ALESSIO
Sono in camera con Blake, ognuno sui propri letti. Ultimamente non ci siamo visti molto, almeno non come prima, anche se viviamo insieme. Ognuno ha i suoi programmi e i suoi problemi, ma mi manca parlare con i miei fratelli. Stiamo tutti e tre insieme solo quando accompagniamo Aisha alla clinica e non parliamo molto, più che altro cerchiamo di distrarci, ma non è facile. Anche se ieri, io e Blake, abbiamo fatto due tiri a basket per passare un po' di tempo insieme. Aisha sta quasi sempre con Brian e Blake con Aria... e io?
Io sto passando molto tempo con Jake, specialmente in casa sua, così non corriamo il rischio di venire visti, ma non poter dire a mio fratello dov'è che vado o cosa sto passando mi sta uccidendo lentamente. Siamo a mezzo metro di distanza eppure non siamo mai stati così lontani come ora e la cosa non mi piace, cazzo. Non mi piace per niente.
Perché non può essere tutto più facile per me come lo è per lui? Aria è difficile, glielo concedo, ma almeno non deve preoccuparsi se qualcuno li vede mentre litigano o escono da soli o si baciano in pubblico. Mentre io invece non poso fare niente di tutto questo perché altrimenti le persone inizierebbero a parlare e non voglio mettere Jake in una posizione difficile, ma non voglio neanche nascondermi per il resto della mia vita. Cercando di avere almeno una parvenza di normalità richiamo l'attenzione di Blake.
-A cosa pensi?- gli tiro un cuscino in faccia mentre sono sdraiato sul mio letto con i libri avanti. Dovrei studiare, ma non ci riesco.
-Ad Aria. È diversa, non so spiegarlo- non si faccio problemi a parlarne con me e questo mi fa sentire ancora più in colpa.
-In modo positivo o in modo negativo?- chiedo con un sorrisetto saccente sul viso
-Ancora non lo so- mi lancia un'occhiata, le braccia incrociate al petto
-E tu? Cos'hai, ultimamente sei strano- rilancia il cuscino che mi colpisce dritto in faccia. Mi metto seduto rivolto verso di lui, gambe incrociate e divento serio tutt'un tratto mentre abbasso lo sguardo. Allora l'ha notato... ma certo perché mi conosce meglio di chiunque.
-Ale...- dopo alcuni minuti mi richiama così alzo lo sguardo su mio fratello e mi si stringe il cuore a dovergli mentire.
-Niente Blake. Non preoccuparti- mi alza dal letto e faccio per uscire dalla stanza, ma lui è più veloce e si piazza avanti la porta con la sua aria possente anche se sa che non mi fa paura. Non ne ho mai avuta di lui. So che farebbe di tutto per me e nostra sorella.
-Parlami- mi supplica con lo sguardo e mi sento ancora di più uno stronzo. devo uscire di qui.
-E tu? Cos'è successo ieri sera? Non hai portato nessuna ragazza a casa eppure so che sei uscito- cerco di spostare l'attenzione su di lui con tutta la calma del mondo.
-E questo che cazzo c'entra? Stiamo parlando di te e poi io ti ho detto a cosa stavo pensando- si sta innervosendo. Lo vedo da come i suoi muscoli si tendono sotto la maglietta e da come serra la mascella.
-Solo perché tu non vuoi scopare, chissà perché poi, non significa che anch'io debba astenermi- sbotta ed è come una pugnalata.
-Non sono cazzi tuoi questi e non lo sono mai stati. E poi sai che non mi fai paura quindi smettila di fare lo stronzo con me e togliti dalle palle che voglio uscire da quest'appartamento. Mi sta mancando l'aria- lo oltrepassa dandogli una spallata, ma a quanto pare non è intenzionato a lasciarmi in pace perché mi segue nel piccolo salottino.
-Mi spieghi qual è il tuo problema? Perché stai facendo lo stronzo? Io non ti ho fatto niente!- urla alle mie spalle frustrato. Non posso fare a meno di fermarmi di colpo passandomi una mano sul viso per poi voltarmi e avvicinarmi a lui. Lo prendo per la nuca e appoggio la mia fronte alla sua, di riflesso mi afferro la nuca a sua volta.
-Non c'è l'ho con te, scusami. È tutta questa situazione. Mi sta facendo impazzire- confesso senza scendere nei particolari. Probabilmente creder stia parlando di nostra sorella, ma non è solo per lei che sto così purtroppo.
