Tremo ancora per quello che è successo poco fa, ma cerco di non pensarci e vado in garage. La mia auto è ridotta peggio di quanto mi aspettassi. Chissà se verrà davvero a darmi una mano.
Sono già un paio d'ore che cerco di aggiustarla cosi deciso di tornare dentro a bere qualcosa. Mi affaccio alla finestra e la sua auto non c'è. Mi squilla il telefono, è Amanda e vuole sapere se stasera li raggiungo al BlueMoon.
"No, non ma va di uscire stasera."
"Sam, è li con te?" chiede per l'ennesima volta.
"Noo! Quante volte devo ripetertelo?" sbotto.
"E allora se sei da sola, cosa ci resti a fare a casa? Dai, se cambi idea, sai dove trovarci!" dice prima di chiudere la telefonata.
Non mi va di andarci perché sicuramente dopo parteciperanno a qualche corsa e io ho ancora l'auto in pessimo stato. Torno in garage, mi lego i capelli e ritorno vicino alla mia auto quando sento qualcuno bussare alla serranda del garage. Finisco di alzarla e appare lui, per niente imbarazzato per quello che è successo oggi. Sono solo io a trovarmi a disagio, quindi.
"Non mi hai aspettato." dice quasi mettendo il broncio.
"Mi sono portata avanti con il lavoro. Comunque, davvero, non preoccuparti, me ne occupo io." cercando di essere convincente.
"Non esiste, ti do una mano. Lo sai, stai bene con i capelli raccolti." dirigendosi verso l'auto.
Adesso sono più imbarazzata di prima, e pensare che stasera lavoreremo abbastanza vicini. Dopo avergli offerto una birra, ci mettiamo a lavoro.
"Non finiremo mai! E' conciata malissimo!" sbotto, esasperata.
Con la mano sporca di grasso, sposto i capelli dalla faccia lasciando una stupenda scia nera. Non essendomene accorta, Dom sorride e si avvicina.
"Ti sei sporcata la faccia." dice.
"Dove!?!" chiedo con la faccia da ebete.
"Aspetta, faccio io." sempre più vicino.
Il mio cuore palpita cosi forte che credo lo senta anche lui. Devo riuscire a stare calma. A salvarmi da questo impiccio, stavolta, ci pensa Sasha che entra in garage nemmeno sapesse ciò che stava per accadere.
Riuscita a scappare da quella imbarazzante situazione, decido che sia proprio ora di mettere fine a questa strana giornata. Saluto Dom assicurandomi che domani sarebbe ritornato ad aiutarmi. Mi dirigo in camera pensando che anche stavolta sono riuscita a passarla liscia e credo vivamente che sia meglio andare a dormire perché, per oggi, di emozioni, ne ho avute già abbastanza.
Suona la sveglia, sono già le 8. Dopo essermi vestita, vado in cucina, bevo una tazza di caffè, prendo le chiavi della moto, il casco e mi dirigo fuori. La sua auto e li, davanti al vialetto. Forse dorme ancora. Salgo in sella, metto in moto e parto verso una nuova, sfiancante giornata in officina. Oggi fa caldissimo, ci saranno minimo 40 gradi qui fuori. Come al solito, il mio ufficio è pieni di scartoffie. Nessuno mette in ordine quando non ci sono, devo fare tutto io. Ma almeno oggi ho un buon motivo per finire prima e tornarmene a casa. Passare tutta la giornata chiusa in un ufficio non è molto rilassante ma almeno ho finito. Vado con i ragazzi a prendere una birra al pub, quattro chiacchiere e me ne torno a casa. Entro e mi distendo sul divano ma la mia pausa viene interrotta dallo squillo del mio cellulare. E' Amanda.
"Dimmi tutto!" sorridendo.
"Ma almeno glielo hai dato il tuo numero di telefono?" senza nemmeno dire ciao.
"Amanda, adesso ho da fare, che ne dici se ci sentiamo domani?" esausta dalle sue continue domande.
Senza discutere, anche se percepisco dal suo tono di voce che è alquanto delusa, ci salutiamo. Vado in garage e cerco di capirci qualcosa. Sento arrivare qualcuno.
"Ehi, ti va una birra?" chiede, tenendone una in una mano e un'altra nell'altra. Accetto senza pensarci due volte e lo ringrazio.
"Lavorato tanto?" chiede curioso.
"Già, credo proprio di volermi licenziare!" afferrando la birra e bevendone un sorso. Sorridiamo entrambi avvicinandoci alla macchina. Dopo aver smontato e rimontato quello che è rimasto attaccato alla Mustang, mi arrendo e vado a sedermi sul tavolo degli attrezzi.
Dom si gira e mi guarda stranito. "Già stanca?".
"Dai fermiamoci un po, sono distrutta!" spostandomi i capelli sporcandomi la faccia, senza guardarmi le mani, ovviamente.
"Sembri una bambina che ha appena finito di giocate nel fango." mi guarda sorridendo, trattenendo a stento una buffa risata.
"Perché, che ho fatto?" chiedo incredula a quelle parole.
"Hai la faccia sporca di grasso." continuando a sorridere.
"Di nuovo?! Vado a darmi una ripulita." e mentre cammino per entrare in casa, mi tira a se per un braccio, sentendo, tutto d'un tratto, venirmi a mancare la terra sotto i piedi.
"Sei bellissima anche cosi." dice abbassando il tono di voce rendendola molto più sexy.
"Dom..." non faccio in tempo a finire la frase che ci ritroviamo a baciarci. E stavolta non mi ha salvata nessuno, ma ne sono contenta.
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Un amore a 200 all'ora.
FanfictionNon si vede spesso una ragazza andare in giro con le unghie sporche di grasso motore e chiavi inglesi nelle tasche posteriori degli shorts. Bhe, a casa mia non è una novità, anche se in famiglia, oltre a me, nessuno è interessato alle auto. E puntua...