Salti tu, salto io

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Un colpo di pistola sparato da non so chi diede via alla gara. Accadde tutto in un secondo...la moto di Niccolò dopo quello sparo diede una forte accelerata e qualche secondo dopo iniziò ad impennare e a correre.
Istintivamente chiusi gli occhi, non ce la facevo a vedere quello che stava accadendo. Con tutto il casco sentivo il vento che colpiva il mio viso, ma soprattutto sentivo il mio corpo in bilico. Tutto ciò era contro ogni principio della fisica.
Le mie orecchie ormai udivano solo un forte frastuono dovuto dalle moto e dal vociare della gente che incitava i piloti a correre sempre più forte.
Iniziai a respirare di nuovo solo dopo dieci minuti, che però a me erano sembrate ore.
Non sentii più il mio corpo in bilico, segno che ci eravamo fermati.
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu Adriano che venne vicino a me. Con cautela mi tolse il casco.. sentii anche il mio bacino libero, segno che Niccolò aveva tolto la cintura che ci teneva attaccati.
Mio fratello mi aiutò a scendere dalla moto e subito mi tenne stretta tra le sue braccia.
Scorsi anche le figure di Tiziano e Federica. Quest'ultima provava a parlami , ma io non riuscivo a risponderle.
Poi, un braccio mi fece staccare dal corpo di Adriano per farmi avvicinare ad un altro.
Rividi quegli occhi che avrei voluto vedere per quei dieci minuti...gli unici occhi che potevano darmi sicurezza, forse.

N: "Come stai?"
G: "Non lo so"
N: "Hai avuto molta paura?"
G: "Credo di averne ancora"
T: "Nì, vado a recuperare i soldi e poi ce ne andiamo."
A: "Vado a posare la moto io. Voi tre iniziate ad andare verso la macchina"

Come detto da Adriano, io Niccolò e Federica ci incamminammo verso la machina.
Ogni passo che facevamo qualcuno si congratulava con Niccolò, mentre io ero ancora sotto shock.

F: "Ha fatto il secondo posto Giuli. Quel Massimo invece il terzo"

Udii le parole di Federica ed annuii per farle capire che avevo compreso.
Arrivammo finalmente vicino alla macchina, Tiziano era già li e subito consegnò i soldi a Niccolò.
Appena ci raggiunse anche Adriano salimmo in macchina. Durante il tragitto nessuno proferì parola...
Tiziano lasciò me Adriano e Niccolò a casa mia..Appena varcammo la porta di casa riuscii finalmente a liberarmi.

G: "Smetti" dissi guardando il mio ragazzo
N: "Giulia"
G: "Smetti Nicco, o non mi vedi più"
N: "Me servono soldi"
G: "Vai a fare il cameriere, qualsiasi altro lavoro"
N: "Giulia è una cosa che faccio ogni tanto. Vinco spesso, non mi porta via tempo e guadagno tanto"
G: "Puoi usare tutte le scuse che vuoi, ma a me non sta bene. Niccolò rischi la tua vita, ed è pericoloso anche per chi sta con te"
N: "Giulia se non sapevo di potercela fare non ti avrei mai detto di salire sulla moto con me..avrei menato quel Massimo e ti avrei fatto portare via da Adriano. Ma sapevo che non potevo espormi, gente come Massimo coglie i punti deboli degli avversari... non potevo fargli capire che sei tu il mio punto debole"
G: "E tu? Lo incoraggi in questa stronzata?" dissi riferendomi a mio fratello
A: "Nessuno si è mai fatto male Giulia"
G: "Certo, allora dobbiamo aspettare che qualcuno si faccia male per aprire gli occhi?"
N: "Giulia ma capisci che gareggio una volta al mese? Te rendi conto di quanti soldi me danno? Guadagno più io correndo per dieci minuti su una moto che mia madre lavorando ogni giorno per due mesi"
G: "E come spieghi a tua madre la presenza miracolosa di questi soldi?"
N: "Le ho detto che ogni tanto aiuto un mio amico in un'officina"
G: "Nicco, smetti"

Niccolò si avvicinò a me e lentamente prese il mio viso tra le mani e avvicinò le nostre fonti.

N: "Te prego, nun me lasciá"
G: "Non posso avere il fiato sospeso ogni volta che tu stai su quella moto"
N: "Una volta al mese Giulia, niente di più"
G: "E poi, tutte quelle femmine nude. Non credo che questa sia la prima gare con le grupi, ciò vuol dire che una di quelle spogliarelliste è salita sulla tua moto"
N: "Nun le guardò nemmeno Giulié"
G: "Facciamo un patto"
N: "Ti ascolto"
G: "Ogni volta che gareggerai voglio esserci anche io, e voglio essere la tua grupi nel caso serva. Non voglio che mi nascondi queste gare, non mi vanno a genio ma almeno essere lì con te mi darà più sicurezza"
A: "Assolutamente no, stavi a svenì prima"
G: "Lo so, ma di certo non starei meglio ad immaginarvi lì senza poter vedere se effettivamente state bene"
N: "Giulia te metti in un casino più grande de te"
G: "Se ci sei tu, ci sono io"
N: "Tipo Titanic? Salti tu, salto io"
A: "Niccolò davvero? Lo sai che è pericoloso"
G: "Non mi caccerò nei guai, non darò confidenza a nessuno. Se qualcuno mi vorrà come grupi io dirò.."
N: "No, io dirò. Tu non aprirai bocca"
A: "Nun ce credo, le hai detto si?"
N: "Per forza. Fidate che se le dicevo de no, lei e l'amica sarebbero venute de nascosto"
G: "Allora un po' mi conosci"
N: "Giusto un po' piccola Cassio"
G: "Non ho accettato questa cosa sappilo, è solo per stare più tranquilla"
N: "Facciamo così, appena finirò la scuola, se mai la finirò, proverò a trovarmi un lavoro"

Il mio viso si illuminò.

G: "Così lascerai le gare?"
N: "Si"

Dopo quella frase finalmente riuscii a lanciarmi tra le braccia del mio fidanzato.

G: "Grazie"
N: "Voglio darti un futuro sicuro Giulié"

Ero lì, tra le sue braccia, mentre lui mi rassicurava e mi prometteva un futuro insieme. Ero lì, tra le sue braccia, con la consapevolezza che niente e nessuno avrebbe mai potuto spezzare quel legame. I mille universi di Niccolò non ci avrebbero diviso.

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