BRIAN
Dopo la partita siamo andati a casa di Jake per festeggiare. Mi stavo divertendo. Andava tutto bene. Fin quando non ho raggiunto Aisha seduta sul divano da sola. È stata per gran parte della serata con il telefono in mano a chattare e quando mi sono avvicinato non ha esitato neanche un attimo nel dirmi il motivo.
Keller l'ha contattata su Instagram. E lei ne era pure felice... Non me la sono sentita di dirle niente dato che non stiamo insieme e siamo solo amici. Io l'ho voluto. Lei l'ha voluto. Lei è contenta di parlare con un altro ragazzo. Io non parlo con nessun'altra ragazza.
Dopo aver tentato invano per dieci minuti buoni di attirare la sua attenzione l'ho lasciata ai suoi messaggi e mi sono alzato. Ho preso la prima ragazza che mi si è buttata addosso. Non potendola portare in camera mia qui, perché davvero nessuna ci entra, né tantomeno al mio appartamento e la camera di Jake era occupata da lui e probabilmente da una ragazza ho optato per una via alternativa. Ho mandato tutti via dalla cucina per fare sesso con quella ragazza che non si è nemmeno disturbata a dirmi il nome.
Ha voluto che la penetrassi da dietro. Personalmente preferisco guardarle in faccia le ragazze, ma su richiesta cerco di accontentarle il più possibile. Una volta usciti di lì i ragazzi anno fischiato e grugnito senza pudore. Hanno tolto addirittura la musica per sentire meglio i suoi gemiti, è stata molto rumorosa.
Ho il sospetto che mi abbia usato come ho fatto io con lei perché poco dopo è andata via con un ragazzo con un'espressione compiaciuta sul volto e prima di uscire di casa si è voltata per farmi l'occhiolino e ringraziarmi. Il ragazzo l'ha presa con forza per il polso e ha attaccato le sue labbra, poi mi ha lanciato uno sguardo possessivo. Ho alzato le mani per fargli capire che non mi interessa ripetere l'esperienza con lei. Semplicemente si trovava lì ed entrambi avevamo i nostri scopi per farlo.
Ma al contrario di lei che è riuscita ad ingelosire il suo ragazzo? Io dopo aver incontrato lo sguardo di Aisha mi sono sentito un verme. Era dispiaciuta, ma allo stesso tempo era come se, se lo fosse aspettato da me. questo per non toglie il fatto che mi sia sentito terribilmente in colpa. In colpa per aver fatto sesso. Tra un altro paio di settimane dovranno rinchiudermi in un centro per la sanità mentale, perché sto proprio perdendo la testa.
Ora invece sono sul campo. L'allenamento sta per iniziare e io non vedo l'ora di scaricare la tensione che ho addosso da ieri. Nonostante sia sabato mattina siamo comunque a scuola per allenarci. Ci siamo svegliati tutti presto, be' io all'alba per avvantaggiarmi un po' di più. E guardando qui tutti i miei compagni di squadra, i miei migliori amici, i miei fratelli, la mia famiglia mi rincuoro di non essere il solo ad avere un'assoluta devozione per il football.
-Price!- chiamo i nuovi arrivati, con cui ormai ho legato.
-Dovete andare via prima oggi?- a giorni alterni lasciano l'allenamento un po' prima degli altri e deve essere per una cosa importante se il coach li dà il permesso. Non ha voluto dirmi cosa però. Il coach Steven è un uomo affidabile. Sa mantenere un segreto a qualunque costo.
-Sì amico. Andremo via un quarto d'ora prima- mi informa Alessio. Annuisco in silenzio, la mascella serrata. Gli chiederei cos'hanno di così importante da fare se non fossi sicuro che Blake mi manderebbe a quel paese. A calci in culo!
-Meglio iniziare allora- do una pacca sulla spalla ad entrambi e poi andiamo al centro del campo, dagli altri giocatori, per dare il via al massacro. Proviamo un paio di nuovi schemi, uno funziona l'altro dobbiamo provarlo ancora di più. Proviamo placcaggi, assist. Alla fine, dopo un'ora e mezza di allenamento, quando i fratelli Price devono andare via il coach concede anche a noi questa libertà. Sono le 9.30 di mattina, dovrei studiare e mettermi in pari con gli esami, ma dopo aver fatto la doccia quando vedo Blake e Alessio uscire dagli spogliatoi li seguo senza neanche rendermene conto.
Vicino la loro macchina c'è anche Aisha che li sta aspettando. Li saluta, come sempre, abbracciandoli uno per volta e baciandoli sulla guancia. Mi nascondo dentro la mia auto e quando loro partono, anche se so che è sbagliato e non dovrei farlo, metto in moto e li seguo a debita distanza.
Dopo un paio di minuti si fermano difronte il centro in cui lavora mia padre. È oncologo cioè un esperto di tumori. Forse potrei chiedergli se uno dei tre è un suo paziente, anche se per il segreto professionale non può dirmelo.
Resto in macchina e aspetto. Aspetto cinque minuti. Poi dieci. Venti. E finalmente escono. Aisha sembra stanca, sul punto di scoppiare a piangere. Anzi, rettifico, scoppia davvero in lacrime. Si lascia cadere sull'asfalto della strada mentre piange disperata e Alessio cerca di metterla seduta. Blake non la tocca, passa ripetutamente una mano tra i capelli, la mascella serrata, lo sguardo incazzato. Vorrebbe prendere a pugni qualcosa.
Alessio porta sua sorella in macchina dopo che si è calmata almeno un po'. Ripartono e vanno dritti al loro appartamento. Aisha corre fuori dalla macchina e va verso l'interno del palazzo lasciando i suoi fratelli indietro. Blake prende a cazzotti il muro del palazzo prima di entrarvi. Alessio lo segue con aria affranta.
Resto in macchina per diversi minuti cercando di capire a cosa ho assistito. E se uno di loro stesse male? Se fossero i ragazzi? Ma il coach non li lascerebbe giocare se avessero dei problemi. E se fosse Aisha?... No. Me lo avrebbe detto, non può essere. La mia agonia viene interrotta da una chiamata da parte di Alyssa. Una delle migliori amiche di Aisha. Evito di chiederle come ha avuto il mio numero perché conosce tre persone che avrebbero potuto passarglielo. Quando mi chiede di andare nel loro appartamento scendo dall'auto e in un secondo mi fiondo nell'edificio che ho osservato fino ad ora.
Lei, Aria, Blake e Alessio entrano nell'appartamento dei ragazzi lasciando la porta aperta del loro. Mi laniano tutti diverse occhiate e non riesco a decifrarle tutte, m quando entro nel piccolo salottino in cui sono stato pochi giorni fa e vedo Aisha in piedi, che guarda fuori dalla finestra e mi da le spalle. spalle che tremano. Chiudo la porta e le vado incontro. Senza dire niente nasconde il viso sul mio petto stringendo tra le mani il tessuto della mia maglietta. Le accarezzo il braccio con le dita. Gliele passo su e giù. Mentre con l'altro la fisso a me impendendole di scappare. Continuo ad accarezzarla. A baciarle la testa. A stringerla. Ma fin quando non si calma e smette di piangere ho un nodo allo stomaco che mi impedisce anche di respirare. Una sola domanda mi ronza in testa da tutta la mattina
E se fosse lei ad essere malata?

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Il Mio Destino Sei Tu
RomanceAisha Price ha sempre avuto una predisposizione per il drammatico e il catastrofico e un gran talento nel pensare sempre al peggio e quando questo si avvera decide di partire per l'America. Con un tumore al cervello e il primo anno di università che...