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ARIA

Non capisco perché mi abbia portato qui. Oltre ad essere uno sportivo filosofo bello da morire dipinge anche? Si muove con una sicurezza allarmante qui. Sa dove prendere il materiale, dove posizionarlo, come preparare il cavalletto.... Sì, credo proprio che dipinga. Ma perché ha voluto mostrarmelo? Soprattutto dopo quello che è successo nel pullman.

Quando mi sono seduta accanto a lui non avevo intenzione di perdermi nei suoi occhi verde smeraldo e lasciarmi trasportare dai suoi baci e dalle sue carezze. In realtà avevo tutt'altre intenzioni. Volevo chiuderla con lui, ma quando mi ha chiesto una spiegazione, con quell'aria da cucciolo smarrito e indifeso nonostante il suo metro e ottanta di altezza, non ce l'ho fatta più a resistere.

-Vieni qui. Non ti mangio mica- dice Blake tendendomi la sua mano per farmi avvicinare. Ha disposto una tela bianca sul cavalletto difronte a noi con i colori posizionati sul tavolo accanto ai pennelli. Titubante mi avvicino, evitando di prendere la sua mano però. Lui ridacchia.

-Ci sarà tempo per fare altro- mi abbraccia da dietro mentre con una mano mi sposta i capelli dietro al collo e prende a respirarmi proprio sulla clavicola.

-Ora voglio solo entrare in sintonia con te dipingendo- le sue parole mi rimbalzano sulla pelle e il tono seducente che usa mi costringe ad appoggiarmi al suo petto per non rischiare di cadere a terra.

-Chiudi gli occhi- continua a sussurrarmi e io gli occhi li chiudo all'istante abbandonandomi al suo tocco. Prende la mia mano con la sua e la alza lentamente fino a toccare qualcosa di viscido e freddo. Quando apro gli occhi vedo le nostre dita immerse nella pittura. Rossa. Come la passione...

-Lasciati guidare dall'istinto. Dipingere con le dita è molto meglio di usare un pennello- mi lascia un bacio sulla guancia mentre porta l'altra mano, quella pulica, sul mio addome facendomi aderire ancora di più al suo corpo con un sussulto. Poi con quella stessa mano scende fino al mio basso ventre e d'improvviso mi pento di aver indossato una gonna perché così ha libero accesso a tutto ciò che vuole. Anche se non si spinge oltre. Lascia la sua mano lì, a torturarmi, mentre appoggio sopra il suo dorso la mia.

-Sei pronta a seguirmi nella mia oscurità Furia? Questo è il momento di tirarti indietro se non te la senti- mi dà per la seconda volta una via d'uscita da tutta quella assurda situazione. Una via d'uscita da lui, da noi. E anche se so che sarebbe la cosa più sensata da fare non la accetto. Per la seconda volta e spero sia anche l'ultima.

-Io non me ne vado. Se vuoi andartene tu, quella è la porta- lo provoco nonostante sia lui a torturare me in questo momento. Nonostante sia lui ad avere un'enorme potere su di me. Perché non voglio mostrargli quanto sono vulnerabile in questo momento. Altrimenti potrebbe spezzarmi.

-Il mio posto è dentro di te bambolina. Io non vado da nessuna parte- mi fa intendere quanto vuole avermi e mi stringe ancora di più sul basso ventre mentre io stringo lui. Ancora le mani immerse nella pittura. Il suo respiro sul io collo, il mio viso appena voltato verso di lui. Alterna famelico lo sguardo dai miei occhi alle mia labbra alla posizione compromettente che abbiamo assunto. Se volesse potrebbe baciarmi tranquillamente e io non lo fermerei, ma non lo fa e neanche io. Aspetto che sia lui a fare una mossa qualsiasi. Perché è lui che mi ha portato lì per dipingere ed è quello che iniziamo a fare.

Blake mi guida sulla tela con le sue dita. Non so se sappia cosa disegnare o stia facendo movimenti del tutto casuali, ma la sensazione delle nostre dita unite e piene di pittura mi sembra così dannatamente giusto. Mi sto lasciando coinvolgere troppo. Mi ero ripromessa di non farlo ed invece eccomi qui... Il nostro quadro diventa un arcobaleno per tutti i colori che mischiamo, ma devo ammettere che sta prendendo forma. Quando Blake si allontana portandomi con sé per ammirare il quadro finale resto senza fiato. Aveva eccome uno schema in mente. Abbiamo dipinto un campo di rose rosse, con un castello che si vede in prospettiva. Resto senza parole. Vorrei scappare e scoppiare a piangere e non necessariamente in quest'ordine, ma Blake mi volta fra le sue braccia per guardarmi. Si abbassa alla mia stessa altezza e mi rende il viso tra le mani sporcandomi con la pittura, io faccio lo stesso solo perché ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa. Qualsiasi cosa per non crollare.

Il Mio Destino Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora