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OLIVER

Non so cos'è successo. L'attimo prima Alyssa mi stava baciando e quello dopo era inerme fra le mie braccia. Sono ricoperto di sangue. Del suo sangue. Gli sbirri hanno preso il rapinatore mentre io portavo Alyssa sull'ambulanza. Sono salito su con lei e non le ho lasciato la mano nemmeno per un secondo. Un poliziotto mi ha avvertito che ci avrebbe seguito con la mia auto, anche perché dovevo deporre. Solo che l'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento è lei.

Lei che non si sveglia.

Lei che se ne resta sdraiata sulla barella, occhi chiusi, viso nascosto da una maschera per l'ossigeno.

I paramedici la chiamano, le fanno domande, ma nulla. Avverto Jake e poi avverto Alessio. Quei due hanno litigato e da qualche giorno il nuovo arrivato è a casa mia, ma devono chiarirsi. Prima che sia troppo tardi. Avverto anche Brian, non me la sento di chiamare Aisha. È come se, in un certo senso, fosse colpa sua. So che non ha senso però Alyssa si è comportata in quel modo perché era sconvolta per aver litigato con lei. Ho bisogno di incolpare qualcuno, altrimenti...

Quando arriviamo in ospedale sembro uno zombie. Sento a stento il poliziotto mentre mi da le chiavi dell'auto e mi chiede com'è andata. Oppure la voce dell'infermiera che mi chiede se sono un parente. Do di matto. Non so che cazzo fare. Non so più niente. So solo che vengo bloccato da un infermiere e il poliziotto che mi guarda con compassione. Se non la smetto mi cacceranno e non potrò avere notizie di Alyssa. Quindi mi siedo sulla sedia più vicina alla porta della sua stanza e aspetto. Il dottore o chiunque mi dica che si è svegliata e va tutto bene solo che, il dottore arriva, ma non sono le notizie che mi aspettavo e speravo di sentire. Coma. Indotto. Cazzo. Non sarò un dottore, ma ne so abbastanza per dire che non è per niente rassicurante. Appoggio la testa alla parete dietro di me, chiudo gli occhi e inizio a pregare. Ma non Dio, non sono mai stato credente. Prego chiunque o qualunque cosa mi stia ascoltando in questo momento.

Mi trovano così Jake e Alessio quando arrivano. Non so come, ma riesco a formulare un discorso niente male sulle ultime occasioni e i rimpianti. Fa male... cazzo se fa male vedere i miei amici che mi compatiscono. Il medico mi da il permesso di vederla. Non riesco neanche a pensare il suo nome. Quindi entro nella stanza lasciando i ragazzi in corridoio ad aspettare. Solo che non sono pronto alla scena che mi si presenta davanti agli occhi: lei ricoperta di tubi, uno anche infilato in bocca per farla respirare. Ho paura di toccarla e di farle del male, ma il dottore mi ha detto di parlarle, che le farà bene sentire la mia voce perché adesso sta a lei combattere...

-Hey...- le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, la voce un sussurro.

-Non so se questo possa realmente servirti a tornare da me, ma lo spero- le prendo la mano e la inglobo tra le mie appoggiandomi al bordo del letto, gli occhi velati di lacrime. Non ho mai pianto così tanto in vita mia come oggi.

-So che volevi aspettassi a dirtelo, ma ti amo più di quanto abbia mia creduto possibile. Vorrei esserci io su questo letto al posto tuo- la voce mi si spezza mentre abbasso la testa a baciarle la mano.

-Ti aspetterò, ma ti prego torna da me. non so come fare a vivere senza te che mi dai il tormento e che mi baci l'attimo dopo- il rubinetto si è aperto e non ho nessuna intenzione di chiuderlo. Meglio piangere qui che davanti a tutti. Mi abbasso sul suo viso... Vorrei baciarla, ma i tubi me lo vietano quindi e sfioro l'angolo della bocca. Vorrei poter respirare per te, amore mio.

-Ti amo- le sussurro di nuovo stringendola a me.

Quando esco dalla stanza sono sicuro di avere gli occhi rossi dal pianto, di sicuro ho un gran mal di testa e tengo lo sguardo fisso sul pavimento. Mi lascio cadere in avanti perché non ho le forze di continuare a fingere. Non dopo averla vista. A prendermi sono i miei fratelli che mi abbracciano e mi sostengono fin quando non sento la voce di Aisha, è aggrappata a Alessio, nel frattempo sono arrivati anche Blake e Aria. Mi stacca dall'abbraccio e lancio uno sguardo di ghiaccio ad Aisha che se potesse la fulminerebbe all'istante. Senza dire niente ricado sulla sedia accanto la porta. Brian e Jake restano al mio fianco per darmi forza.

-Oliver dov'è Alyssa?- stavolta è Aria a parlare, la preoccupazione nella sua voce è palpabile. È stretta a Blake con tutte le sue forze e non posso fare a meno di essere invidioso.

-È... lei è...- non riesco neppure a finire una cazzo di fresa prima che la voce mi si spezzi dal dolore. Brian mi attira a sé così affondo il viso nel suo petto e sussurro "è in coma". Più per ricordarlo a me stesso che altro. Lo ripeto poi a voce più alta per farmi sentire da tutti rimettendomi dritto sulla sedia.

-Perché?- insiste Aisha e non posso fare a meno di sfogarmi su di lei anche se non è colpa sua. Lo so.

-Perché?- chiedo ironico. Sento Brian irrigidirsi, probabilmente perché sto trattando la sua ragazza come se avesse premuto lei quel dannato grilletto, ma per fortuna non dice nulla.

-Quando sono passato a prenderla era in lacrime. Ha voluto a tutti i costi guidare lei e se non glielo avessi permesso avrebbe preso la sua auto e sarebbe andata via senza di me. Sai perché era così sconvolta Aisha? Lo sai? Cazzo, lo sai o no?- do un pugno contro il muro urlando. Cala il silenzio tra noi, Aisha è sul punto di scoppiare in lacrime, mentre io sono una furia. Però mi costringo a riprendere la calma. Lei, non vorrebbe che attaccassi Aisha.

-Per qualche miracolo divino non siamo finiti fuori strada e siamo arrivati sani e salvi in un bar. Poi però in quello stesso bar è arrivato un rapinatore. Alyssa aveva bevuto qualche drink, ma non era ubriaca. Era solo arrabbiata e si è riversata sul ladro che ha provato a spararle, ma gliel'ho impedito placcandolo... Solo che prima di andare via perché erano arrivati gli sbirri ha recuperato la pistola e ha sparato di nuovo, questa volta centrando il bersaglio. L'addome di Alyssa che è ricaduta fra le mie braccia. Questo sulle mie mani è il suo sangue, non il mio. Insomma siamo sopravvissuti ad un possibile incidente mortale per poi finire in mezzo ad una sparatoria. Ironico vero?-

Con voce flebile e sguardo basso mi chiede di vederla. Sono tentato di dirle di no, ma non sono nessuno per impedirglielo però posso farle compagnia. Non so cosa mi aspetto so solo che ho bisogno di tornare a respirare.

-Mi incolpi davvero eh?- non so se la domanda è rivolta a me o alla sua amica perché ha lo sguardo fisso su di lei. Io mi avvicino al letto facendole segno di seguirmi mentre aspetto che sia lei a parlare di nuovo.

-Non avrei mai voluto questo- adesso gli occhi pieni di lacrime sono puntati su di me.

-Le voglio bene. Era stata una brutta giornata e mi sono sfogata su di lei. le ho detto tutto quello che pensavo un anno fa, ma adesso le cose sono cambiate- si avvicina a me fino a dare le spalle a lei ed essere difronte a me.

-Tu le fai bene. Con te è felice-

-Anche con te- sento una voce nella mia testa che urla "sfogati" da quando è successo. Vorrei solo urlare, cadere in ginocchio e piangere. Quando sento le mani di Aisha tra i miei capelli, il mio viso affondato nel suo ventre, capisco di averlo fatto davvero. Sento la porta aprirsi e Jake imprecare, ma non m'importa. Voglio solo piangere tutte le mie lacrime. 

Il Mio Destino Sei TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora