Capitolo 24 (✔️)

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Esco dall'officina e rispondo al cellulare. Dom mi segue.

"Ehi, Jaff!" lo saluto.

"Sam, devo dirti una cosa!" dice sconvolto. Sembra in lacrime, e dopo quello che mi ha detto, inaspettatamente, vorrei piangere anche io. Dopo aver salutato Jaff, mi giro verso Dom, sconvolta.

"Ehi, che succede?" chiede con tono preoccupato.

"Mio padre! Ha avuto un attacco di cuore, devo tornare a San Juan!" dico con gli occhi pieni di lacrime. Mi afferra e mi abbraccia. Riporto la macchina da Ryan, quella che mi aveva procurato, e mi fa promettere di aggiornarlo sulle condizioni di mio padre. Vado a prendere le mie cose a casa di Dom e mi accompagna all'aeroporto.

"Chiamami appena atterri. Io cerco di raggiungerti il prima possibile." dice abbracciandomi di nuovo. Quella notizia mi ha sconvolta tanto da non dare tanto ascolto a Dom. Non voglio perdere mio padre anche se è così tanto che non ci parliamo. L'aereo decolla e, forse per l'impazienza, sembra atterrare subito. Scendo e all'uscita mi aspetta Amanda che ho chiamato prima di partire. Mi viene incontro e mi abbraccia. Purtroppo è troppo tardi per andare in ospedale adesso. Dormo pochissimo, una volta a casa, e, non appena si alza il sole, corro in ospedale e fuori dal reparto di cardiologia, vedo mia madre e i miei fratelli. Lei, appena mi vede entrare, mi si butta al collo in lacrime ed io l'abbraccio, altrettanto forte.

"Come sta?" chiedo impaurita.

"I medici hanno detto che l'intervento è andato bene ma è in prognosi riservata. Dobbiamo aspettare. Oh, Samantha!" dice piangendo. Dopo un'intera giornata passata nella sala d'aspetto dell'ospedale, i medici ci invitano a tornare a casa. Fuori, camminando verso il parcheggio, mio fratello Jaff mi ferma per parlare.

"Sam, dov'eri quando ti ho chiamata?" chiede curioso.

"Los Angeles." dico schietta.

"Da Ryan?" continua.

"No, ho conosciuto un ragazzo di quelle parti." rispondo.

"State insieme?" chiede. Annuisco e continuo a camminare. Jaff mi ha fatta ricordare di non aver chiamato Dom appena atterrata. Ero così impaurita e stanca che me ne sono dimanticata. Dopo aver salutato Jaff, vado a casa. Una volta li, mi stendo sul divano, prendo il cellulare e chiamo Dom, anche se è tardi. Non risponde, forse non ha il telefono con se. Mi rilasso un po' e, senza volerlo, mi addormento. Squilla il cellulare, guardo l'ora, sono le nove del mattino. Prendo il telefono e rispondo. È Dom.

"Dormivi?" chiede premuroso.

"Si." dico con la voce impastata dal sonno "Scusa se non ti ho chiamato quando sono atterrata, era tardi ed ero a pezzi. Ieri, però, non mi hai risposto. Dov'eri?" chiedo curiosa.

"Dormivo. Mi dispiace non essere riuscito ad aspettare la tua telefonata." si scusa. Mi dice che è in aeroporto e che non devo preoccuparmi per il resto. Metto giù, dopo esserci salutati, e vado a farmi una doccia. Scendo, afferro le chiavi della macchina e corro in ospedale, portando del caffè a tutti. Siamo tutti li aspettando uno dei medici che, dopo poco, esce dicendoci che mio padre ha superato molto bene la notte e che stava per riprendere conoscenza ma che saremmo dovuti entrare uno alla volta. Faccio andate avanti gli altri e mi siedo fuori dalla stanza. È quasi un anno che non ci parliamo, mi prendo tutto il tempo che mi serve prima di andarlo a salutare. Dopo qualche ora passata a vedere il via vai dei miei fratelli e di mia madre entrare e uscire dalla stanza, proprio lei mi viene incontro e mi dice che papà vuole vedermi. E senza pensarci troppo, entro. Lui e li che sorride non appena mi vede entrare. Non so cosa dirgli, ho dimenticato tutto.

"Samantha!" introduce mio padre con voce tremante "Come stai?" chiede.

"Sto bene, ma tu non sforzarti." dico premurosa.

"Mi dispiace così tanto per averti quasi impedito di essere felice. Non ti biasimo se adesso tu mi odiassi." dice con gli occhi lucidi.

"Non ti odio, papà! Adesso, però, riposa, ok? Ti voglio bene." lo rassicuro. Resto con lui tutto il pomeriggio, fino alla fine dell'orario di visita, a raccontarci tutto quello che ci è successo in tutto questo tempo. Nel frattempo, mio fratello Marcus, chiacchiera con Dom, che è arrivato un po' di tempo fa; mi ha avvisata mia madre ma volendo restare ancora un po' con mio padre, non sono uscita a salutarlo.

"Samantha è una ragazza forte. Non tutte avrebbero superato quello che ha superato lei." dice Marcus, quasi volendolo avvisare di qualcosa.

"Lo so." dice Dom.

"Non voglio che le ricapiti quello..." sbotta Marcus.

"Non lo permetterò, credimi."dice Dom, senza permettergli di terminare la fase. Esco dalla stanza e dico a mia madre di rientrare. Vado verso i miei fratelli e li abbraccio poi vado da Dom e faccio lo stesso. È venuto anche se gli avevo detto di non farlo, ma ne sono felice. Mi sento al sicuro tra le sue braccia.

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