Sogni appesi

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N: "Vieni a pranzo da me? Mamma ti vuole vedere"

Eravamo appena usciti da scuola, la giornata era stata abbastanza pesante per tutti, e forse un po'di relax ce lo meritavamo.

G: "Se non disturbo"
N: "Ancora con sto disturbo Giuliè"

Dopo aver avvisato mio fratello, io e Nicco salimmo nella sua auto diretti a casa sua.
Roma era umidissima in questi giorni, come non lo era mai stata. Le strade erano super bagnate, e le ruote della macchina di Niccolò erano troppo lisce per non farmi stare sull'attenti.
Fortunatamente arrivammo a casa sua sani e salvi però .

N: "So un pilota io Giuliè"
G: "Muoviti, si congela" dissi trascinandolo dentro il palazzo

Ovviamente l'ascensore era rotto, allora iniziammo a correre per tutte le scale del palazzo finché non arrivammo fuori casa di Niccolò , che lui velocemente aprì.

N: "MÀ CE STA GIULIA"

Entrambi ci recammo in cucina e la scena che ci trovammo davanti mi fece rimanere a bocca aperta...

G: "Mamma, che ci fai qui? Ciao Anna"
ANNA: "Ciao tesoro"
R: "Beh sono venuta a trovare la mia amica" disse con riferimento ad Anna
N: "Ciao Robè"
R: "Ciao Nì, ora io tolgo il disturbo...tu che fai Giulia?"
G: "Mangio qua"
R: "Va bene non tornare tardi"
ANNA: "Ti accompagno Roberta, Niccolò apparecchia"
N: "Giulia, apparecchia"
ANNA: "Sfaticato"

Appena mia madre varcò la porta il mio respiro si regolarizzò. Anna e mia madre erano amiche da anni, ritrovarmi però tutte e due in una situazione del genere mi aveva messo un po' troppa ansia.
Di questo mio cambiamento se ne rese conto subito anche Niccolò, che mentre apparecchiavamo, cercava di farmi il solletico per farmi ridere.

N: "Te da fastidio?"
G: "Cosa?"
N: "Sta situazione"
G: "No amore, solo che ogni tanto dimentico che io e te non ci conosciamo solo per il nostro amore ma per altro"

A quelle parole il moro mi attirò a lui e fece combaciare le nostre lingue. Con lui tutti i miei problemi scomparivano, era tutto fin troppo magico.

N: "Ricordati che io sarò sempre qui per te amore mio"
G: "Grazie, sei speciale"
N: "Tu me rendi speciale Giuliè"

...

Dopo aver pranzato , aiutai Anna a sistemare la cucina e poi mi diressi con Niccolò nella sua stanza.

N: "Aspetta non qui"
G: "Che cosa?"
N: "Andiamo al pianoforte, voglio farti sentire una cosa"
G: "Una nuova canzone ?" gli chiesi appena entrammo nella stanza del pianoforte
N: "Mi è uscita più che altro come sfogo, l'ho scritta oggi a scuola all'ultima ora dopo la litigata col prof di matematica"
G: "Te le devi far scivolare addosso le cose che ti ha detto"
N: "Lo so, ma ero ancora arrabbiato e mi sono uscite di getto prima delle frasi e poi una canzone intera. È la prima volta che scrivo il testo e non la musica, quindi focalizzati sulle parole, va bene?"
G: "Già so che sarà speciale"

