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JAKE

Quando mi sveglio ho un mal di testa incredibile. Mi guardo intorno spaesato. Ma quanto ho bevuto? Non credevo di essere messo così male. Però almeno sono in camera mia e sono solo. Oggi non ci sono gli allenamenti con la squadra, ma io, Brian e Oliver ci incontriamo lo stesso per conto nostro durante il weekend. Perché vogliamo essere i migliori ed entrare nella NFL, ma credo proprio di essere uno straccio stamattina e al minimo urto potrei crollare. Questo non mi impedisce di provarci quindi mi alzo e, a dorso nudo, vado verso la porta. Mi fermo con la mano sulla maniglia quando ricordo ieri sera. Ho baciato Alessio...

Raggiungo i miei fratelli sul campo e iniziamo a giocare solo che dura a malapena due ore e mezza perché sono davvero sul punto di vomitare, anche se non ho mangiato niente stamattina. Avevo lo stomaco sottosopra. Dopo avermi portato al limite i ragazzi si decidono a lasciarmi andare così, mentre loro vanno al Bell's per incontrare il resto della squadra io me ne vado a casa mia. Ho bisogno di dormire e di mangiare qualcosa. Per poco non mi viene un colpo quando noto Alessio diretto verso la porta d'ingresso.

-Ehilà Illinois...- lo saluto mentre mi avvicino alla porta e faccio scattare la serratura. Con un cenno della testa lo invito ad entrare dentro così ci mettiamo in salotto. A una distanza ridicola rispetto a quella di ieri sera, dato che ci siamo seduti entrambi sulla mia poltrona.

-Sono passato a vedere come ti senti- eppure non mi guarda mai negli occhi... Tiene sempre lo sguardo basso, torturandosi le mani e i capelli.

-Come puoi immaginare... Uno schifo- sono abbastanza teso perché mie ro quasi convinto che potesse essere stato soltanto un sogno, ma vedendo come si comporta capisco che l'ho fatto, davvero. Merda. Però lo faccio ridere o almeno accenna un sorriso e per la prima volta mi rivolge uno sguardo di sfuggita prima di appoggiarsi con la schiena contro lo schienale del divano.

-Considerando quanto hai bevuto non sono sorpreso... Ti, ehm... Ricordi che hai fatto ieri sera?- ed eccola lì, la domanda di cui avevo paura. Beh tanto vale essere sinceri suppongo. Quindi mi avvicino a lui, sul divano, facendogli alzare gli occhi su di me, però questa volta non li distoglie.

-Sì e mi dispiace averti messo in questa posizione...- e sono sincero. Fottutamente sincero.

-Tranquillo, eri ubriaco e io ero lì. Lo capisco... Ma tu sei...- mi lancia uno sguardo d'intesa senza finire la frase. Questo è una bella domanda, cazzo.

-Non lo so. Da un po' non sono più attratto dalle ragazze, non so neanche se lo abbiano mai fatto. Però...- prendo un respiro profondo e cerco di trovare le parole per spiegare qualcosa che non capisco neanche io del tutto.

-Non lo so. Sto cercando di capirlo. Credo che, essendo tu nuovo di qui e anche attraente, io abbia avuto il desiderio di provare e cercare di capire quello che avrei potuto sentire. Onestamente non mi aspettavo mi piacesse tanto, so che ero ubriaco, ma non penso sia per quello. E tu eri lì, come hai detto prima. Sei stato il primo ragazzo che ho baciato, proprio perché qui mi conoscono tutti e non ho mai voluto rischiare- ma che cazzo sto dicendo? Adesso sicuro mi prende a pugni perché crede che io lo abbia usato e, da un lato, potrebbe anche essere così. Dopo alcuni minuti, che mi sembrano un'eternità, finalmente inizia a parlare.

-Lo capisco. Davvero. Più di quanto tu non immagini. E se quel bacio è servito a farti capire qualcosa, anche se non tutto, a me sta bene così- è un sollievo sentirglielo dire. Specialmente il fatto che ha volutamente messo da parte i complimenti che gli ho fatto.

