Limbo

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La settimana delle elezioni a scuola stava per finire, domani si sarebbe saputo chi tra Niccolò e Gabriele aveva vinto.
Ciò corrispondeva anche al fatto che da dopodomani la scuola sarebbe ritornata quella di sempre...compiti e interrogazioni e niente più pacchia infinita per cinque ore.
Niccolò era molto teso, glielo leggevo negli occhi. Aveva paura di perdere. Sia io che i suoi amici gli ripetevamo che era del tutto impossibile, gli studenti lo avrebbero votato..eppure lui aveva timore che così non fosse , aveva paura che Gabriele gli avrebbe potuto rubato la scena, e aveva paura che oltre il ruolo di rappresentante, Gabriele potesse rubare anche me.

F: "Non vedo l'ora che finiscano questi giorni, la scuola sta diventando un campo di combattimento"
T: "È colpa del vostro amichetto, fino all'anno scorso non avevamo questi problemi"
N: "Cosa ce possono fa loro se un coglione ha deciso de sfidamme ?"
T: "Per quanto tempo avrai ancora sto dente avvelenato con me tu?"
A: "Eccallá"
N: "Sta zitto Tiziano, ringrazia che nun te levo dalla lista...nun ce dovevi proprio entrá"
G: "Ragazzi dai smettetela, non mi sembra il momento"
T: "No no, invece a me sembra il momento perfetto...siamo tutti qui, dimmi che cazzo t'ho fatto"
N: "Nun te conviene che parlo"
T: "Nì , nun te conviene manco a te"
A: "Regá ma davvero state a fa? Sempre per la storia di una stupida ragazza?"
N: "Non è stupida"
A: "La ragazza o la situazione?"
N: "Entrambe"
A: "E allora se vi sta tanto a cuore sta faccenda, ha ragione Tiziano, parlatene na volta e pe tutte...faccio da giudice. Allo Tiziá"
G: "Ma saranno anche fatti loro no?"
A: "Appunto, nun te impiccià sorella ... Tiziano cosa vorresti dire a Niccolò?"
T: "Semplicemente che per me questa situazione è surreale... Niccolò manco se la filava a sta pischella quando ce so stato io, è iniziato tutto dopo, quindi non capisco il tuo astio nei miei confronti"
N: "Non capisci? Tiziá tu pur sapendo tutto ce provi ca ragazza mia, te sembra normale?"

Vuoto. Il vuoto. Il vuoto sotto di me.

A: "Fermi tutti, Moricò te fidanzi e non me lo dici?"

Forse nemmeno Niccolò si era reso conto del sostantivo che aveva utilizzato, tant'è che ci mise qualche secondo per capire a cosa si riferisse Adriano, poi tornando indietro con la mente notò che mi aveva definito la sua ragazza.

N: "Nun me so fidanzato, è un modo di dire...nel senso che me sto a frequentá con un tipa, e il mio migliore amico le va dietro, è normale?"
T: "Si ma so arrivato prima io"
G: "E STI CAZZI? IO NON TI VOGLIO"

Gli occhi di tutti finirono su di me.
Non sapevo chi guardare, cosa fare o se dire qualcosa.
L'unica persona che riuscii a guardare fu Federica, che mi incitava nel dire qualcosa per non far trapelare nulla... ma io volevo davvero continuare a nascondere ciò che provavo ?

A: "Giulia, ma cosa hai detto? Giù...stai bene ?"

Adriano mi parlava, ma io non gli rispondevo. Mi ero persa. Non sapevo come uscire da quella situazione e soprattutto non sapevo se ci volevo uscire.
Sentivo delle braccia che mi scuotevano, delle voci che mi chiamavano, ma io non ero lì probabilmente. Stavo ancor viaggiando per capire il da farsi.
Successivamente delle mani si posarono sul mio viso, urlando di lasciarmi respirare. Erano mani possenti, con un tocco però super delicato. Erano mani che mi facevano stare bene, che mi facevano respirare.

N: "Giuliè...oh Giuliè, parlami, so io...Giulia. Wendy so Nicco tuo"

A quelle parole ritornai a camminare di nuovo sulla terra, abbandonai la fantasia.
Niccolò era davanti a me e teneva ben stretto il mio viso tra le sue mani. Accanto a lui mio fratello che alternava il suo sguardo tra me e Niccolò, guardando me con paura e Niccolò con odio. Dietro di lui vi era Federica che quasi piangeva, e Tiziano, scosso e preoccupato anche lui dalla situazione.

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