N: "Provo a dimenticare, scelte che fanno male
Abbraccio le mie certezze, provo a darmi da fare
Ma ancora non riesco a capire se il mondo un giorno io potrò amarlo
Se resto chiuso a dormire
Quando dovrei incontrarlo
Quello che cerco di dire
Da quando scappavo da tutto
Quando ridevano in gruppo
Tornavo e scrivevo distrutto
È che ho gridato tanto
In classe non ero presente
Sognavo di vivere in alto
Dimostrare che ero un vincente
E quando ho incontrato me stesso
Mentre correvo di notte
Gli ho urlato di odiarlo contro
E lui ha diviso le rotte
Ma guarda che strana la sorte
Oggi che mi sento bene
Io lo rincontro per strada
Gli chiedo di ridere insieme
E dimmi che cose resta
Se vivi senza memoria
Perdo la voce, cerco la pace
E lascio che la vita viva per me
E dimmi che cosa senti
Se scopri di avere paura
Brucio i consigli, alzo il volume
L'ansia nasconde i sorrisi che ho
E dimmi che cosa vedi
Quando ripensi al domani
Quali domande? Quante risposte?
'Forse domani' ripeti  'forse'
E vivo coi sogni appesi
Vivo coi sogni appesi
Girano le pareti
Vivo, vivo coi sogni appesi"

Stava descrivendo il suo stato d'animo, stava descrivendo l'odio che aveva provato qualche ora prima e tante altre volte quando gli avevano chiuso la porta in faccia.

N: "Quando ascoltavo la gente parlare mentre dava lezioni
Non ho saputo imparare ed ora disegno le delusioni, le conclusioni
È facile avere ambizioni, un po' meno concretizzarle
Ero un bambino diverso, odiavo chi amava e aspettavo l'inverno
Sempre collocato nel gruppo dei perdenti
In questo percorso a chi c'ho intorno ho dato un sorriso e mille incidenti
Ma mando avanti la ruota, lascio che giri da sé
Riesci a capirmi solo se hai sempre voluto qualcosa che non c'è
E adesso tirando le somme non sto vivendo come volevo
Ma posso essere fiero di portare avanti quello che credo
Da quando ero bambino, solo un obiettivo
Dalla parte degli ultimi, per sentirmi primo
Dimmi che cose resta
Se vivi senza memoria
Perdo la voce, cerco la pace
E lascio che la vita viva per me
Dimmi che cosa senti
Se scopri di avere paura
Brucio i consigli, alzo il volume
L'ansia nasconde i sorrisi che ho
E dimmi che cosa vedi
Quando ripensi al domani
Quali domande? Quante risposte?
"Forse domani" ripeti "forse"
E vivo coi sogni appesi
E vivo coi sogni appesi
Girano le pareti
Io vivo coi sogni appesi
Dimmi che cose resta
Se vivi senza memoria
Perdo la voce, cerco la pace
E lascio che la vita viva per me
Dimmi che cosa senti
Se scopri di avere paura
Brucio i consigli, alzo il volume
L'ansia nasconde i sorrisi che ho
Dimmi che cosa vedi
Quando ripensi al domani
Quali domande? Quante risposte?
'Forse domani' ripeti 'forse'
E vivo coi sogni appesi
Vivo coi sogni appesi
Girano le pareti
Vivo, coi sogni appesi"

Nel momento esatto in cui il moro alzò gli occhi dal pianoforte , i miei occhi si incastrarono con i suoi. Aveva pianto per tutta la durata della canzone, come d'altronde avevo fatto io.

G: "Sei un poeta Niccolò"
N: "Sei di parte" disse asciugandosi le sue stesse lacrime
G: "Non nasconderti, falle scendere in basso fino a che non diventino fango. Non vergognarti, è una cosa bellissima che tu ti emozioni per le tue stesse canzoni, ti rende puro. E questo amore mio è un inno, un inno per tutti quelli che si sentono incompresi"
N: "È l'inno degli ultimi, è l'inno di tutti noi. Mi è sempre piaciuto questo aggettivo, ecco perché ho voluto chiamare anche la mia lista a scuola così. Non è brutto essere ultimi, non è brutto essere incompresi, credo che invece di farti cadere in basso l'appellativo ultimo ti darà sempre la forza di rialzarti e di continuare a credere in te stesso"
G: "Arriverai lontano"
N: "Per il momento mi basta essere qui , davanti ad un pianoforte a farti sentire le mie canzoni. Mi basta avere te e i nostri sogni appesi"


Ho pianto scrivendo questo capitolo...
❤️

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