-Lo so, fratello, lo so. Ma dobbiamo essere forti per lei. Dobbiamo restare uniti e non prendercela tra di noi- Annuisco sulla sua fronte prima di abbracciarlo nonostante sappia che non gli piace essere abbracciato, ma lo faccio comunque. E lui me lo lascio fare. Solo perché sono io e lui farebbe di tutto per me e Aisha come anche noi per lui.
-Vado a fare un giro per rilassarmi. Vieni con me?- gli chiedo più rilassato
-No, ti lascio da solo non preoccuparti. Farò un giro per conto mio- annuisco e con un sorriso tirato mi avvio alla porta
-Sicuro che vada tutto bene?- mi chiede per l'ultima volta. Annuisco e ed esco senza parlare.
Sto passeggiando per il campus con la speranza di schiarirmi un po' le idee, ma è tutto inutile. Mi sento uno schifo per aver trattato così Blake. In fondo lui stava solo cercando di capirmi, ma il fatto è che non mi capisco più neanch'io. Non sono abituato a nascondermi per ogni cosa che faccio e a trattenermi da ciò che vorrei fare. Non è nella mia natura restarmene in disparte e lasciar scegliere agli altri della mia vita. Sono così assorto nei miei pensieri che non mi accorgo neanche del pallone che per poco non mi arriva in faccia, ma che viene bloccato da... Jake che lo rimanda indietro.
-Come va Illinois?- già perché sono ancora Illinois per lui oppure Price. Perfino i suoi amici e sua figlia mi chiamano col mio nome, ma lui no. Prima mi piaceva, credevo fosse un modo per legare, ma ora direi che è il momento di andare oltre.
-Bene- mento scrollando le spalle con tono piatto. Non ci provo neanche a fingere che sia vero perché non lo è e sono già abbastanza stufo di fingere. Jake mi prende per un braccio portandomi lontano dagli altri studenti. Ci nascondiamo dietro una quercia abbastanza grande da non farci notare.
-Okay cos'hai Price?- mi chiede senza mollare la presa. La sua espressione trasuda preoccupazione, ma non posso farci niente. Sono incazzato nero per tutta questa cosa.
-Cos'ho García? Ho che sono stanco di non poter parlare con i miei fratelli di ciò che mi sta capitando. È già abbastanza brutto dover mentire a tutti, ma anche a loro? Mi sento uno stronzo, noi ci siamo sempre detti tutto e questa distanza non mi piace. Siamo qui da quasi un mese, ho già abbastanza problemi per la testa e ho accettato il fatto di essere omosessuale, ma non posso dirlo a nessuno. Devo nascondermi e tenermi tutto dentro perché non ne posso parlare con nessuno- dico tutto senza fermarmi neanche per prendere fiato e alzando gradualmente la voce anche se non è da me. di solito io sono quello calmo.
-Puoi parlarne con me...- ottimo. L'ho anche ferito. Grandioso, davvero grandioso.
-Davvero?- mi pento subito di averlo detto. Mi è uscito anche in tono più acido di quanto volessi e vederlo mentre arretra di un passo per allontanarsi da me mi finisce di uccidere.
-Senti scusa...- prendo un respiro e poi mi avvicino a Jake prendendogli il viso tra le mani.
-Mi dispiace è che tutta questa storia mi sta facendo impazzire. Mi sento parecchio solo qui perché ho come l'impressione di essermi allontanato dai miei fratelli e non mi piace questa cosa. Ma capisco che tu non sia ancora pronto a dirlo e va bene, davvero. Solo che ho bisogno di sapere che prima o poi verremo allo scoperto altrimenti tutto questo non ha senso per me. Non ho mai vissuto nascondendomi e non ho intenzione di iniziare adesso- gli lascio un piccolo bacio sulla punta del naso prima di ritrarmi per guardarlo negli occhi. So che ha capito il mio discorso. Lo vedo. Infatti annuisce lentamente poggiando le mani sulle mie.
-Mi dispiace, non voglio che tu ti senta così, ma non ei solo. Mai. ci sono io capito? E c'è anche Shelly. Si è affezionata molto a te in questi ultimi giorni- in effetti è vero perché ho passato parecchio tempo a casa con loro. Specialmente durante la settimana in cui toccava a Jake stare con lei.
-Puoi parlarmi di tutto. ricordalo. Sempre- si guarda intorno circospetto prima di lasciarmi un bacio a stampo sulle labbra. Avrei preferito approfondirlo, ma me lo faccio bastare.
-Grazie- gli sussurro sulle labbra appoggiando la fronte alla sua.
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Il Mio Destino Sei Tu
RomanceAisha Price ha sempre avuto una predisposizione per il drammatico e il catastrofico e un gran talento nel pensare sempre al peggio e quando questo si avvera decide di partire per l'America. Con un tumore al cervello e il primo anno di università che...