Qualche minuto dopo la fine della chiamata suonarono al campanello ed io, che ero rimasto per tutto il tempo fermo sul posto, scattai in piedi ed aprii la porta ritrovandomi, piacevolmente, tra le braccia di qualcuno che sperai fossero di Jack, Joe o di... Wyatt...

Alzai il viso incontrando gli occhi marroni di Joe e poi mi strinsi ancora a lui.

In macchina non dissi nulla.
Alla guida c'era Charlie che vedendomi con gli occhi rossi, le nere occhiaie che non avevo avuto la facoltà di coprire col fondo tinta e distrutto per tutto il resto, aveva preferito non dire nulla.

Accanto a lui c'era Jack mentre io ero poggiato alla spalla di Joe che ancora mi abbracciava.

La tensione e l'ansia erano palpabili. Sapevo che avevano un sacco di domande ma fui io a rompere il silenzio <Hai dormito da loro Jack?> domandai debolmente.

Quella volta davvero non mi sarei mosso per niente. Mi sentivo bene nell'abbraccio di Joe, era rassicurante e protettivo.

<Ehm, io sì... Cioè, solo io e Millie... Da quel che ne so Finn e Sophia hanno dormito a casa di Soph, lei non lo vuole lasciare solo. Mentre gli altri sono tornati a casa.> rispose titubante.

I'm In Love With You! || JyattDove le storie prendono vita. Scoprilo ora