Oggi sono capitate molte cose, ci manca solo una "gradevole" visita della polizia a rovinare tutto. Decido di aspettare un po' prima di partecipare ad una gara. Mi guardo intorno e non lo vedo, magari non sapeva di questa corsa. Ad un tratto qualcuno mi si avvicina e mi appoggia una mano su una spalla. Mi giro con fare disinvolto e incrocio gli occhi più belli del mondo ma, che adesso, non volevo incrociare.
"Ci sei anche tu?" chiede meravigliato.
"Già, ti dispiace?" dico scherzando, con tono quasi dispiaciuto.
"No. Da sola?" dice sorridendomi.
"Io no. Tu?" curiosa.
"Si." dice quasi divertito dalla domanda.
Cosa significa si? Forse a quella moretta non interessano le corse.
"Tocca a me! Ci si vede!" cercando di dileguarmi.
"Spero presto!" divertito.
"Siano vicini di casa. Anche se non vuoi farlo, mi incrocerai!" sorridendogli.
"Ma è proprio quello che voglio!" rispondendo al mio sorriso. Arrossisco e mi allontano.
Sono gasata al massimo, l'adrenalina mi percorre tutta, dalla testa ai piedi. Ma come volevasi dimostrare, la corsa finisce prima ancora di cominciare. Bisogna seminare la polizia, adesso. Mentre cerco di seminarla, un'auto mi taglia la strada e invado l'altra corsia per evitarla. Questo mi fa sbattere con il posteriore contro un'idrante. Ma come se non fosse successo niente, ingrano la prima e mi rimetto alla fuga. Come un lampo mi ritrovo all'incrocio e, svoltando a destra, mi ritrovo quella Mustang Cobra ad aiutarmi nella fuga. La mia auto ha il retro quasi distrutto, mi toccherà lavorarci parecchio, ma almeno sono viva e libera.
Torno a casa scortata da Dom. Preoccupato, si precipita verso di me, che mi accingo a mettere l'auto in garage.
"Come stai?" molto preoccupato.
"Benissimo, perché?" molto calma.
"Hai il posteriore accartocciato!" cominciando a sorridere per la mia spavalderia.
"Si, l'ho notato. Comunque, grazie!" rispondendo al sorriso.
"Ora siamo pari!" molto più tranquillo.
"Già! Adesso, però, ti conviene tornare a casa. La tua ragazza sarà in pensiero!" con sguardo si sfida.
"Non è la mia ragazza! È solo un'amica!" rispondendo con un mezzo sorriso.
"Non devi darmi nessuna spiegazione!" dico fissandolo negli occhi.
"Sicura di stare bene?" con tono premuroso.
"Si, non preoccuparti. Buona notte!" cercando di tagliare corto.
"Domani passo a vedere come ti senti!" dice rilassato.
"Non ce n'è bisogno, ti ho detto che sto bene! Ciao!" camminando verso la porta di casa e alzando una mano in segno di saluto.
Se vuole passare non gli chiuderò' mica la porta in faccia, ma è meglio che non lo sappia.È già ora di alzarsi, ma è come se qualcosa mi bloccasse i piedi. È Sasha che mi dorme addosso. Riesco a farla scendere dal letto e mi alzo. Ancora in pantaloncini e canotta, mi dirigo in cucina quando sento bussare alla porta. Vado ad aprirla.
"Allora non scherzavi?" dico incredula vedendo Dom davanti alla mia porta.
"Ti ho svegliata? Mi dispiace." con tono di scuse.
"No, ero già in cucina da un po. Vuoi entrare?" lo invito.
"No, volevo solo vedere come stavi. Ci vediamo."salutandomi.
So già che mi pentirò di quanto sto per fare.
"Ehi, ti va di farmi compagnia a colazione? Se non mi sentissi bene mentre prendo il caffè, chi se ne accorgerebbe?" dico sarcastica.
"Stai bene, no? Lo hai detto tu!" sorridendo.
"Almeno mi sdebito per averti fatto preoccupare!" rispondo.
"Ti aspetto in auto, sbrigati!" continuando a sorridermi.
Se Amanda sapesse quello che è successo, non smetterebbe mai di farfugliare che lei non sbaglia mai. Ma in fondo non stiamo facendo niente di male. Andiamo a fare colazione, tutto qui!
Seduti al bar, chiacchieriamo del più e del meno.
"Da quanto tempo corri?" chiede curioso mente beve il caffè.
"Avevo 15 anni quando ho partecipato alla mia prima gara." facendo lo stesso anche e io.
"Devi aggiustare la tua auto. Vuoi che ti dia una mano?" fissandomi intensamente.
"Posso cavarmela da sola, non preoccuparti!" con tono di sfida.
"Non ne dubito! Ma visto che ancora non ti sei rimessa del tutto, qualcuno deve pur starti dietro!" sorridendomi.
"Certo , come no!" abbassando lo sguardo per non fargli notare il mio imbarazzo. Io che mi imbarazzo, che strano.
Il tempo è passato inesorabile e il mio telefono comincia a squillare. JD.
"Devo andare. Grazie per il caffè!" dico.
"Figurati. Ti aspetto stasera per il posteriore della tua Mustang!"
"Contaci!" gli sorrido e lo saluto alzando una mano dandogli le spalle.
Chiamo JD e mi dice che hanno quasi finito con la Dino, quindi potevo restarmene a casa, se volevo. A volte mi domando se sono io il capo oppure no. Comunque accento l'offerta e mi rilasso sul divano. Mando un sms ad Amanda e le dico di raggiungermi a casa. Le racconto tutto, una volta arrivata.
"Allora? Questo è tutto?" sbotta.
"Cosa volevi, un film? E pensa che non volevo nemmeno che venisse!" ignorando il suo sguardo quasi assassino. Dopo qualche instante di silenzio, stranamente, cambia argomento.
"Allora, hai deciso cosa fare?" dice d'un tratto.
"Riguardo cosa?" non sapendo a cosa si riferisca.
"A quella moto che da tre mesi ti aspetta in concessionaria! Che fai, la lasci li?" guardandomi incredula.
"Ci vado nel pomeriggio. Mi accompagni?" la guardo.
"Perché non ci andiamo adesso?" alzandosi dal divano.
"Ok, visto che insisti!" cedendo alle sue pressioni.
Il rombo di quella moto è assurdo ma tutti per strada si chiedono sotto quel casco chi ci sia. Ma a svelare il segreto ci pensa Amanda. Ad ogni semaforo rosso, dice a tutti che sono la sua migliore amica. Stanca di passeggiare, ingrano la prima e sfreccio via verso l'officina.
Arrivati li, JD è incredulo davanti a quello che vede.
"Wow! Che diav..." sbotta JD.
"Ti piace? Stupenda vero?" togliendo il casco.
"Bellissima! Ma non dovevi riposarti?" quasi infastidito.
"Si, infatti adesso vado. Ciao!" e sfreccio via verso casa.
Non credevo di incontrarlo per strada. Con il casco non mi ha nemmeno riconosciuta. Adesso gli faccio ascoltare il suono del mio piccolo aereo. Al semaforo verde scatto via verso la spiaggia e senza alcun dubbio Dom mi segue senza decelerare. Mi fermo cercando di fargli insorgere qualche dubbio.
"Bella moto!" mi guarda.
Senza togliere il casco aspetto che scenda dall'auto per avvicinarsi alla moto. Ha capito chi si cela sotto il casco?
"Guidi le moto come guidi le auto." continuando a guardarmi e sorridendomi.
Ha capito. Tolgo il casco e, con i capelli al vento noto che è sempre più vicino e non alla moto.
"Non esiste distinzione tra auto e moto!" lo guardo sbeffeggiando.
"Devi farmela guidare!" sorridendomi e guardandomi insistentemente.
"Si, come tu mi farai guidare la tua Cobra!" prendendolo in giro.
"Quando vuoi!". Sembra più una sfida che un assenso. Riprendendo il casco, Dom, mi ferma per un braccio costringendomi a voltarmi di nuovo. Ho il cuore stranamente palpitante. Non so cosa stia succedendo, ma siamo troppo vicini per poter parlare. Per rompere quella lastra di imbarazzo, gli chiedo come avesse capito chi c'era alla guida della moto.
"Tutti hanno una stile quando guidano! Tu hai il tuo, anche in moto. E posso dire che e' uno stile molto sexy!" dice facendomi arrossire.
"Certo, ho capito! Hai tirato ad indovinare!" sperando di farlo allontanare.
"Stranamente ti sottovaluti, Sam!" guardandomi ancora più intensamente.
È la seconda persona, in poco tempo, a dirmi la stessa cosa. Quasi per scappare, mi allontano dal suo viso, risalgo in moto ed accendo il motore.
"Non scherzavo quando dicevo che devi farmela guidare!" ancora sorridendo.
"Io credevo di si!" prendendolo in giro.
Ingrano la prima e scatto via, come per sfuggire ad una situazione poco gradevole. Eravamo a poco meno di due centimetri e i suoi occhi mi hanno trafitta, come un pugnale. Mi sto mettendo in guai seri.
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Un amore a 200 all'ora.
FanfictionNon si vede spesso una ragazza andare in giro con le unghie sporche di grasso motore e chiavi inglesi nelle tasche posteriori degli shorts. Bhe, a casa mia non è una novità, anche se in famiglia, oltre a me, nessuno è interessato alle auto. E puntua...