La mia rovina

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Tornati a casa io e Niccolò, senza considerare la presenza di mio fratello, subito ci dirigemmo in camera.
Appena entrammo nella mia stanza Niccolò, dopo aver chiuso la porta, subito si impossessò delle mie labbra.
Mentre ci baciavamo io iniziai a sbottonargli la camicia per poi lanciarla in una parte indefinita della stanza.

N: "Sei consapevole vero che nella stanza accanto ce sta tuo fratello?"
G: "Si, ma non mi importa"
N: "Sentirà tutto"
G: "Faremo piano"
N: "No Giulié, io te devo scopá forte"

Ricominciò a baciarmi.
Non so con quale coraggio mi staccai da lui, feci scivolare davanti ai suoi occhi quel fazzoletto che avevo come vestito, restando solo in intimo. Niccolò iniziò a guardarmi con uno sguardo bramoso. Mi prese in braccio e mi fece stendere sul letto. Tra baci e carezze ci ritrovammo nudi.
Lui cominciò a lasciare una scia di baci su tutto il mio corpo. Prima il collo, poi la clavicola, scese poi a torturarmi il seno dove lasciò vari piccoli succhiotti. Continuò a baciarmi scendono sulla pancia e infine si soffermò molto sull'interno coscia.
Sentivo un calore al basso ventre che mi stava letteralmente facendo impazzire, iniziai ad ansimare mentre lui continuava a torturarmi.

G: "Nicco..."
N: "Dimmi cosa vuoi"
G: "Tutto"
N: "Per gradi bimba, dimmi cosa vuoi"
G: "Sono bagnata Niccolò"
N: "Dimmelo" disse con un tono autoritario
G: "Leccamela"

Come un ordine Niccolò lasciò in pace il mio interno cosa ed iniziò a dare piacere alla mia intimità, facendo giri di lingua e mordendo ogni tanto il mio punto più sensibile. Cercavo di contenere i miei orgasmi ma quando arrivai al piacere estremo non riuscii a reprimere quell'urlo di godimento.
Niccolò torno subito a torturare la mia bocca baciandola e mordendola così tanto da farmela diventare rossa.

N: "Ste labbra sono la mia rovina"

Dopo qualche minuto passato a baciarci mentre le nostre intimità si strusciavano, Niccolò mi fece girare di lato posizionandosi dietro di me. La mia schiena sul suo petto, le sue mani sui miei fianchi, a cucchiaio... con un colpo secco mi penetrò ed urlai così forte che dopo un secondo mi maledissi da sola ricordandomi chi fosse il nostro vicino di stanza.

N: "Tuo fratello domani mi ammazza"
G: "Scopami Niccolò, non pensare a lui"

Così fece. Iniziò ad aumentare le spinte per darmi più piacere. Passammo un' ora di passione travolgente, facemmo l'amore a cucchiaino abbracciati per tutto il tempo.

La mattina dopo ebbi il risveglio più dolce della storia. Fui costretta ad aprire gli occhi perché un Moriconi selvatico stava lasciando dolci baci sul tutto il mio viso.

N: "Finalmente te sei svegliata"
G: "Buongiorno anche a te"
N: "Scusa se ti ho svegliata, ma sto a morì de fame"
G: "Potevi scendere giù ed iniziare a fare colazione"
N: "Sei pazza? Non affronterò mai tuo fratello da solo"

Mi scappò una risata...Avrei voluto svegliarmi al fianco di Niccolò ogni mattina.
Mi alzai dal letto e iniziai a cercare la biancheria intima e qualcosa da mettermi addosso, la stessa cosa fece anche Niccolò. I nostri corpi erano ancora nudi dalla sera prima.
Con un velo di imbarazzo e di rossore sulle guance scendemmo al piano di sotto, dovevamo fare colazione e poi prepararci per andare a scuola.

G: "Buongiornoooo"
A: "Te sei svegliata pimpante"
G: "Si molto" lasciai un bacio sulla guancia di mio fratello e poi iniziai a prendere cose da mangiare. Affiancai i due mori intorno al tavolo.

N: "Adriá me dai na maglietta tua dopo? Tengo solo la camicia di ieri sera"
A: "Ok"
N: "Potresti essere anche un po' più esaustivo nelle risposte che me dai , non muore nessuno eh"
A: "Moriconi ti prego taci, ringrazia che sei ancora vivo"
N: "Ah si?"
G: "Ragazzi vi prego"
N: "È lui che tiene il problema con me e non me ne parla..."
A: "Allora facciamo una cosa, la prossima volta che me fai addormentá alle 5 perché devi far urlare mia sorella come una cagna in calore, te lo vengo a dì, che dici?"

Rosso peperone, il colore del mio viso era rosso peperone. Niccolò sputò su tutta la tovaglia il biscotto che stava masticando. Subito dopo mi guardò per dirmi di dire qualcosa, ma era una situazione che non sapevo gestire.

N: "Forse é meglio affrontare altri problemi "
A: "Beh il mio problema è questo, non lo vuoi affrontare? Allora nun te lamentá se nun te parlo. Ti vado a prendere la maglia"

Appena Adriano uscì dalla cucina, io iniziai a tornare di un colorito normale.

N: "Te lo avevo detto"
G: "Che dovevamo fare? Addormentarci?"
N: "La prossima volta ci fittiamo na stanza"
A: "Sarà meglio"

Ci voltammo entrambi verso Adriano. Quest'ultimo come prima, dopo aver lanciato una maglia a Niccolò, se ne andò...lasciandoci così, senza parole.

N: "Te l'ho detto, sei la mia rovina"
G: "No, hai detto che le mie labbra sono la tua rovina"
N: "Giuliè, sei tutta na rovina"

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