Un sussulto

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Aprii gli occhi. Ero stesa su un letto, era il mio letto.
Ero nella mia camera da letto da sola.
Afferrai il telefono che era posizionato sul comodino, l'orologio segnava le 14:08... Avevo dormito per molto tempo. Ancora dovevo capire bene cosa fosse successo, avevo immagini sfocate nella mia mente...una cosa solo ricordavo alla perfezione, Niccolò.
Uscii con un po' di fatica dalla mia stanza per dirigermi al piano di sotto. Mentre percorrevo le scale però mi fermai.
Al piano di sotto c'erano mio fratello e Niccolò che stavano discutendo.

N: "Quante volte te lo devo dì? È successo"
A: "Niccolò, sto cercando di mantenere la calma, non mi basta un semplice è successo. Io voglio sapere tutto"
G: "Ragazzi.."
N: "Giulia"

Niccolò appena mi vide subito mi corse incontro, mi prese e mi posizionò nel mio posto preferito, tra le sue braccia!

N: "Come ti senti?"
G: "Un po' meglio" risposi mentre lui lasciava dei dolci baci tra i miei capelli
A: "Vi potete staccare? Sto per vomitare"
N: "Dovresti fare delle scuse a tua sorella"
A: "E tu dovresti uscire da questa casa"
G: "Adriano per favore, lasciami spiegare"
A: "Vai, sono tutto orecchie"
G: " Nessuno aveva programmato nulla, è successo. All'inizio nemmeno noi ce ne eravamo resi conto, ma da un giorno all'altro non litigavamo più. Niccolò ha saputo qualche tempo fa la questione Tiziano, ma tra me e lui non era successo ancora niente. È iniziato tutto da lì, lui che mi difendeva e che cercava di togliermi Tiziano dai piedi..."
A: "Vedi Giulia per me è inverosimile anche solo il fatto che tu abbia scopato per la prima volta con un mio amico, stavamo seduti a quel cazzo di tavolo tutti e quattro quando Tiziano raccontava di questa fantomatica scopata"
N: "E secondo te perché quella sera lo stavo per menà Adriá? Me aveva dato fastidio il modo in cui aveva parlato di Giulia."
A: "Che vuoi difendere mia sorella da un coglione come Tiziano può solo farmi piacere, ma che poi diventi tu stesso il coglione della storia questo non lo accetto"
N: "Ma perché ?"
A: "PERCHÉ TU NON SEI IL RAGAZZO CHE VA BENE PER LEI, IO TI CONOSCO E PUOI DARMI RAGIONE SE DICO CHE MORICONI E RELAZIONI FANNO SOLO RIMA MA CHE NON STANNO BENE NELLA STESSA FRASE"
N: "So cambiato"
A: "Non ci credo"
N: "Damme modo. Cazzo Adriá ci siamo sempre sostenuti io e te"
A: "Infatti, non so come tu possa aver pensato di farmi un torto del genere"
N: "Secondo te se non ci tenevo davvero a tua sorella creavo tutto sto casino?"
G: "Adri non ci puoi impedire di stare insieme, io voglio Niccolò nella mia vita"
A: "Giulia io ti chiedo scusa davvero per averti chiamato in dei modi che solo a ripensarci mi faccio schifo da solo. Tu hai sbagliato, perché hai sbagliato...hai sbagliato a non dirmi di Tiziano, anzi hai proprio sbagliato a fare ciò che hai fatto con Tiziano"
G: "Se ti può consolare tornassi indietro non lo rifarei"
A: "Però faresti tutto il resto con il coglione numero 2?"
G: "Si"
A: "No Giulia, tu devi aprire gli occhi cazzo...LO DICO PER TE"

Con tutta la rabbia che aveva nel sangue e nel corpo, Adriano come se fosse su un ring, prese un vaso con dei fiori che avevamo in casa e lo gettò per terra, facendolo rompere in mille pezzi.
A quel gesto io sussultai, mi spaventai, non avevo mai visto mio fratello così. Avevo paura. Avevo paura di lui.

N: "Che cazzo stai a fa"
A: " Giulia tu devi ascoltarmi"

Adriano iniziò ad avvicinarsi sempre più a me. Io che non riconoscevo mio fratello, mi misi dietro Niccolò.

N: "Adriá"
A: "Levate"
N: "ADRIANO CAZZO LA SPAVENTI"

Le urla di Niccolò furono l'unica cosa che si sentì in quella casa. Adriano si risvegliò dal suo stato di pazzo omicida, guardò me con le lacrime agli occhi e poi si girò verso il vaso.

A: "Il vaso della nonna"
N: "Adriá va tutto bene"
A: "Si è rotto il vaso"
N: "Vuoi un bicchiere d'acqua ?"
A: "Voglio che tu te ne vada da questa casa Niccolò" disse guardando il moro che mi stava facendo ancora da scudo
N: "Fottiti"
A: "È casa mia, decido io"
N: "Te lo puoi scordare che ti lascio da solo con Giulia in queste condizioni"
A: "Bene... allora me ne vado io"

Adriano uscì da casa nostra sbattendo la porta. Anche lì sussultai.

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