Infinite bugie

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A: "Giulia sbrigati, non voglio fare tardi"
G: "Si eccomi"
A: "Come è andata ieri sera a casa di Niccolò? E soprattutto...a che ora sei tornata?"
G: "È andata bene, e fidati che non vuoi sapere l'ora" dissi ridendo e facendo innervosire già alle otto del mattino mio fratello.

...

T: "Oggi con calma se la sono presi i Cassio"

Eravamo appena arrivati a scuola e tutto quel vociare già mi dava fastidio.
La voce di Tiziano mi fece concentrare solo su un punto del cortile scolastico. Sorrisi a Tiziano, mandai un bacio volante a Federica e mi catapultai tra le braccia di Niccolò, dandogli subito un bacio a stampo.

N: "Ciao amore mio"

Sorrisi alle parole dolci che mi dedicò il moro.

A: "Sti due prima o poi me faranno vomitare"
F: "Sei un insensibile Adriano"
T: "Da oggi Niccolò lo dobbiamo chiamá Edward Cullen"

Io e la mia ingenuità ovviamente non capimmo la battuta di Tiziano. Mi voltai verso Niccolò con sguardo interrogativo e vidi lui che cercava di soffocare una risata.

A: "DIO CHE SCHIFO"
G: "Ma che te urli"
A: "Niccolò ti prego evita di farle succhiotti" disse mio fratello facendo ridere tutti, tutti tranne me.

Anche Niccolò sembrava divertito dalla scena , io volevo solo sotterrarmi. Stamattina mi ero preparata di corsa e mi ero completamente dimenticata di coprire il succhiotto che avevo in bellavista sul collo.

N: "La prossima volta glielo faccio in una zona meno visibile"

Mi permisi di dare uno schiaffo sul braccio a Niccolò, era davvero stupito.

A: "Dio Moriconi"
T: "Non ti sei ancora abituato all'idea di tua sorella che scopa con Niccolò?"

Questo era scemo.

G: "Okay Fede andiamo?"
F: "Direi che ti conviene"

Provai ad avvicinarmi a Federica per scappare da questa situazione imbarazzante, ma il mio polso venne fermato da una mano tatuata.

N: "Nun se saluta più?"

Mi riavvicinai al moro. Presi il suo viso tra le mani e gli diedi un dolce bacio sulle labbra, che ovviamente grazie a Niccolò si trasformò in un limone mattutino.
Ci staccammo solo grazie alla battuta idiota di Tiziano, altrimenti lo so, avremmo continuato a baciarci per ore.

T: "Prendetevi una stanza"
A: "Te stai zitto?"
N: "Dopo ci andiamo a mangiare una cosa?"
G: "Come vuoi"
A: "Vengo anche io"

Niccolò fulminò mio fratello. Probabilmente la presenza di Adriano non era nei suoi programmi.

T: "Eh Vabe a sto punto vengo pure io"
N: "Oh certo, Fede tu ti unisci?" disse ironicamente Niccolò facendo ridere tutti
F: "No, vi lascio alla vostra uscita a quattro"
A: "Bene è deciso, sorella fila in classe"

Lasciai velocemente un altro bacio sulle labbra di Niccolò e mi catapultai in classe insieme a Federica.
Non so se si fosse capito, ma ero davvero felice.

...

G: "Amò no, l'aglio no"
N: "Ma io adoro l'aglio"
G: "Dopo puzzi"
A: "Che amarezza"
X: "Ciao ragazzi"

Quella voce.

T: "Oh Edo"
E: "Pranzo tra amici?"
N: "Così sembra"
E: "Giulia ciao"
G: "Ciao" dissi cercando di evitare il suo sguardo
E: "Stai bene?"

A quella domanda annuii solamente. I miei occhi erano concentrati sulla carne che avevo nel piatto.

E: "Menomale, dopo quella sera ero un po' preoccupato"
A: "Che sera?"
E: "Lei e la sua amica vennero a una mia festa. La tua ragazza Adriá.."
A: "Mh si..."

Guardai mio fratello che probabilmente aveva già capito tutto. Non avevo però il coraggio di guardare Niccolò, anche se sentivo il suo sguardo bruciarmi addosso.

E: "Le riaccompagnai io a casa alle sei del mattino. Stavano una peggio dell'altra. Erano anche da capire, so state tutta la sera con noi, e voi sapete quando beviamo io e i miei amici" disse ridendo, ma non ci stava proprio nulla da ridere.

Dopo quelle frase finalmente Edoardo andò a sedersi al suo tavolo, ma il mio inferno era appena cominciato.

N: "Puoi spiegarmi?"

Ecco.
Non so con quale coraggio alzai il mio sguardo in direzione di Niccolò.

N: "Mi avevi detto che ti aveva accompagnato un tuo amico. Tra Edoardo e un tuo amico penso ci sia qualche differenza"
G: "Io.."
N: "Tu cosa Giulia" disse Niccolò dando un pugno al tavolo
A: "Nì, calmate"
G: "Ti avevo detto che eravamo andate alla sua festa"
N: "Si, ma non mi avevi detto che avevi passato tutta la serata con lui e che ti aveva accompagnato anche a casa"
G: "Nicco non eravamo soli, ci stavano Federica e i suoi amici"
N: "Non me ne fotte un cazzo Giulia. Come faccio a fidarmi di te se mi riempi solo di bugie?"

Un pugnale trafisse il mio cuore in quel momento.

G: "Non ti fidi di me?"
N: "Tu non me ne dai modo"

Niccolò fece per alzarsi ma io lo bloccai.

G: "Nicco ti prego, non è successo niente te lo giuro"
T: "Forse é meglio se andate a parlare fuori"
N: "Nun te impiccià"
G: "Nicco ti prego" mi alzai per stare alla sua stessa altezza
G: "Scusami" dissi buttandomi tra le sue braccia che però non mi accolsero
N: "Ho bisogno di pensare"
G: "A cosa?"
N: "A tutto questo, alle infinite bugie che mi dici ogni giorno. Chissà , forse anche il ti amo di ieri sera lo era"

Detto questo Niccolò, dopo aver lasciato la sua parte dei soldi sul tavolo, senza salutare nè me nè i suoi amici uscì dalla paninoteca, lasciando me lì così. Mi lasciò con il cuore spezzato, infinite colpe e le lacrime agli occhi.

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