-Amici?- chiedo allora tendendogli la mano. Ma, sbaglio, o ha detto che sa cosa si prova? Anche lui è...?

-Certo, California- la sua presa è salda e forte e dura dannatamente poco. Quando si rialza, lo mito per accompagnarlo alla porta. Ma l'attimo prima di uscire dice una cosa che mi spiazza completamente.

-Anche a me è piaciuto più di quanto mi aspettassi- mi rivolge un sorriso ammiccante con tanto di occhiolino mentre io mi limito a sfoggiare il mio sorriso più seducente, appoggiato allo stipite della porta.

-Non vantarti troppo adesso- dice prima di iniziare ad andarsene. Senza rendermene conto lo chiamo a gran voce e faccio un pio di passi verso di lui senza raggiungerlo però.

-Stasera ci vediamo?- mi sento un fottuto ragazzino in questo momento che ha paura di essere respinto, ma non m'importa.

-Passa a prendermi- e, dopo avergli fatto l'occhiolino come lui ha fatto con me poco fa, si allontana e se ne va mentre io rientro in casa con, troppe domande, ma una leggerezza inspiegabile.

Alle sei e mezzo sono giù da Alessio pronto che lo aspetto in macchina. Ho qualche conoscenza, vista la mia fama, e le ho sfruttate per una cosa un po' diversa. Di solito Giant Dipper Roller Coaster chiude alle sette, ma solo per noi chiuderà quando decideremo di andarcene. Spiego ad Alessio il mio programma, dato che lui non conosce bene la città e lo porto sulle montagne russe e le varie attrazioni di Giant Dipper Roller Coaster.

-Lo vedo sempre più come un appuntamento e sempre meno come un'uscita tra amici- sentenzia Alessio dando un altro morso alla sua pizza. Io volevo andare da qualche parte, ma lui ha preferito prendere delle pizze e mangiare sul lungo mare.

-Hai scoperto il mio segreto a quanto pare- scherzo, dandogli una spinta con la spalla mentre sorrido. È una cosa che ho fatto per tuta la sera e non mi sentivo così libero da molto. Così me stesso. Ho sempre molto a cui pensare tra la squadra, gli esami e Sally, la mia piccolina.

-E ti da fastidio? Vorresti che fosse qualcosa di meno romantico?- gli chiedo addentando l'ultima fetta della mia di pizza. Mi pulisco le mani e la bocca in attesa di una sua risposta.

-Nah. Va bene così- scrolla le spalle con fare indifferente pulendosi a sua volta le mani, ma vedo il sorrisetto che gli si forma all'angolo della bocca.

-Bene- gli osservo le labbra e mi avvicino di poco a lui. siamo seduti sulla sabbia e ci stiamo sporcando completamente, ma non voglio alzarmi. Non ancora.

-Bene- ripete avvicinandosi a sua volta osservandomi le labbra. Mi sento come se stessi per dare il mio primo cazzo di bacio.

-Va bene per te?- gli chiedo per essere sicuro perché sto quasi per sfiorargli le labbra. Lui annuisce e deglutisce guardandomi negli occhi. sto per tirarmi indietro, davvero, perché lo vedo che non è sicuro, ma poi lui si avventa su di me, afferrandomi per la nuca, così come faccio io per avvicinarlo ancora di più a me. rendo il bacio più profondo, perché è così che sono abituato a fare. Sono rude e prepotente e passionale. Ho sempre il controllo e ora non faccio eccezione però faccio attenzione a non spingermi troppo oltre perché abbiamo parlato di me e della mia confusione, ma non di lui. Quindi, solo per questa volta che spero non sia l'ultima, lascio a lui il comando. Mi fa sdraiare sulla schiena incurante della sabbia nei capelli e sui vestiti e si posiziona sopra di me senza mai interrompere il bacio.

Il Mio Destino Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora