Capitolo 50 (✔️)

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Tornate a casa, non faccio altro che pensare a ciò che ha detto il medico. Potrebbe essere vero come non potrebbe. Ci sono già passata una volta e non voglio esultare prima di esserne pienamente certa. Decido di restare da Mia anche perché stamattina siamo uscite con la sua auto e non mi va di farle fare avanti e in dietro a causa mia. Tornerò con Dom più tardi. Mentre Mia è in cucina a preparare la cena, sono in salotto con Jack e mi risulta difficile non pensare a come potrebbe essere avere un figlio mio. Cambierebbe tutto sicuramente e non mi sarà più possibile fare determinate cose, come uscire e tornare a casa ad un orario indecente per una madre. Per non parlare delle gare e dell'officina. I viaggi verso San Juan ridotti al minimo necessario se non eliminati. La mia vita si stravolgerà ulteriormente se dovessi essere incinta, ma forse non mi dispiacerebbe così tanto, infondo è da un po' che stiamo cercando di averne uno. I miei pensieri vengono interrotti dall'arrivo dei ragazzi e il buonumore sembra viaggiare insieme a loro. Dom viene a salutarmi e, inaspettatamente, non mi chiede della visita medica. Possibile se ne sia dimenticato? L'unica cosa che mi chiede è il motivo per il quale non abbia preso la mia auto per venire qui. Rimango basita dalle sue parole e anche Mia si sta chiedendo il motivo per il quale non si sia accorto che oggi non ho proprio preso l'auto. Per qualche strano motivo mi sento un po' sollevata anche perché, se se ne fosse ricordato, non avrei saputo cosa rispondergli considerando che non voglio ancora rivelare, soprattutto a lui, l'eventualità di una gravidanza. È un po' strana come cosa, ma preferisco così, almeno per ora. Mentre tutti sono fuori nel vialetto di casa, io e Jack, siamo rimasti in salotto a giocherellare ancora prima di raggiungere tutti per la cena. Mentre siamo seduti entrambi sul divano, ascoltiamo Mia e Brian parlare di Dom e di certi strani comportamenti, davanti alla rampa di scale che porta al piano superiore adiacente al salone.

"Non so cosa stia succedendo, ma Dom è stato strano oggi. Con Cindy, dico. Devi parlare con lui." dice Brian a Mia. Non è bello origliare le conversazioni altrui, ma stanno parlando proprio a pochi passi da me, quindi non posso farci assolutamente nulla. Poi si tratta di mio marito e quando Mia risponde che non mi avrebbe detto nulla se non ci avesse parlato prima lei, qualcosa dentro di me scatta come se fosse stata una molla. Presa da rabbia mista a gelosia, sento inumidirsi gli occhi e, quasi come un fantasma, compaio davanti a loro porgendo il piccolo Jack a Brian e salendo velocemente le scale seguita da Mia. Cercavo rifugio in bagno prima di poter fare e dire qualsiasi cosa ma lei mi tira inaspettatamente nella sua camera da letto, chiudendosi dietro la porta a chiave.

"Ascolta, ci parlo io per capire cosa sta succedendo. Non devi prendere nessuna decisione, ora. Ok?" dice tenendomi per le spalle. Punto il mio sguardo verso il nulla mentre la mia mente comincia già a fare i bagagli e spingendomi a lasciare quella casa il prima possibile.

"No, tu invece lascerai perdere" ancora a fissare il vuoto. Di scatto porto i miei occhi pieni di lacrime nei suoi pieni di rabbia nei confronti di Dom, spero non nei miei dopo quello che ho appena detto. "Non gli dirai assolutamente nulla, lascerai le cose così come sono e tra qualche giorno torno a San Juan mettendo la parola fine a tutto questo." dico mentre una lacrima lascia i miei occhi e, in questo momento, spero davvero con tutta me stessa che non sia incinta.

"E come la metti con la gravidanza?" sbalordita da ciò che ha appena sentito.

"Non so nemmeno se sia vero o no!" dico al limite della sopportazione.

"E se è vero? Cosa farai?"

"Non dovrà mai saperlo, mai!" strabuzza gli occhi alle mie parole. "Non voglio vivere con un uomo che sta con me solo perché sono incinta di suo figlio" sedendomi distrattamente sul suo letto. Si siede accanto a me fermando, con le sue dita, la corsa delle mie lacrime. Mi sento distrutta, le cose sembravano andare per il verso giusto e invece mi ritrovo a decidere se restare o mollare tutto. La seconda mi sembra la strada più semplice anche se, la consapevolezza di poter crescere un figlio da sola, mi distrugge ancora di più. Non appena le immagini di me, da sola con un bambino a San Juan lontano da quello che ho ritenuto essere l'uomo della mia vita, si fanno spazio nella mia testa, un pianto strozzato prende vita e, nello stesso istante, le braccia di Mia mi circondano con tenerezza dandomi un conforto che non credo potrà servire a molto.

"Non puoi decidere ora considerando che non sappiamo quello che realmente è successo. Aspetta che ci parli, ti prego!" mi dice tra i capelli, accarezzandomi la schiena. Non rispondo anche perché non so cosa dire. Mi sento costantemente presa di mira da qualche entità che ce l'ha a morte con me. Quando pensi che le cose possano andare, finalmente, come hai sempre desiderato ecco che succede qualcos'altro che ti impedisce di vivere la tua vita con un sorriso sulle labbra. Nel mio caso mi sta letteralmente spingendo a lasciare Dom per sempre, stavolta. Non so per quanto tempo restiamo abbracciate, ma sfogarmi sulla sua spalla mi sembrava l'unica soluzione. Ci stacchiamo solo quando sentiamo qualcuno bussare alla porta.

"Ehi, va tutto bene?" chiede Dom dall'altra parte. Mi metto istantaneamente in piedi come se ascoltare la sua voce mi abbia fatta perdere la calma. Non sono pronta ad affrontarlo visto che non saprei spiegargli il motivo del mio stato, non sapendo quello che ha combinato stavolta. Prontamente, Mia gli dice che stiamo per scendere e che è tutto apposto, ma, seriamente, non è la verità. Non ho la forza per passare una serata normale dopo gli eventi di questo pomeriggio. Ancora una volta, Mia mi incita a restare lucida e a sembrare normale anche se non sarà per niente facile, e pure lei lo sa. Dopo essermi data una sistemata, raggiungiamo gli altri per la cena e, nonostante il mio umore, riusciamo a far passare questa serata nel modo più tranquillo possibile. Nessuno ha mai menzionato Cindy o cose che avrebbero scatenato la mia ira e gelosia, facendo si che nessuno, soprattutto Dom, capisse quale fosse il mio reale stato. Dopo la cena, decido di non unirmi a loro, per partecipare ad una corsa, con una banale scusa (mi sento poco bene e vorrei riposare, domani torno a lavoro) alla quale tutti sembrano credere. Mia riesce a convincermi ad aspettare e restare buona ancora qualche giorno prima di abbracciarmi e salutarci, dandoci appuntamento per la sera successiva. Con un sorriso forzato, la saluto salendo in macchina di Dom verso casa nostra. Durante il tragitto mi chiede il motivo per il quale non voglio unirmi a loro, perché sembra non essere molto convinto di ciò che ho raccontato. Ma, con un tono stranamente normale e per nulla traditore, ripeto di non sentirmi bene e che non deve preoccuparsi. Si offre anche di rimanere a casa a farmi compagnia ma lo convinco a raggiungere gli altri perché necessito di restare da sola e pensare, ma questo non gliel'ho detto. Con lui non ci riuscirei e forse non riuscirei nemmeno a tenermi la rabbia dentro. Preferisco starmene da sola anche perché dubito che ci possa essere intimità tra di noi, se non un buonanotte, a domani. Raggiunta casa, prima di scendere, lo saluto con un semplice bacio sulla guancia facendo si che capisse che forse c'è qualcosa che non va.

"Che succede?" trattenendomi per un braccio prima che possa scendere dalla macchina. Non sono riuscita a baciarlo sulle labbra, è stato più forte di me e, adesso, devo riuscire a trovare un'altra scusa per giustificare quel gesto.

"Assolutamente nulla, davvero." rispondo avvicinandomi per cercare di baciarlo di nuovo. Stavolta miro alle labbra per evitare di suscitare in lui altri dubbi.

"Perché non ti credo?" chiede bloccandomi e accarezzandomi il viso. Cerco di sorridergli e, senza rispondergli, gli lascio un altro bacio, stavolta tra l'angolo delle labbra e scendo dalla macchina. Velocemente raggiungo la porta e, una volta chiusa, mi lascio scivolare lungo essa e lasciando libere anche le lacrime trattenute durante quegli attimi li fuori. Devo riuscire a reggere ancora un po' ma sembra davvero troppo difficile. Mi rimetto in piedi e raggiungo la camera da letto e, dopo essermi svestita, cerco di spegnere la testa e tutti i suoi pensieri per mettere fine a questa lunga e strana giornata.

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