La storia infinita

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T: "Nun me entra"
A: "Qualcosa te deve pure entrá. Hai saltato le ultime tre interrogazioni, oggi te sbrana"
T: "Biondì aiutame"
F: "È comica la cosa che io del terzo anno debba aiutare te, orco del quinto...ma se poi la tua concezione di studiare equivale a disperarti 15 minuti prima dell'inizio della giornata scolastica, ti dico che stai studiando anche troppo"
N: "Daje Tiziá ho preso io sei, io..nun so se capisci"
G: "Ma perché tu sei intelligente amore" dissi dando un dolce bacio sulle labbra di Niccolò
T: "No ma grazie Giulia, davvero"
G: "Ops...scusa"
C: "Buongiorno compagni di scuola, ciao fratello"

In quel momento tuto cambiò. Tiziano che si stava disperando per l'interrogazione chiuse il libro e si posizionò davanti a Federica, la quale era rimasta a bocca aperta. Niccolò che si trovava seduto su un muretto con me tra le gambe, decise di scendere per mettersi davanti a me, come uno scudo, e soprattutto di fronte a Cocco...ovviamente affiancato da mio fratello.

N: "Fratello a me non lo dici"
C: "Scusa, ma sai con Valerio e Lorenzo mi chiamo così"
A: "Va via Cocco"
C: "Ora vado, ma mi dispiace avvisarvi che non sono venuto per voi Miserabili"
N: "Lo sai che il Miserabili lo prendo come un complimento?"
C: "Simpatico, comunque io devo parlare con Giulia"
T: "Ed io vorrei prendere otto all'interrogazione di storia, ma come sai non si può avere tutto dalla vita"
C: "Se tu avessi studiato magari...Giulia caffè?"
N: "Scordatelo"
C: "Ho detto Giulia, no Niccolò"
N: "Sparisci"

Io in tutto ciò ero lì, ferma dietro Niccolò ed Adriano, con Cocco che mi fissava, mi scrutava e mi metteva davvero timore.
Niccolò mi aveva espressamente chiesto di far fare a lui questa volta, altrimenti la questione non si sarebbe mai risolta.

C: "Voglio parlare con Giulia, è l'ultima volta che lo dico"
A: "E poi che fai?"
C: "Poi non me ne fotte se voi o lei non volete, se non riesco a parlarci con le buone, ci parlerò con le cattive"

A quelle parole Niccolò si avvicinò ancora di più a Gabriele, di fatti il mio respiro si fece più pensate.

N: "Prova ad avvicinarti di nuovo alla mia ragazza e ti giuro che finisce male. Anche io ora te lo sto dicendo con le buone, spera che non debba passare alle maniere forti"

...

F: "Dio Giuli, Niccolò era così sexy quando ti proteggeva"

Erano passate tre ore scolastiche da quando Niccolò aveva affrontato Gabriele. Dopo quella "chiacchierata" tra i due, i tre moschettieri mi accompagnarono in classe e mi pregarono, soprattutto Niccolò, di stare lontano da Cocco e soprattutto di avvisarlo di qualsiasi cosa.

G: "Hai appena detto che il mio ragazzo è sexy, te ne rendi conto?"
F: "Ma è vero dai, non è mica come quell'orco"
G: "Intanto l'orco si è messo davanti a te per proteggerti"
F: "Ma se tremava come una foglia, dovevo stare io davanti a lui"
G: "Fede devi dirmi qualcosa?"
F: "Non credo"
G: "Sicura? Magari, non so, ti interessa Tiziano?"
F: "Hai sbattuto la testa Giulia? Ci odiamo, siamo cane e gatto."
G: "Anche io e Niccolò eravamo così, e guardaci un po' ora"
F: "L'orco non ha possibilità con me"
G: "Mai dire mai, la storia del cane e gatto e degli opposti ha sempre un lieto fine"
F: "Stai fantasticando"
G: "É una storia infinita Fede"
C: "La mia e la tua? Ma se non è ancora iniziata"

Perché dico io non mi accorgevo mai delle persone che mi piombavano davanti? Sembra che lo facevano di proposito

G: "Simpatico, ma ancora una volta non stavo parlando nè di te nè con te"
F: "Dai andiamo in classe"
C: "Va bene andiamo"
F: "Vedi che dicevo a Giulia"
C: "Biondina ti ricordo che andiamo in classe insieme"
T: "Non chiamarla biondina"

E ancora una volta c'era qualcuno che all'improvviso si inseriva nelle mie conversazioni. Questa volta però avrei preferito scomparire , anzi no, magari addormentarmi per poi svegliarmi dopo ore e scoprire che era tutto un incubo.

C: "È bionda, come la devo chiamare. Riccia?"
F: "Ho un nome"
T: "Dai , vi accompagno in classe"
F: "Non abbiamo bisogno della guardia del corpo"
T: "Non me ne frega, io vi accompagno lo stesso"

E di fatti così fece, Tiziano ci accompagnò fino alla porta della classe. Ovviamente Gabriele ci seguí, ma fu lui il primo ad entrare.

T: "Giulia, tutto bene?"
G: "Si"
T: "Ti ha detto qualcosa ?"
G: "No, ha parlato per lo più con Federica. Poi subito sei arrivato tu"
T: "Ah.. Biondì a te ha detto qualcosa che ta dato fastidio?"
F: "Oltre il biondina no...e pregherei anche te di chiamarmi col mio nome, lo hai detto stesso tu che Cocco non doveva chiamarmi biondina"
T: "Infatti non deve, posso solo io. Ora vado..ah e comunque biondì, ho preso cinque e mezzo"
F: "Mi aspettavo un tre"
T: "Ti sorprendo sempre lo so"

Detto questo Tiziano si allontanò da noi per entrare nella sua classe. Sicuramente avrebbe riferito tutto a Niccolò, ma in questo momento i miei pensieri erano concentrati sullo sguardo di Federica.

F: "Smettila"
G: "Non sei felice ? Ha preso cinque e mezzo, soprattutto grazie a te"
F: "Ti prego, io e cinque e mezzo non andiamo bene nella stessa frase"
G: "Ma tu e Tiziano si"
F: "È un orco Giulia"
G: "È questo il bello della storia infinita"

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